Continueranno ad arredare e ad illuminare i giardini pubblici di Cesena. È stata rinnovata, fino al 31 marzo 2033, la Convenzione tra il Comune di Cesena e la Fondazione Neri – Museo italiano della ghisa e società “Neri s.p.a.” relativa alla cessione in comodato gratuito al Comune degli otto – pregevoli – pali di illuminazione pubblica storici: i due candelabri di Dublino, quelli di Torino, Parigi, Firenze, Venezia, Padova e Parma.
Sin dalla fase di elaborazione del progetto di restauro e manutenzione della piccola area verde posta tra Corso Giuseppe Garibaldi e via Padre Vicinio da Sarsina, uno degli obiettivi era di collocare nel giardino restaurato oggetti di arredo urbano in ghisa fabbricati tra il XIX e il XX secolo di proprietà dell’Amministrazione comunale: cancelli della Barriera Cavour, lampioni di illuminazione stradale del Ponte Vecchio, fontanella di piazza san Domenico. Successivamente la “Fondazione Neri – Museo italiano della ghisa” e la società “Neri spa” hanno contribuito ad arricchire ulteriormente la dotazione del giardino di opere originali in ghisa attraverso la collocazione al suo interno di otto lampioni storici realizzati tra la fine del XIX secolo e l’inizio del XX.
Più tardi, a seguito dell’accurato intervento di restauro eseguito tra il 2007 e il 2008, che ha restituito al giardino l’originaria veste ottocentesca, si è voluto allestirlo come un museo all’aperto dell’arredo urbano in ghisa. Il recupero del giardino è stato attuato mediante un progetto di restauro urbano curato dall’architetto Pier Luigi Cervellati, che è partito dallo studio delle fonti d’archivio per restituire alla città un luogo pubblico che appartiene alla sua storia. Al centro del giardino, dove un tempo erano collocati gli obelischi in pietra, sorge oggi un gazebo in ghisa a pianta dodecagonale. Chiamato anche cassa armonica, fa parte di quell’insieme di invenzioni urbane che oltre un secolo fa furono realizzate per abbellire i luoghi pubblici.
La scelta del Giardino Pubblico come luogo dove collocare ed esporre gli oggetti di arredo urbano è motivata dalla volontà di permetterne la visione en plein air in un ambiente che ricostruisce il contesto storico coevo all’epoca di realizzazione dei manufatti. Sulla base di quanto previsto dalla nuova Convenzione, l’Amministrazione comunale si impegna a curare la manutenzione del patrimonio verde del giardino e degli impianti che lo illuminano e a vigilare perché le condizioni quotidiane del giardino siano sempre ineccepibili. Oneri della Fondazione: dare in comodato le opere al Comune; allestire i due pannelli di ingresso al giardino con una nuova presentazione della Fondazione e delle opere esposte; fornire la consulenza scientifica in merito alle opere con tutti i riferimenti culturali e gli strumenti connessi, per qualsiasi necessità che il Comune intenda provvedere. La Fondazione si rende inoltre disponibile a collaborare con l’Amministrazione comunale per l’organizzazione di eventi che diano maggiore visibilità al giardino e alla sua tradizione storica. Oneri della Società: occuparsi della manutenzione (eventuale verniciatura) delle opere.