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Una raccolta di pièce teatrali “inedite” per ricordare il maestro del teatro cesenate Franco Mescolini

La pubblicazione è a cura di Franco Pollini, con una biografica di Franco Bazzocchi e la presentazione di Alberto Gozzi

Un maestro del palcoscenico che non ha mai dimenticato, e trascurato, le piazze e le strade. Quattro anni fa Cesena perdeva uno dei professionisti locali della recitazione, Franco Mescolini. 
Attore, regista e drammaturgo dalla lunga carriera in radio, nel piccolo schermo, al cinema e in teatro, Mescolini ai cesenati ha lasciato una grande eredità: vivere la vita con magia e un tocco di divertimento. Esattamente a quattro anni dalla sua scomparsa, il Comune di Cesena promuove “Franco Mescolini, opere per il teatro. Dieci pièce per un’infanzia senza etàuna raccolta di dieci testi teatrali dal 1986 al 2010 (edita da Il Ponte Vecchio) a cura del direttore del teatro “A. Bonci” Franco Pollini, con una biografia di Franco Bazzocchi e la presentazione di Alberto Gozzi. 

“Franco Mescolini – commenta l’Assessore alla Cultura Carlo Verona – è stato per tutti i cesenati l’artista teatrale più amato. Il suo gentile e sorridente incedere tra le assi del palcoscenico, tra gli spazi affettuosi della sua Bottega e soprattutto per le vie della città, dove non lesinava un saluto e neppure una battuta ad alcuno, era una certezza di serenità e di speranza. La corrispondenza, per lui definita con la forza di un postulato, tra vita e teatro (e viceversa), lo poneva sempre in una bolla priva di asperità e di conflitti, anche quando rivelava – e negli ultimi anni della sua esistenza purtroppo non poteva farne a meno – la debolezza e precarietà di un corpo che non obbediva più alle leggi del teatro, bensì solo a quelle della vita.
Mescolini ha redatto un corpus di opere teatrali di tutto rispetto che restituiamo alla città con questo volume antologico che presenteremo pubblicamente non appena i teatri potranno tornare a popolare le proprie platee. La raccolta comprende dieci dei quarantasette testi da lui stesso registrati alla Siae. Molti altri, nella veste di copioni, sono rimasti imprigionati nelle rappresentazioni presentate ai pubblici delle sue memorabili serate, senza lasciare altro segno se non appunti disseminati e ricordi ancora vivissimi. Ma nessuna ‘pièce’, come apostrofava i testi per il teatro, è stata da lui pubblicata. La sua scrittura era finalizzata alla rappresentazione: i testi non esistevano fuori dal palcoscenico, dai camerini, dai graticci, dove si dipanava la sua vita”. 

I promotori e i curatori del volume che raccoglie una prima parte del corpus di opere per il teatro di Mescolini, pubblicate grazie al contributo del Comune di Cesena e alla capacità editoriale della Società Editrice Il Ponte Vecchio, hanno così dovuto affrontare un problema redazionale non di semplice soluzione: dover uniformare, senza il conforto dell’autore, testi scritti in momenti diversi, assaliti spesso dalla precarietà della loro origine e della loro sorte. 

Perché dal 1986? L’inizio della carriera drammaturgica di Mescolini, il 1986, coincide con una produzione del Teatro Bonci per la Stagione di Teatro ragazzi, Quegli irresistibili favolosi Fratelli Grimm, un fatto che fa emergere una sua forte predilezione per un teatro che, attraendo i piccoli, interessi e piaccia a tutti. Così ad alcuni testi commissionati dal Bonci, il suo Teatro, ai curatori è parso doveroso dare uno spazio adeguato. E poi potrebbero portare a propria giustificazione un riferimento all’aspetto produttivo che dia conto della pluralità di interlocutori che Mescolini aveva attivato, i più istituzionali ma anche i più associativi, una base sociale e culturale da cui egli era partito e a cui tornava sempre. E così non manca una scelta dei testi preparati per le attività della sua Bottega.   

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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