la lettera che il Sindaco di Cesena Paolo Lucchi ha inviato al Presidente della Confcommercio Augusto Patrignani in risposta all'intervento di quest'ultimo sul federalismo e il ruolo degli enti locali.
Cesena, 10 febbraio '11
Caro Presidente,
ho letto la tua lettera del 28 gennaio scorso relativa all'attuazione del cosiddetto federalismo fiscale ed al suo impatto sul nostro territorio e sulle sue imprese e condivido le tue preoccupazioni per i provvedimenti che il Governo sta adottando: il federalismo che era stato promesso avrebbe dovuto restituire ai territori un maggior quantitativo delle risorse prodotte dai territori stessi ed invece rischiamo di ritrovarci con più tasse e meno autonomia per le comunità locali.
In realtà, in questi ultimi due anni, mentre si annunciava il federalismo, l'autonomia degli enti locali è già diminuita a causa dei continui vincoli imposti dal Governo ed è stato inasprito il patto di stabilità.
Inoltre, le misure di contenimento delle spese sono state attivate in modo generalizzato, nel tentativo di bloccare la spesa pubblica, danneggiando soprattutto i Comuni più virtuosi che si sono visti colpiti esattamente come quelli meno virtuosi. Nonostante questo, nel 2009 la spesa pubblica delle amministrazioni centrali è arrivata a 467 miliardi di euro, con un aumento dell'8,6%.
Il contributo totale richiesto dalla manovra 2010 alle amministrazioni centrali è stato di 29,8 miliardi di euro mentre, come sai, alle amministrazioni locali è stato richiesto un taglio di 27,2 miliardi di euro ed i Comuni hanno subìto tagli lineari ai trasferimenti per 1,5 miliardi di euro nel 2011 e per 2,5 miliardi di euro nel 2012: è evidente che si è tentato di "scaricare" la tenuta dei conti pubblici prevalentemente sugli enti locali e, quindi, sui cittadini e sulle imprese.
Nel nostro caso - nonostante anche gli stessi Partiti di opposizione abbiano riconosciuto Cesena come un Comune virtuoso e ben amministrato - siamo stati penalizzati dalla manovra come ogni altro Comune italiano. E così abbiamo approvato il bilancio preventivo 2011 facendo fronte ai minori trasferimenti statali (circa 3,2 milioni di euro) quasi per intero con una riduzione ulteriore della spesa e solo in minima parte con recuperi tariffari.
Quanto al patto di stabilità, il cui vincolo ha come scopo la riduzione del debito pubblico, è bene ricordare come il debito dell'amministrazione centrale nel 2009 sia stato pari a 1.659,1 miliardi di euro mentre il debito delle amministrazioni locali è di 129,9 miliardi. In questo quadro il Comune di Cesena, con un debito residuo di 473 euro per abitante, è uno dei comuni meno indebitati tra quelli italiani con più di 50.000 abitanti. Ma anche questo, purtroppo, non ha comportato alcun merito, in quanto il patto di stabilità è stato inasprito a Cesena esattamente come ai Comuni più indebitati.
Va poi considerato che nei primi 11 mesi del 2010 (ultimo dato disponibile del Ministero dell'Economia), pur nel perdurare della crisi, le entrate fiscali in Italia sono aumentate dello 0,7% rispetto all'anno precedente, e già secondo l'OCSE nel 2009 la pressione fiscale era cresciuta in Italia dello 0,2%.
Ora il Governo, dopo aver riscritto più e più volte negli ultimi mesi il fisco municipale, "consente" ed, in sostanza, impone ai Comuni di aumentare l'Irpef sui cittadini, di applicare la tassa di soggiorno sui turisti, di istituire l'Imu, la nuova imposta sul possesso di immobili, con l'aliquota al 7,6 per mille, più elevata per le imprese rispetto all'attuale ICI sui beni strumentali.
Mi chiedo e ti chiedo: in questo momento così difficile, le famiglie e le imprese possono sopportare che lo Stato costringa i Comuni ad innalzare la pressione fiscale? Ed ancora: non è, invece, possibile pensare ad un federalismo che premi la sobrietà delle amministrazioni locali, dei cittadini e delle imprese?
Si tratta di domande retoriche, lo so bene, ma vivo come una vera ingiustizia un federalismo come quello che si sta costruendo, che corre il rischio di penalizzare i cittadini cesenati e di rallentare ulteriormente una ripresa economica che molte delle nostre imprese non riescono a vedere così ravvicinata.
Anche per questo i Sindaci dei Comuni del comprensorio cesenate sabato scorso hanno ritenuto di dover segnalare con forza l'allarme e la preoccupazione che deriva da una prospettiva futura che ci preoccupa.
Se ben ho interpretato la tua lettera, credo che la stessa preoccupazione pervada te, il gruppo dirigente di Confcommercio cesenate, le imprese che rappresentate. Per questo mi auguro che anche Confcommercio voglia far sentire la propria voce segnalando ai parlamentari locali e nazionali che stanno per esprimere un voto sui decreti collegati al federalismo, tutta la propria preoccupazione per un provvedimento che non aiuta in alcun modo il rilancio della nostra economia e delle nostre imprese.
Quando servirà, sarò volentieri al vostro fianco per sostenere le ragioni della nostra città e delle sue imprese.
Il Sindaco
Paolo Lucchi
Ufficio stampa
Federica Bianchi