Anche quest’anno torna a Cesena la rassegna dedicata al dialetto romagnolo “In compagnia della Romagna” organizzata dall’associazione culturale “Te ad chi sit é fiol?”, presieduta da Leonardo Belli, in collaborazione con la Biblioteca Malatestiana e con il patrocinio del Comune di Cesena. Una tradizione, giunta alla settima edizione, a cui non si può fare a meno e che consentirà ancora una volta ai cesenati di familiarizzare ulteriormente con le origini della propria lingua riscoprendo il dialetto. Dal mare alla città e viceversa, nel corso dei prossimi mesi, fino ad aprile 2023, la Malatestiana, quale luogo di ritrovo, ospiterà gli appuntamenti che svolgeranno tra arte, poesia e musica.
Sarà l’aula Magna della Biblioteca Malatestiana ad ospitare le nuove proposte culturali dell’associazione “Te ad chi sit è fiol?”.
Gli appuntamenti del 2022 avranno inizio domenica 16 ottobre, alle ore 17, con “Pr’ é Canèl” (Lungo il canale), una rassegna dei poeti dialettali cesenaticensi. Domenica 20 novembre, sempre alle ore 17, Edgardo Matassoni insieme a Werther Vincenzi commenteranno il panorama poetico, pittorico e fotografico della Romagna. A concludere il ciclo di appuntamenti sarà il poeta Lorenzo Scarponi domenica 18 dicembre, sempre alle ore 17, con la presentazione delle sue ultime poesie raccolte nel “Gnènt”.
Musica e voce di Mino Savadori. All’appuntamento di domenica 16 ottobre, che sarà condotto da Leonardo Belli e Daniele Casadei, saranno presenti i sindaci di Cesena e di Cesenatico Enzo Lattuca e Matteo Gozzoli.
Per ulteriori informazioni è possibile contattare lo 0547 610892 oppure scrivere una mail a malatestiana@comune.cesena.fc.it.
Tutti gli incontri sono a ingresso gratuito e fino ad esaurimento posti.
I POETI
DANIELE CASADEI
Nato a Cesenatico nel 1948 nella zona del porto canale, Daniele Casadei inizia a scrivere nel 1999. Tre anni dopo, nel 2002, ottiene il primo riconoscimento classificandosi al secondo posto al Premio “Rumagna in poesia. Successivamente vince alcuni concorsi e ottiene diversi riconoscimenti. Nel dicembre 2017, a Roma, presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio, la sua ultima raccolta “S-cén” (Uomini) viene premiata quale finalista al concorso nazionale “Salva la tua lingua locale”, promosso dalla Pro Loco d’Italia. Le sue sono “poesie in movimento”, come lui stesso definisce, in quanto, nel tempo, vi apporta piccole o importanti modifiche per renderle più incisive. Daniele ha scritto cinque raccolte: “E’ sugh ad sépi dla Fiorèla”, “Cun al spàli a e’ mond”, “Int e’ bórg dal vàili”, “E’ rispìr de’ mèr” e “S-cén”, pubblicate tra il 2005 e il 2017.
MINO CASALI
Nato a Cesenatico il 24 maggio 1926 è deceduto nel novembre del 2003. È stato uno dei più noti pescatori di Cesenatico, apparteneva ad una famiglia di antiche tradizioni marinare con tanto di soprannome (Patachin) e di simbolo sulla vela: il “manarino” (accetta rossa in campo giallo) e il “moccolo”. Le emozioni che Mino ci trasmette con la sua raccolta di poesie, “La tartèna ad Ciàisar” (1997), sono molto intense perché scritte da un protagonista del mare dall’età di otto anni, con una istruzione modesta, che ha vissuto sulla propria pelle quelle esperienze e quegli anni, non certo facili, che fanno parte delle nostre radici. Storie quotidiane, intessute di fame e fatica ma anche di dignità e valori, storie di gente comune costretta a vivere con il mare e con il vento, sempre in lotta con i delfini che cercavano di mangiare il pesce racchiuso nel sacco della rete. Mino, in una nota del 1966, scriveva: So che il progresso guarda sempre in avanti, dico questo perché i miei racconti guardano indietro. Mi riferisco a un tempo in cui avere una bicicletta era un pregio ed avere un tozzo di pane era una fortuna. Non voglio rattristare chi leggerà la verità dei tempi in cui io ho vissuto la vita del mare. Senza vento non si pescava e si cantava: “Come si fa, come si fa senza la vela la barca non va…”.
