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Intervento del Sindaco Paolo Lucchi

a proposito della relazione di Mario Guidazzi al congresso del PRI

Nel congresso della Consociazione Pri di venerdì scorso, Mario Guidazzi ha confermato la volontà di lasciare il timone del Partito, di cui è stato l'esponente di maggior spicco per tanto tempo. Conoscendo Mario da una vita e considerandolo un amico, al di là delle diverse appartenenze, so bene che, con l'ironia che lo contraddistingue, si sottrarrebbe ai toni celebrativi, ma sono convinto che non solo i repubblicani, bensì tutti i cesenati, debbano essergli riconoscenti per la grande passione che ha espresso nei lunghi anni di impegno politico e per il ruolo di amministratore che ha ricoperto a lungo e con capacità.
Anche nella sua relazione dell'altra sera leggo il segno di un impegno per la città, sintetizzato nella volontà di rimettere in campo l'idea di un potenziale terzo polo; mi auguro, infatti, che questa posizione non sia dettata solo da considerazioni di strategia politica spicciola, ma indichi l'intento di scendere in campo in una competizione di idee, che personalmente considero fondamentale per far crescere Cesena con equilibrio. Dal canto nostro, come maggioranza di centrosinistra, auspichiamo questa competizione di idee, forti come siamo della capacità d'ascoltare ma anche di un programma che riteniamo avanzato e di una compattezza dimostrata dalla condivisione pressoché totale delle scelte sottoposte al Consiglio Comunale durante questi primi due anni di mandato amministrativo.
Se, dunque, il terzo polo indicato da Guidazzi volesse impegnarsi in tal senso, guarderemmo con grande interesse a un progetto di questo tipo.
Le mie considerazioni coincidono con quelle formulate dal segretario del Pd Enzo Lattuca intervenuto a nome della Federazione territoriale al congresso repubblicano. Lattuca ha sottolineato come Pd e Pri, continuando a ribadire fin dal nome la loro natura di partito, dimostrino di condividere una visione simile della politica, in cui non prevalgono i personalismi, ma al primo posto ci sono i progetti, le idee, il bene comune; e partendo da queste affinità, è possibile aprire un confronto reale fra proposte, anche diverse perché, al di là delle divergenze d'opinione su un parcheggio in più o in meno, c'è una base di valori comuni - gli stessi che, in quest'anno di festeggiamenti per il150esimo dell'unità assieme spesso ricordiamo - che può consentire un dibattito vero, non ancorato ad un semplice e spesso inutile gioco delle parti.
Infine, visto che Guidazzi, con il suo solito spirito caustico, ha puntato il dito sulla "trasformazione della figura del Sindaco in una sorta di podestà" che ha finito per svuotare il ruolo dei partiti e delle assemblee elettive, non posso fare a meno di contestare questa affermazione.
Il Sindaco non ha un potere assoluto e indiscutibile. Però è vero che, oggi più di ieri, il Sindaco è chiamato a rendere conto ai cittadini con maggiore precisione e puntualità della traduzione in pratica del programma sulla base del quale è stato eletto. E mi sorprende che Guidazzi noti oggi questo passaggio, che si è reso evidente fin dal 1995, quando si svolse la prima elezione diretta del sindaco. E la sorpresa è ancora maggiore tenendo conto che, anche dopo quella svolta, lui stesso ha fatto parte della giunta comunale, ricoprendo anche la carica di vicesindaco.
Ma al di là di questo, lo stesso Partito Repubblicano, che conta su due bravi consiglieri comunali come Luigi Di Placido e Luca Ferrini, e possiede una cultura amministrativa diffusa sul territorio ed una capacità progettuale evidente, dimostra ogni giorno come il ruolo del Consiglio Comunale  non sia per nulla secondario e come vi sia invece lo spazio per garantire quel confronto tra le idee indispensabile per la crescita e la buona amministrazione di una città.

Paolo Lucchi
Sindaco di Cesena
 

 

 

Ufficio stampa
Federica Bianchi

 
 
 
 
 
 
 
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