C’è anche il drammaturgo, regista e artista cesenate Giacomo Garaffoni tra i vincitori della 49esima edizione della Biennale Teatro sezione College – Nuovi Autori, nell’ambito del Festival internazionale della Biennale di Venezia, quest’anno sotto la direzione di Stefano Ricci e Gianni Forte.
Giacomo Garaffoni ha vinto il Bando con l’opera intitolata “Veronica”, prodotta nel corso del festival. Durante un’orazione funebre, sopravvissute alla guerra con la realtà, pietrificate in una perenne vigilia di battaglia con la vita, undici spose, non più appartenenti a un tempo o a un’epoca e brancolanti nel pozzo bleu dei ricordi, vengono risucchiate da un’ondata d’umanità empatica condivisa. Solo dopo essere passate per le strettoie della morte di una di loro, Veronica, riusciranno finalmente a rinascere al fuoco di un’esperienza drammatica nata senza preavviso, a ritrovare il magico equilibrio e le traiettorie intercostali perdute, lanciandosi anche loro le scarpe dietro la schiena per correre, spalancando le mani per accogliere un nuovo Eden di possibilità infinite e formare un’identità familiare altra.
“Il risultato raggiunto da Garaffoni – commenta l’Assessore alla Cultura Carlo Verona – ci inorgoglisce e ci dimostra come la ripartenza di Cesena nell’ambito culturale sia priva di confini territoriali. Il palcoscenico teatrale della Biennale di Venezia è un’ottima vetrina per i nostri artisti. Ancora una volta, come accaduto con l’opera ‘Cassandra’ che unisce il mondo classico al nostro passato più recente e anche all’oggi, Garaffoni si concentra sull’universo femminile attualizzando tematiche di naturale importanza”.
“Sono pieno di gioia e commozione per questo riconoscimento – commenta Giacomo Garaffoni – che arriva dopo un splendido e intenso momento di lavoro all’interno della Biennale 2021. Non posso non essere grato a tutti i miei compagni di strada, alla mia comunità e al suo continuo sostegno. Sono felice che il mio percorso di autore, non solo sia stato valutato nella sua piena libertà, ma anche riconosciuto e tutelato nel suo spirito e nelle sue tematiche più profonde. Un passo importante per ogni artista. Soprattutto in un momento strano e difficile come quello che stiamo tutti attraversando. Continuo a credere profondamente in un teatro forgiato dalle idee, dal linguaggio e da un mistero che dialoghi col presente senza rimanerne schiacciato. Un teatro fatto di traiettorie verso l’alto e verso l’altro. Mi accompagnano spesso in questi giorni le parole di Gustav Mahler: ‘tradizione è custodire il fuoco, non adorare le ceneri’. La bellezza, oggi più che mai, è un atto di responsabilità. Per questo essere artisti oggi significa essere responsabili. Come autori e artisti Usiamo le parole di tutti, come un tessuto comune che ci riguarda senza esclusioni e lasciamo che queste parole trovino tracce, percorsi e strade al nostro interno, per restituirle al mondo”.
La motivazione della Giuria.
Con ‘Veronica’ Garaffoni avvia un’analisi dell’esistenza nelle sue derive più crudeli gettandoci tutto in faccia per essere visto nella sua brutale dolcezza; intercetta il senso profondo di quanto stiamo vivendo, non sottomettendosi ai venti convenzionali e raccontandoci una fabula insipida ma inventando una complessa geografia di corpi; punta il suo telescopio su una polveriera emotiva in cerca di scintille per deflagrare trasformandola in un affresco collettivo di una tragedia classica contemporanea, le cui radici sono sotterrate sotto le pietre del Mito e degli archetipi, accanto alle ferite della terra; prende il largo per attraversare rarefatti paesaggi della mente; canalizza il dolore in una dimora trepidante dell’attesa – allo stesso tempo corona di spine e consolazione –, un’agorà di democrazia dove i pensieri delle undici donne si affollano, si rincorrono come Baccanti nel vuoto di una stanza di luce e penombra, mentre un corollario di respiri rimane. Giacomo Garaffoni, utilizzando così l’unica sorgente inesauribile, quella della parola poetica, la contamina, ibridandola con differenti alfabeti, codici e forme espressive. Una lingua ipnotica che tesse una tela in cui i fili della compassione s’intrecciano a quelli di un silenzio mistico che ha la potenza di una diga rotta. Un fragore di parole urgenti che, travolte come “nella bufera infernal che mai non resta” di dantesca memoria, s’inchiodano inesorabilmente nella carne di ciascuno di noi”.
Tolja Djoković e Giacomo Garaffoni sono i due vincitori del bando della Biennale College Teatro dedicato agli Autori Under 40. Nel corso del prossimo anno i due elaboreranno e perfezioneranno i loro testi originali – rispettivamente “En Abyme” e “Veronica” – per presentarli alla Biennale Teatro 2022, in collaborazione con un riconosciuto centro di formazione teatrale, in forma di lettura scenica.
Foto: Tolja Djoković e Giacomo Garaffoni, vincitori del bando per Autori Under 40, Olmo Missaglia, vincitore del bando Registi Under 35