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Giro d'Italia, Sindaco Enzo Lattuca e gli Assessori Labruzzo e Verona incontrano i volontari Sermig

La solidarietà, l’impegno per la pace e la voglia di ripartire dopo un momento difficile. È questo lo spirito del progetto “3479 chilometri di speranza” che vede i volontari del Sermig – Arsenale della Pace al seguito del Giro d’Italia.

Nella giornata di ieri, giovedì 20 maggio, una piccola delegazione è approdata anche a Cesena incontrando il Sindaco Enzo Lattuca e gli Assessori ai Servizi per la Persona e la famiglia Carmelina Labruzzo e alla Pace Carlo Verona. Il messaggio di speranza, hanno spiegato i volontari ricevuti nella Sala degli specchi di Palazzo Albornoz, si trasformerà anche in un progetto di solidarietà per bambini e ragazzi in Italia e nel mondo: “Per chi non ha sport”, per sostenere attività sportive organizzate dal Sermig nei tre Arsenali di Torino, di San Paolo del Brasile e a Madaba in Giordania.
Oltre alla bandiera della Pace, la delegazione ha consegnato agli Amministratori la “Lettera alla coscienza”, scritta dal loro fondatore in occasione della partenza del Giro d'Italia, di cui il Sermig è partner sociale, e consegnata nel corso del tour a tutti i rappresentanti della società civile e delle istituzioni.

“Ringraziamo i volontari del Sermig – commenta il Sindaco Enzo Lattuca – per aver fatto tappa a Cesena e per aver affidato anche a noi, alla nostra città, questa lettera manifesto dell’impegno civile indirizzata a tutti i cittadini e scritta al fine di ricordare che in un periodo come questo, caratterizzato dall’emergenza sanitaria, ogni persona può e deve lottare per superare le difficoltà del momento e contribuire a costruire una società migliore nel segno della collaborazione e dello spirito di squadra. È proprio lo sport uno dei principi che muove lo spirito di questi volontari, uomini e donne, al servizio del prossimo”. Nella lettera, il fondatore del Sermig Ernesto Olivero afferma che è “tempo di risvegliare la coscienza e capire che i piccoli possono fare cose grandi, ma occorre che torniamo a credere nella forza propulsiva del fare comunità. Occorre gente che abbia voglia di mettere l’io al servizio del noi, un’unica squadra al servizio di una grande visione”.
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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