Sono 55mila in Italia le persone, tra uomini e donne di tutte le età, che a casa non possono restarci perché non hanno una propria abitazione.
Anche a Cesena sono in diversi i senza fissa dimora a cui l’Amministrazione comunale, sin dall’inizio dell’emergenza COVID-19, ha pensato al fine di garantire a ciascuno di loro una soluzione abitativa.
“In questo momento di emergenza sanitaria – commenta l’Assessora ai Servizi Sociali Carmelina Labruzzo – i senzatetto possono mettere a rischio se stessi ma anche gli altri. Si sentono più isolati e abbandonati. Hanno paura.
Per queste ragioni abbiamo subito pensato di prolungare l’orario di apertura dell’Ex Roverella, oltre alla fascia notturna, e di mettere a disposizione i nostri servizi, in collaborazione con la Diocesi di Cesena-Sarsina.
Il lavoro di squadra è fondamentale in queste situazioni e la risposta della comunità cesenate è stata immediata e unanime anche in riferimento al brusco calo delle temperature registrato nelle ultime ore”.
Attualmente, nel dormitorio in Via Vescovado, gestito dall’Associazione Papa Giovanni XXIII, sono 12 le persone ospitate per tutto il giorno, e non unicamente per la notte.
Negli spazi del dormitorio di Via Strinati, gestito da ASP / Team Service, sono invece 24.
Il Comune ha inoltre riaperto la Casa di Oriola, nei locali dell’ex scuola elementare, partita con 4 richiedenti asilo a cui si sono aggiunti, a partire da oggi, altre 5 persone di nazionalità italiana.
Inoltre, il Circolo Primavera 3 (Zona Serraglio), gestito da Auser, è un ulteriore punto di riferimento.
“In questo caso – spiega l’Assessora – i volontari Auser aprono e chiudono, forniscono tutto il necessario per il pranzo.
I volontari Cils portano il pranzo in porzioni ed è compito di Caritas distribuirlo.
Il servizio sostituisce la mensa Caritas (chiusa a causa degli spazi angusti e troppo stretti) e accoglie chi non ha già trovato riparo negli altri due dormitori”.
Altre persone in stato di emergenza sono state accolte in un B&B attivato sempre in collaborazione con Caritas.