La processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa), è un fitofago attualmente considerato di scarso interesse sul piano fitosanitario che compie una generazione all’anno.
Gli adulti sfarfallano dal terreno tra la fine di giugno e l'inizio di settembre, con un picco di sfarfallamento nel mese di luglio, a seconda delle condizioni climatiche.
Dopo essere stata fecondata la femmina depone le uova a spirale intorno ad una coppia di aghi, ricoperte da squame dell'addome; l'incubazione delle uova dura in media un mese.
Le larve neonate si possono trovare già a fine luglio alle quote più elevate, mentre nelle aree di pianura e di media collina, queste si osservano di solito a partire da fine agosto; nelle pinete costiere non compaiono in genere prima di settembre.
Sin dai primi stadi di vita le larve si nutrono degli aghi, scheletrizzandoli.
Nel caso di una sua massiccia presenza, il danno viene causato dalle larve che inducono defogliazioni talvolta accentuate delle piante sulle quali compiono il loro sviluppo.
La lotta alla processionaria, lepidottero defogliatore che attacca in particolare il pino nero e il pino silvestre, si rende necessaria nel momento in cui la sua presenza può arrecare gravi danni alle piante (situazioni piuttosto rare) oppure disagi alle persone e agli animali.
Le infestazioni si caratterizzano spesso con fluttuazioni graduali delle popolazioni, il cui culmine si manifesta ogni 5-7 anni, a seconda delle condizioni ambientali.
Raramente il danno prodotto da questo insetto sulle specie ospiti è tale da pregiudicarne la sopravvivenza.
Gli alberi colpiti presentano defogliazioni più o meno accentuate, risultano indeboliti e quindi maggiormente soggetti ad ulteriori attacchi di parassiti (per es. scolitidi).
Più gravi sono invece i problemi connessi alla presenza delle setole urticanti sul corpo delle larve a partire dalla 3^ età.
A seguito del contatto diretto con le larve oppure in conseguenza della dispersione delle setole nell'ambiente, si registrano reazioni epidermiche e reazioni allergiche (soprattutto in soggetti particolarmente sensibili).
A livello delle prime vie respiratorie, le reazioni infiammatorie possono essere particolarmente consistenti in occasione di inalazioni massive che non di rado si verificano tra il personale addetto alla manutenzione del verde non adeguatamente protetto.
IMPORTANTE: Le larve sono dotate di peli urticanti che le rendono pericolose per le persone e gli animali soprattutto nel momento in cui fuoriescono da nidi invernali.
Il Decreto Ministeriale del 6 dicembre 2021, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n. 3 del 5 gennaio 2022, ha disposto l’abrogazione di alcuni provvedimenti di Lotta obbligatoria e Misure di emergenza nazionali fra cui anche il D.M. 30 ottobre 2007 riguardante la Processionaria del pino (Thaumetopoea pityocampa - Den. et Schiff).
Poiché la presenza di Processionaria nelle aree urbane o comunque nelle aree frequentate dalla popolazione, può rappresentare un rischio per la salute umana e per gli animali domestici, le infestazioni vanno segnalate alle autorità incaricate di tutelare la sanità pubblica, ovvero al Sindaco del Comune dove si trovano le piante.
I Comuni possono emanare specifiche ordinanze atte a limitare la diffusione dell’insetto e a contenere i possibili danni per la salute di persone e animali.
Il provvedimento è rivolto ai proprietari di aree verdi e boschive e agli amministratori di condominio che abbiano in gestione aree verdi private sul territorio comunale.
La strategia di lotta alla Processionaria deve essere preventiva e si basa su una serie di interventi da realizzare in diversi momenti dell’anno che hanno il fine di contenere lo sviluppo di questo insetto nelle aree urbane evitando i disagi per la popolazione che derivano dalla discesa delle larve urticanti.
Per prevenire le infestazioni è bene evitare la messa a dimora di conifere del genere Pinus (in particolare di Pinus nigra) ad un'altitudine inferiore ai 500 metri s.l.m. e, in ogni caso, nelle zone particolarmente colpite dal parassita.
Per la lotta alla processionaria occorre intervenire in diversi momenti dell'anno.
In inverno (indicativamente tra dicembre e l'inizio di febbraio): occorre evitare ogni contatto con le larve, altamente urticanti; pertanto, se da un lato è di fondamentale importanza, ove tecnicamente possibile, tagliare e bruciare i nidi larvali, dall’altro occorre operare con la massima cautela adottando adeguate misure protettive.
A fine inverno possono essere installate le trappole meccaniche (collari) per la cattura delle larve.
Le trappole vanno installate prima della discesa delle larve e vanno fatte aderire alla corteccia delle piante in modo da potere intercettare le larve durante la loro discesa in processione dai nidi di svernamento.
Si possono impiegare le trappole a feromoni sessuali per la cattura massale dei maschi adulti.
In parchi e giardini pubblici si consigliano 6-8 trappole/ettaro, distanti tra loro 40-50 metri, posizionandole nei punti più soleggiati; nelle pinete vanno collocate ogni 100 metri lungo il perimetro e le strade di accesso.
L'installazione deve precedere di poco lo sfarfallamento degli adulti quindi, a seconda delle condizioni ambientali, va effettuata a partire dalla metà di giugno.
Vanno fissate ad un ramo in posizione medio-alta e sul lato sud-ovest delle piante.
Nei casi eccezionali dovuti alla difficile gestione con le misure precedentemente descritte e in aree frequentate dalla popolazione, è possibile ricorrere alla lotta chimica, da eseguirsi esclusivamente mediante endoterapia con prodotti registrati.
Questo metodo può essere liberamente impiegato solo nelle aree private; nelle aree pubbliche può essere utilizzato in deroga al PAN per ragioni sanitarie facendo richiesta con relativa documentazione al “Servizio prevenzione collettiva e sanità pubblica” della Direzione Cura della Persona, Salute e Welfare della Regione Emilia-Romagna.
L’autorizzazione viene poi concessa sentito il parere del SFR e della AUSL competente.