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Al via il referendum sul nome dialettale di Cesena

Votazioni aperte dal 1 all’8 marzo

 
Si apre ufficialmente domani, venerdì 1 marzo, il ‘referendum’ sul nome dialettale di Cesena, lanciato dall’Amministrazione comunale con l’intento di trovare in questo modo la forma in cui il maggior numero di cesenati si riconosce, per inciderla su una fioriera del rinnovato quarto lato di piazza del Popolo.Ben otto le varianti in lizza, individuate attraverso le segnalazioni di studiosi e appassionati della materia, ma anche semplici cittadini.

Eccole, in ordine rigorosamente alfabetico: 
Ceséna
Cisàina
Ciséna
Zisaina
Ziseina
Ziséna
Zisoina
Zizéina 

La consultazione è aperta a tutti i residenti nel Comune che abbiano compiuto i 16 anni di età.
Si può votare on line, collegandosi al sito del Comune (il sistema è lo stesso sperimentato con Carta Bianca).
In alternativa si può compilare il coupon pubblicato sui quotidiani locali e depositarlo nell’apposita urna collocata all’Ufficio Iat, sotto il loggiato comunale, aperto dal lunedì a sabato dalle 9.30 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00; la domenica e festivi dalle  9.30 alle 12.30.  Le operazioni di voto si protrarranno fino a venerdì 8 marzo, alle ore 18. La variante che avrà ricevuto più voti sarà quella che verrà incisa sul quarto lato di piazza del Popolo accanto alle denominazioni in italiano e latino del nome della città.  

"Eravamo partiti dalla coppia ‘Ciséna’ – ‘Cisaina’ – ricorda il Sindaco Paolo Lucchi -, e in pochi giorni  le forme dialettali del toponimo Cesena sono diventate addirittura 8. E, ne sono certo, se proseguissimo in questa ricerca, si aggiungerebbero anche altre varianti. Ma in sintesi, a mio parere, è bello e piacevole che in questi giorni si sia riacceso un dibattito sul nostro dialetto: il segno di una comunità vivace, certamente proiettata verso il futuro, ma anche ben consapevole ed orgogliosa delle proprie radici, che sono molteplici, anche perché non vi è “un dialetto” cesenate puro. Per questo tanti di noi, almeno una volta, si sono sentiti di identificare la provenienza del proprio interlocutore da una delle 60 frazioni cittadine, commentando l’apertura o la chiusura di una vocale. Per non dire, naturalmente, del riconoscimento quasi a distanza di un ravennate o di un riminese…… E’ però importante il segno che il linguaggio e le parole lasciano in ciascuno di noi, perché il “lessico familiare” o, per meglio dire, “cittadino”, contribuiscono a cementare quell’identità in cui una comunità si riconosce. Lo so bene, in questi giorni qualcuno sta obiettando che ci sono temi più importanti su cui concentrarsi.

Non fatico a riconoscerlo, anche se consiglierei un po’ di prudenza nel derubricare il tema a questione da poco, poiché con la triplice iscrizione prevista sul quarto lato (Cesena, Caesena, Cesena in dialetto), lasceremo un segno in quella piazza del Popolo che sempre più è il biglietto da visita del nostro centro storico ed era doveroso dedicarvi la massima condivisione. Anche dopo il voto ognuno continuerà a pronunciare "Cesena" in dialetto a modo suo, ma almeno avremo individuato una forma accettata da un numero significativo di noi, stoppando sul nascere ogni recriminazione.

E magari avremo anche riportato un po’ di dialetto nelle nostre famiglie perché, come ci hanno ricordato Raoul Casadei ed Ivano Marescotti domenica scorsa a “Sono Romagnolo”, il dialetto ormai è un modo di esprimersi comune a pochi, mentre sempre più spesso troppi si limitano ad un “lo capsico ma non lo parlo” che nasconde una distanza dalle nostre radici cui non possiamo assistere inermi. Facciamo bene ad affrontare la questione con la leggerezza che ci è propria ma una cosa è certa: grazie alle tante mail, ai commenti sui social, alle chiacchiere di strada o da bar, oltre che al coinvolgimento diretto dei quotidiani locali il Resto del Carlino ed il Corriere Romagna che ringrazio molto, anche perché saranno direttamente protagonisti del voto, siamo tornati a parlare di noi”.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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