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Undici cartoline per raccontare l'orrore di Auschwitz, l'iniziativa del Centro Pace di Cesena che coinvolge 150 giovani

 
Undici cartoline per raccontare l’orrore di Auschwitz e per condividere con tutta la comunità le riflessioni maturate nel corso della visita al campo di concentramento situato nelle vicinanze della cittadina polacca di Oświęcim. In vista del 75esimo anniversario della Liberazione d’Italia, il Centro per la Pace “Loris Romagnoli” di Cesena presenta alla città i frutti conclusivi del progetto "Promemoria Auschwitz 2020", che dal 27 gennaio al 2 febbraio scorso ha visto 150 giovani romagnoli protagonisti del percorso della memoria attraverso un viaggio in treno verso Cracovia e gli ex campi di concentramento e sterminio di Auschwitz-Birkenau. Bernard Brumer, Elena Brumer-Rosenbau, Anna Forti, Elda Forti, Lina Forti, Lucia Forti, Diana Iacchia, Dina Iacchia, Amalia Saralvo Levi, Giorgio Saralvo, Mario Saralvo, sono questi i nomi dei concittadini ebrei deportati da Cesena negli anni 1943-1944. 

Come ogni anno, il progetto contempla una fase primaverile di incontri che permettono ai partecipanti di rielaborare l’esperienza vissuta, approfondendo e ampliando i ragionamenti e le riflessioni maturate nei mesi precedenti. 

Nonostante l’emergenza sanitaria in corso, le Associazioni promotrici (Centro per la Pace di Cesena e Deina) non hanno rinunciato alla possibilità di proseguire questo percorso continuando a creare spazi di dialogo e confronto tra i giovani partecipanti, facendo un uso creativo delle risorse digitali. 

Negli ultimi due mesi i ragazzi hanno condiviso le loro emozioni e le riflessioni maturate durante l’esperienza del viaggio realizzando 11 cartoline per testimoniare alla cittadinanza l’esperienza vissuta. I contenuti sono stati pubblicati sul sito Cesenacultura e sulla pagina Facebook del Comune di Cesena. 

“Promemoria Auschwitz” ha accompagnato in viaggio oltre 2.000 giovani da tutta Italia - 150 dalla Romagna - lungo la storia e le memorie del '900 europeo, attraverso luoghi complessi, valicando confini fisici ed emotivi spesso inaspettati, percorrendo km di strada in treno, a piedi, spalla contro spalla. Giovani donne e uomini hanno riflettuto sul loro ruolo nel tempo, esplorando il passato per interrogare il presente. In questo 25 Aprile il loro sguardo, le loro parole, il loro modo vivido di raccontarsi sono l’augurio più bello per puntare l’orizzonte, allungare la mano e provare a costruire il nostro futuro con tenacia, curiosità e coraggio.  

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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