Una donna nella storia. Nel giorno in cui la città di Cesena celebra la Liberazione, che settantanove anni fa permise ai cesenati di ripartire nel segno dei valori democratici, la rotonda posta all’incrocio tra le vie provinciali Settecrociari, San Mauro e Bertinorese è stata intitolata alla partigiana Teresa Mattei, nata a Genova nel 1921 e morta a Liri, in provincia di Pisa, nel 2013. Alla cerimonia di intitolazione hanno preso parte il Sindaco Enzo Lattuca, l’Assessore alla Toponomastica Christian Castorri, il Quartiere Oltresavio e alcuni residenti di Settecrociari.
“In un giorno così importante per la nostra città – commenta il Sindaco Enzo Lattuca – questa intitolazione assume un valore assoluto perché avviene nel ricordo di Teresa Mattei, staffetta partigiana e la più giovane delle 21 donne dell’Assemblea costituente, ma anche in memoria dei tanti che con coraggio sacrificarono la propria vita per assicurare a noi tutti un futuro democratico e di pace. La vita di Teresa Mattei è un inno alla libertà e all’emancipazione femminile: in occasione della promulgazione delle leggi razziali rifiutò fermamente di piegarsi all’insegnamento della teoria della razza e di accettare l’allontanamento dei suoi compagni di classe e degli insegnanti ebrei. Sul tema della presenza femminile nella vita politica e istituzionale della nuova Repubblica invece così si espresse durante la seduta dell’Assemblea Costituente del 18 marzo 1947: ‘Se la Repubblica vuole che più agevolmente e prestamente queste donne collaborino [...] alla costituzione di una società nuova e più giusta, è suo compito far sì che tutti gli ostacoli siano rimossi dal loro cammino, e che esse trovino al massimo facilitata ed aperta almeno la via solenne del diritto’. Si tratta di uno degli articoli più significativi e importanti della nostra Costituzione. È per noi un onore commemorarne la memoria e celebrarla il 20 ottobre in una Cesena libera e città accogliente”.
La famiglia di Teresa Mattei è sempre stata guidata da veri e propri sentimenti antifascisti e spirito democratico. I genitori infatti non rimasero indifferenti all’avvento della dittatura e non riuscirono a tollerare l’autoritarismo e le violenze del Regime. Nelle liste del PCI, XV collegio di Firenze e Pistoia, nel 1946, a soli 25 anni, venne eletta alla Costituente, con l’incarico di segretaria dell’ufficio di presidenza. In prima fila nella lotta per la parità fra uomini e donne e per l’accesso delle donne alla magistratura, firmò l’articolo 3 della Costituzione sul tema fondamentale dell’uguaglianza, introducendo nello stesso, al secondo comma, l’espressione “di fatto”:“È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini...”.
Teresa Mattei era parte attiva del Comitato dei 18 che il 27 dicembre 1947 consegnò nelle mani del Capo dello Stato Enrico De Nicola il testo della Carta Costituzionale. Donna infaticabile, di grande intelligenza e vitalità, antifascista sin da giovanissima, nel 1938 in seconda liceo venne espulsa da tutte le scuole del Regno per aver rifiutato di assistere alle lezioni in difesa della razza, contestando le leggi razziali fasciste; concluse comunque gli studi e nel 1944 si laureò in Filosofia presso l’Università di Firenze. Dopo l’iscrizione al PCI partecipò attivamente alla lotta per la liberazione come combattente nella formazione garibaldina Fronte della Gioventù. Durante gli anni della Resistenza conobbe Bruno Sanguinetti, di origine ebraica, figlio del proprietario dell’industria alimentare Arrigoni e comandante del Fronte della Gioventù (giovani del Partito Comunista clandestino); secondo la Mattei sarà Sanguinetti a pianificare l’uccisione di Giovanni Gentile, considerato il filosofo che aveva dato un volto presentabile al regime fascista: Sanguinetti avrebbe preso la decisione per vendicare la morte del fratello di Teresa e per punire colui che riteneva il corresponsabile morale delle fucilazioni dei renitenti al reclutamento per la Repubblica Sociale Italiana.
Anche in funzione di questa consapevolezza, terminata la guerra proseguì il suo grande e appassionato impegno politico e sociale a favore delle fasce più deboli della popolazione. Fu infatti tra le fondatrici dei Gruppi di difesa della donna e dell’Unione Donne Italiane di cui sarà Dirigente nazionale; insieme a Teresa Noce e a Rita Montagnana introdusse la mimosa come simbolo della giornata della donna, l’8 marzo. Nel 1947 fondò, insieme alla democristiana Maria Federici, l’Ente per la Tutela morale del Fanciullo. Nel 1994, in occasione del centenario dell’invenzione della radio, diede vita al progetto “Radio Bambina” che produceva e metteva in onda, su emittenti locali, un palinsesto realizzato con i bambini e ragazzi delle province di Pisa e Firenze fino all’anno 2000. Nel 2004 partecipò con i ragazzi delle scuole della provincia di Pisa al pellegrinaggio dell’ANED ai campi di sterminio in Germania, pronunciando un discorso a più di 200.000 ragazzi di tutta Europa a Mauthausen. Sarà poi protagonista della battaglia per il referendum contro le modifiche alla Costituzione, partecipando con il presidente Oscar Luigi Scalfaro a centinaia di incontri e dibattiti in tutta Italia che porteranno alla vittoria nel referendum del 2006.