I preziosi Missoria, il mosaico di via Strinati che riproduce una “pantera”, e ancora la venere di Borello. Sono solo alcuni degli antichi reperti che saranno ricollocati nelle sale del futuro museo archeologico della città, polo culturale attrattivo e coinvolgente che entrerà in dialogo diretto con l’Aula del Nuti e con l’intero complesso della Libraria domini realizzata dall’architetto Matteo Nuti tra il 1447 e il 1454 per volere di Malatesta Novello (1418-1465), Signore di Cesena dal 1429.
Questo pomeriggio, nella Sala proiezioni della Biblioteca Malatestiana, il Sindaco Enzo Lattuca e l’Assessore alla Cultura Carlo Verona hanno svelato per la prima volta alla città la nuova veste dell’Archeologico, progettata dallo “Studio di Ricerca e Progettazione – Arch. P. Bolzani”, per valorizzare e promuovere il patrimonio e le testimonianze del passato, ridefinendo un nuovo contenitore, accessibile, inclusivo e innovativo, volto ad ampliare l’offerta culturale della città. All’evento pubblico è intervenuto anche il sindaco di Savignano sul Rubicone, Filippo Giovannini, che ha raccontato l’area archeologica del Compito interessata da recenti nuove scoperte, e il progettista, architetto Paolo Bolzani.
Questo progetto, che corrisponde a un investimento pari a 2.890.000,00 euro, rientra nel piano di rigenerazione della scena culturale cittadina. L’abbattimento di ogni barriera fisica, grazie a nuovi percorsi in rampa e collegamenti verticali – come l’ascensore che unirà il museo con l’ingresso all’Aula del Nuti – e cognitiva, attraverso un nuovo apparato comunicativo, consentiranno una vera e propria pari accessibilità, così da rendere il nuovo Museo uno spazio inclusivo, realmente aperto a tutti, e accessibile dalle rinnovate tre piazze.
Inclusività culturale e fisica. Il visitatore potrà accedere al Museo direttamente da piazza Bufalini, salotto urbano su cui si affacciano la Biblioteca Malatestiana e Casa Bufalini, e non più dal chiostro di San Francesco (da cui tuttavia si potrà ancora accedere in occasione degli eventi estivi). Per aumentare la percezione del Museo come luogo da scoprire, all’ingresso sarà collocato un elemento di forte valore attrattivo. Entrato nel Cortile di San Francesco, da cui è possibile ammirare l’esterno della storica Aula del Nuti, e una volta attraversato il piccolo giardino che qui troverà nuova vita, il visitatore varcherà la soglia del nuovo museo immergendosi in un percorso storico allestito a partire dal corridoio Comandini, dove saranno collocati la reception e un bookshop a scaffale. La caratteristica del lungo ambiente consentirà l’identificazione di una zona dedicata all’esposizione di reperti di nuovo rinvenimento.
Con questo progetto infatti il corridoio Comandini diventa l’ingresso principale e l’asse portante del percorso di visita. Nell’atrio del Museo (in cui finora si accedeva da nord, vale a dire dal Chiostro di San Francesco) il visitatore potrà approfondire le affascinanti vicende e il dibattito che condusse alla nascita del Museo Storico di Antichità di Cesena nel 1969.
L’attuale museo archeologico, interessato da un ambizioso intervento di restyling degli spazi e degli allestimenti, ha sede nel quattrocentesco “Braccio Malatestiano” dell’ex convento dei francescani. È stato inaugurato nel 1969 come “Museo storico dell'Antichità di Cesena” ed è collocato al piano terra dell’edificio che custodisce l’Aula del Nuti. La Sezione Archeologica è uno strumento determinante per la comprensione della storia antica dell’area cesenate con collezioni che illustrano la trasformazione del territorio dalla preistoria, con l’avvento dell’agricoltura, alla romanizzazione, ben documentata da teste, statue, decorazioni architettoniche ed elementi della cultura materiale, per approdare al periodo malatestiano. L’aula museale sarà caratterizzata da pavimenti rialzati di tipo galleggiante, sotto i quali saranno collocati l’impianto di riscaldamento, raffrescamento, deumidificazione, di ventilazione, e tutti i collegamenti dell’impianto elettrico. Nel pavimento della Sala del Museo saranno collocati i mosaici di via Tiberti. Con questa soluzione si ottimizzano gli spazi e si valorizzano i reperti archeologici consentendone la vista nella posizione originale, tutelandoli.
Il percorso, di tipo storico-cronologico, presenterà approfondimenti di carattere tematico. A questo proposito sono state individuate 11 sezioni. Prime tre sezioni: illustrano la vita nella preistoria: Neolitico ed Eneolitico, Età del Bronzo, Età del Ferro. Sezioni 4, 5, 6 e 7illustrano la romanizzazione e la vita a Cesena dopo la conquista di Roma. Sezioni 8, 9, 10 e 11 illustrano la vita a Cesena rispettivamente nel Tardo Antico, Basso Medioevo, Alto Medioevo e Rinascimento. Le sezioni 6 e 7 appartenenti alla fase della romanizzazione sono a loro volta articolate in due sottosezioni, rispettivamente denominate 6.1 e 6.2 (Le forme dell’abitare), 7.1 e 7.2 (Le forme del morire). Nelle sezioni 4, 5 e 6 sono esposti a pavimento i mosaici provenienti da Via Tiberti e dall’ex Convento della Congregazione delle Suore di Carità e dalla sede della Cassa di Risparmio di Cesena. Ogni sezione verrà corredata da un apparato didattico illustrativo che vede la presenza continua di tablet, per favorire l’apprendimento anche con processi interattivi, che premino la curiosità del visitatore e la sua volontà di indagare i contenuti al di là della mera esposizione degli oggetti.
Ogni sezione avrà in dote inoltre una stampa digitale su frame retroilluminato inserito nei vani delle finestre. In questo modo si intende raccontare con una o due immagini le caratteristiche principali della sezione espositiva in cui si trova in quel momento il visitatore.