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Cesena ha ricordato le vittime civili di guerra nella Giornata a loro dedicata

 
Cesena ha ricordato questa mattina la Giornata Nazionale delle Vittime Civili delle guerre e dei conflitti nel mondo, istituita da una legge del 2017 “al fine di conservare la memoria delle vittime civili di tutte le guerre e di tutti i conflitti del mondo, nonché di promuovere, secondo i principi dell’articolo 11 della Costituzione, la cultura della pace e del ripudio della guerra”.Nel corso di una breve cerimonia, è stata deposta una corona d’alloro ai piedi della lapide dedicata alle vittime civili di guerrasituata all’ingresso del Comune. Successivamente sono intervenuti Gisberto Maltoni, Vicepresidente della sezione di Forlì-Cesena dell’Associazione Nazionale Vittime Civili  di Guerra – ANVCG, e il Sindaco di Cesena Paolo Lucchi. 

“Erano  le 14,45 del 13 maggio 1944 – ricorda il Sindaco Lucchi - quando Cesena fu bombardata per la prima volta e, per chi c’era, questa data è rimasta scolpita indelebilmente nella memoria, perché ha segnato l’avvio del periodo più terribile  della guerra. Nei sette mesi successivi si abbatterono sulla città 76 fra bombardamenti e mitragliamenti aerei (l’ultimo l’11 dicembre 1944, quando la città era già stata liberata), mentre nelle campagne se ne registrarono altri 62.
Si dice che i numeri siano aridi, ma in realtà, se sappiamo interpretarli, ci raccontano storie importanti, che dobbiamo conoscere e tenere a mente. Nei 138 bombardamenti che colpirono il cesenate morirono circa 700 civili innocenti: bambini, donne, uomini,  anziani, malati che non avevano altra colpa se non quella di non essere riusciti  a trovare un rifugio sicuro.
A loro si aggiungono  i 1800 che rimasero feriti e che, in molti casi, subirono mutilazioni permanenti, e i tanti che persero tutto. Per noi che oggi viviamo in pace e non abbiamo mai conosciuto gli orrori della guerra, è molto difficile immaginare le condizioni terribili in cui si trovarono a vivere i cesenati di allora, il dolore straziante della perdita dei propri cari, il senso di assoluta impotenza e precarietà che li accompagnava giorno e notte.
Ricordare oggi le vittime civili di quella guerra e di tutte le guerre, oltre a essere un doveroso omaggio, deve essere anche occasione  per riflettere, per rafforzare in noi quel ripudio della guerra, in ogni sua forma, che la nostra Costituzione rivendica come  base della comunità che chiamiamo Stato”.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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