Nella mattina di martedì 12 maggio si è tenuto in videoconferenza il tavolo di coordinamento con gli Istituti bancari del territorio e le Associazioni di categoria della provincia di Forlì-Cesena, convocato dai Sindaci del Cesenate per condividere e affrontare la gestione delle misure di sostegno alle imprese.
L’incontro, coordinato dal Sindaco di Bagno di Romagna Marco Baccini e dall’Assessore alle politiche economiche del Comune di Cesena Luca Ferrini, si è focalizzato sul tema dei finanziamenti alle piccole medie imprese con garanzia dello Stato previsti dal Decreto Liquidità n. 23/2020. “Le segnalazioni che riceviamo quotidianamente – spiegano Baccini e Ferrini – e che sintetizzano anche la posizione delle Associazioni di categoria fanno emergere una difficoltà generalizzata nella gestione delle pratiche di finanziamento da parte delle imprese, che si traduce nella situazione che tutti volevamo evitare, ovvero difficoltà burocratiche, ritardi e mancanza di quella liquidità veloce di cui le imprese hanno bisogno. Dai rappresentanti degli Istituti di credito abbiamo avuto alcuni ritorni che ci hanno consentito di individuare le problematiche che frenano quell’immediatezza auspicata e che ci permettono di elevare una richiesta al Governo in vista della predisposizione dell’imminente Decreto Rilancio”.
“Sostanzialmente – evidenziano il Sindaco Baccini e l’Assessore Ferrini – dobbiamo prendere atto che non si tratta di inefficienza o scollamento dalla realtà del sistema bancario quanto piuttosto del quadro normativo che il Decreto Liquidità non ha saputo superare per rendere veloci le procedure. Nel prevedere il meccanismo del sostegno alle imprese con garanzia statale, infatti, gli Istituti di credito non sono stati dispensati dai vincoli di controllo previsti dalle norme vigenti, ciò che si traduce nell’obbligo di istruttorie ordinarie, con tutti i passaggi complicati e laboriosi che purtroppo conosciamo nella realtà di un quadro normativo stratificato”.
A complicare la situazione, per di più, la gestione in smart-working imposta dal Covid-19, l’obbligo di rispettare la cronologia delle richieste e la quantità di domande pervenute contemporaneamente che supera del doppio quelle che in genere vengono gestite generalmente in un semestre o addirittura in un anno solare.
A ciò si aggiunga anche la difficoltà per molte imprese del settore manifatturiero nel provare per documenti la riduzione del fatturato, nonché la modulistica “difficile” prevista dal Decreto, primo fra tutti il modello 4-bis, tanto che ha reso necessario per le imprese rivolgersi a consulenti oppure la necessità di integrazioni, rettifiche e nuove compilazioni da parte delle imprese, per superare le quali alcuni Istituti hanno dedicato a tempo pieno propri uffici interi.
“Dobbiamo rilevare – proseguono gli Amministratori – che gli Istituti bancari non hanno fatto di queste complicazioni una scusante e hanno ammesso la propria difficoltà a gestire questa manovra, dando comunque dimostrazione di impegno e volontà a superare molti vincoli anche “stressando” le procedure.
Sta di fatto che il problema si è creato e sta causando ritardi che creano gravi problemi al mondo dell’imprenditoria, aumentando un’agonia già drammatica e alimentando quella sfiducia a un tessuto così intraprendente e generoso che dobbiamo tenere in vita per superare questa crisi e rilanciare. Insieme alle Associazioni di categoria e agli Istituti bancari siamo impegnati a superare queste criticità, ma gli strumenti primari per permetterci di essere concreti e rapidi devono ancora una volta arrivare dal Governo, a cui chiediamo con poteri d’emergenza di congelare immediatamente tutti gli obblighi di controllo in capo agli Istituti di credito previsti dalle normative vigenti, ad esempio valorizzando in alternativa lo strumento delle Autocertificazioni già previsto dal nostro ordinamento, in modo da superare quella burocrazia che si sta rivelando ancora una volta il maggior problema di questo paese.
Questa – chiudono Sindaco e Assessore – è la più grande opportunità che il paese Italia ha di rivedere il sistema di norme e vincoli che si è stratificato nei decenni e che costringe quotidianamente pubblico e privato alla paralisi, che è l’ostacolo più grave per far correre l’intraprendenza di cittadini e imprese”.