ERNESTA FOSCHI
Nata a Cesenatico nel 1930, nella zona dei Valloni, è vissuta per diverso tempo lungo il porto canale di ponente dove, dal ‘52, assieme al marito, ha gestito un negozio di ricambi per motori marini. Nel ’74 quel negozio si è trasferito nella zona della Darsena ed è tuttora esistente. Ernesta conosceva tutti e tutti i marinai la conoscevano. Il suo ambiente era quello delle barche: del rumore che si sentiva alla mattina presto quando facevano scaldare il motore e di quando tornavano con il pesce pescato; delle reti che venivano rammendate lungo la riva del canale, delle tante osterie e dei vari personaggi che le frequentavano. Un po’ alla volta tutto è cambiato. Le osterie sono diventate ristoranti, i lunghi tavoloni sono spariti e così diversi personaggi. Improvvisamente ha avvertito che quello non era più il suo porto canale. Così, nel 1986, Ernesta ha sentito l’esigenza di iniziare a scrivere (aiutata in questo dal marito) per non dimenticare quel mondo e le sue persone.
LEONARDO MALTONI
Per meglio presentare Leonardo Maltoni, più conosciuto come Leo, riporto alcuni stralci della testimonianza scritta da Nevio Spadoni in occasione della conferenza organizzata dall’Università per gli Adulti di Cesenatico dal titolo “Leo Maltoni: alla ricerca di una biografia che non c’è”: “…l’occasione di conoscerlo personalmente l’ho avuta nel 1985, quando sulle pagine del “Resto del Carlino”, quotidiano cui ha collaborato per tantissimi anni, ha recensito alcuni miei lavori poetici. Leo infatti è sempre stato un estimatore della nostra lingua romagnola, e anche un attento lettore e divulgatore. … L’amore per la sua terra l’ha portato a scrivere volumi di carattere storico soprattutto sulla sua Cesenatico, a collaborare a giornali e a riviste quali La Pié, al mensile estivo della Riviera romagnola Il Moscone, e al periodico sportivo Il Cicloturista, di cui è stato direttore responsabile. Si è espresso non solo in dialetto ma ci ha regalato anche racconti in lingua, fra l’altro, Miniature romagnole edito nel 1982. … [nel 2001] Mi chiese di fargli la prefazione [a J an – Par la riva], e mi offrì così l’opportunità di entrare nel suo mondo poetico con occhio più attento. Tuttavia non solo con la lettura di questa opera, ma con altre, e cito per esempio La nebia del 1997, … ho avuto modo di apprezzare la straordinaria sensibilità di questo poeta, divorato, specie negli ultimi tempi, dalla solitudine, e caratterizzato da una connaturale e profonda inquietudine esistenziale. La poesia di Maltoni presenta toni sofferti e a volte crudi; è delicata, senza indugi intimistici; una poesia che si muove nell’alveo della memoria per raccontare di un’epoca passata e in declino, quella del marinaio, ma che è anche la sua storia di poeta che ha vissuto fortemente il senso della precarietà, “del male di vivere” e della fine”. Leonardo Maltoni è morto all’età di 80 anni, ha scritto sei raccolte di poesie nel dialetto di Cesenatico: “E’ mi canèl”, pubblicata nel 1973, “E’ pèrch dla rimemdrénza” (1975), “La ligàza” (1977) per la quale gli è stato assegnato il “Premio Ungaretti”, consegnato a Roma in Campidoglio nel dicembre 1979, “Al puràzi” (1979), “La nebia” (1997), e ultima, nel 2001, “J an – Par la riva” con la quale ha vinto il “Premio Pascoli”, ricevuto a San Mauro Pascoli nel 2002.
ALBERTO MONTI
Classe 1928, purtroppo è deceduto recentemente. Bertinorese, è un signore distinto ed elegante, garbato e riservato, dall’inseparabile papillon portato ogni giorno dell’anno sotto il colletto inamidato della camicia stirata di fresco. Il padre Emilio faceva l’orefice a Borgo San Pietro a Forlì, il giovane Alberto, invece, agli inizi degli anni Cinquanta scelse il mare e il porto canale di Cesenatico e da allora divenne l’orefice del paese. Poi fu presidente del Rotary Cervia-Cesenatico, dell’ospedale civico ed uno dei fautori del Gruppo ciclistico “Fausto Coppi”. In occasione della pubblicazione della seconda raccolta “Cesenatico in poesia” Alberto chiarisce: “dopo aver raccontato della vita, in “Schegge di memoria”, una vita talvolta costellata dai dolori che l’esistenza riserva, in questo volume parlo di emozioni, di sensazioni, che girando le strade del paese incontro o a volte riaffiorano. Allora io le affido a parole e strofe sulla pagina”.
MARCELLO PIPANI
Marcello Pipani è nato a Cesenatico nel 1933, dove ha sempre svolto attività di commerciante. È deceduto nel 1998. Ha scritto due raccolte in dialetto cesenaticense: “L’ÒMAN”, pubblicata nel 1979, e “DA LA TERAZA” - del 1988. Nella seconda pagina di copertina della prima raccolta, leggiamo, in una nota non firmata: Il suo carattere a volte così sconcertante, introverso ed estroverso nello stesso tempo, fanno del Pipani un personaggio attento alle condizioni sociali attuali. I temi che egli stesso ci propone ne sono la testimonianza. Schivo, quasi geloso di quello che scrive, lo si deve alla pressione di un suo caro amico se egli, dopo lungo tempo, si è convinto di pubblicare il suo primo volumetto di Poesie Romagnole. Non vi sono nel Pipani, metafore e tantomeno ermetismi irrazionali. Ma uno scrivere naturale e non intellettuale così come lui stesso dice. E la forza dei suoi versi sta proprio nella chiarezza con cui li compone, così, di getto, senza forzature volute, né ricercate.
LUIGI QUADRELLI (nato il 22/06/1948)
Nella presentazione della raccolta “Pansìr”, Leonardo Maltoni, tra l’altro, scrive: A età matura Luigi Quadrelli riscopre dentro di sé la vena poetica che aveva alimentato in maniera ineffabile la sua giovinezza, e dà alle stampe questa serie di liriche in volgare che esprimono, in una vasta gamma di immagini, i sentimenti più genuini del suo animo. Sono liriche nelle quali traspare talvolta la matrice crepuscolare, talvolta quella realistica, ma che senza alcun dubbio non difettano di spontaneità in quanto sembrano sgorgare d’improvviso come una polla d’acqua fra il verde di un bosco. Quadrelli, sollecitato da un’istintiva ispirazione non si è preoccupato di curare meticolosamente metrica, musicalità o assonanza e, se dal punto di vista stilistico le sue creazioni possono prestare il fianco a qualche cenno di disappunto della critica più esigente, tuttavia sono da apprezzare perché permeate da un continuo flusso di emotività che ne costituisce la linfa migliore. Infatti, la ricchezza delle immagini nei ricordi del passato, del mare di un tempo, dei giochi dell’infanzia, dei primi amori, dei personaggi che animavano le due rive del portocanale, sono emblematiche e tradiscono nell’animo del poeta una ricerca continua dei Valori della vita… Luigi Quadrelli, amico di Leonardo Maltoni e Tonino Guerra, con i quali ha partecipato ad alcuni incontri, ha anche scritto, con il pennino e l’inchiostro, decine di poesie in dialetto che attendono di essere pubblicate.