LA MOSTRA
La mostra sull’opera di Fernand Pouillon vuole mettere a fuoco lo stretto rapporto tra architettura, città e paesaggio, ponendo l’attenzione sulla relazione tra i caratteri architettonici della costruzione e il ruolo urbano degli edifici.
L’opera di Fernand Pouillon mostra la cura per un’architettura concepita come fatto urbano nel suo farsi costruzione fin dal progetto, che non separa disegno da costruzione e architettura da città, che nell’intreccio fra edificazione e vuoto, privato e pubblico, trova il suo fondamento e afferma la sua natura civile. L’esatta collocazione del suo lavoro e della sua figura nella cultura architettonica sono tuttavia ancora in definizione.
Si è ora alla ricerca di una posizione che indichi con maggiore evidenza il carattere innovativo di un’attività che ha saputo precorrere le migliori pratiche contemporanee del progetto urbano e della trasformazione del mondo costruito individuandone anticipatamente nodi problematici e temi. Va infine reso evidente come quest’opera rifletta una interpretazione di “tendenza” della cultura moderna compresa nell’architettura
mediterraneo-europea.
Per questi motivi le architetture selezionate ed esposte aspirano a organizzare una rassegna esemplare e un avanzamento degli studi sull’opera di Pouillon che siano orientativi per il progetto urbano contemporaneo ed emblematici della sua architettura.
La mostra è accompagnata dal catalogo:
Fernand Pouillon. Costruzione città paesaggio, a cura di F. Patrono, M. Russo, C. Sansò, Clean edizioni, Napoli 2018.
LE OPERE IN MOSTRA
La selezione delle opere in mostra vuole rappresentare il loro rapporto tra architettura, città e paesaggio, considerando la relazione tra i caratteri architettonici della costruzione e le forme urbane delle edificazioni e dello spazio pubblico.
I lavori selezionati possono essere intesi come guida nel quadro generale dell’opera di Pouillon. La selezione è anche orientata dalla necessità di un ordinamento dei materiali d’archivio, alla ricerca e reperimento di nuova documentazione che renda possibile organizzare attorno alle opere scelte uno studio approfondito se non l’apertura di nuovi orizzonti.
Le opere guida individuate sono:
Francia: Marsiglia, la Tourette e vieux port (1948-1955) /Aix-en-Pro-vence, 200 Alloggi (1952-1953);
Algeria: Algeri, Climat de France (1954-1959) / Diar-el-Machoul (1953-1955);
Francia: Meudon la Forêt, Residence du Parc (1957-1962) / Parigi, le Point du Jour (1957-1964); Bastia, Corsica (1958-1965);
Francia-Algeria: la Syene-sur-Mer, les Sablettes (1950-1953) / Timimoun, hotel Gourara, (1968).
Nella doppia selezione degli esempi si vuole considerare una sorta di dialogo o corrispondenza fra progetti e costruzioni che rinviano l’una all’altra, che aprono e/o terminano esperienze di architettura. In questo modo sono anche individuati quelli che si possono chiamare i paesi dell’opera di Fernand Pouillon, la molteplicità dell’opera nelle andata-ritorno, continuo fra Oriente e Occidente attraverso il Mediterraneo.
Nelle opere scelte è anche colto il cambiamento dello spirito del tempo nella cultura della modernità: dalla ricostruzione postbellica alla società dei consumi, che l’opera di Pouillon ha saputo così ben interpretare sintetizzato nel periodo compreso tra le prime opere in Provenza e quelle dell’Algeria indipendente: gli anni sono il 1948 e il 1968.
UNA MOSTRA ITINERANTE E CRESCENTE
La mostra ha inaugurato il suo viaggio a palazzo Gravina a Napoli il 19 aprile 2018.
In seguito è stata allestita a Bari, Firenze, Milano, Venezia e ora a Cesena.
Nella prossima primavera la mostra sarà a Losanna, in Svizzera, e a Marsiglia, Lione e Parigi, in Francia. Si toccheranno poi centri rilevanti della cultura architettonica europea e mediterranea, come Madrid, Saragozza, Barcellona e Algeri.
Proprio per il suo carattere di proposta e ricerca, la mostra è itinerante: nel suo viaggio si propone di crescere, generando nei luoghi della sua successiva esposizione occasioni di confronto aperto sui temi che indaga. Per questo le istituzioni che, oltre a ospitare il suo allestimento temporaneo vogliono aderire alla sua promozione, possono partecipare con un proprio contributo su un’opera, proponendo la produzione e/o una pubblicazione che rientri nell’ordinamento e nell’immagine coordinata della mostra, oppure un modello che sia testimone del suo passaggio. I contributi si aggiungeranno all’allestimento di ogni tappa, in questo modo la mostra crescerà arricchendosi degli apporti che confluiranno durante il suo percorso.
Fernand Pouillon
Fernand Pouillon nasce a Cancon, Francia, il 14 maggio 1912. La sua carriera inizia in Provenza dove fonda le basi della sua notorietà.
L’emergenza di un linguaggio realmente personale si riscontra nella realizzazione dello Stadio municipale di Aix-en-Provence nel 1946 e della Stazione sanitaria di Marsiglia nel 1947: una modernità in linea diretta con la storia dell’architettura, il riutilizzo di procedimenti ancestrali di costruzione, la valorizzazione di ogni materiale attraverso la sapiente combinazione degli elementi costruttivi, la giusta rispondenza della forma al suo uso. Il complesso abitativo di La Tourette a Marsiglia rappresenta un momento di riscontro decisivo di tutte le sue riflessioni. La messa a punto di un metodo di controllo del progetto culminerà nei duecento alloggi di Aix-en-Provence. Seguiranno le migliaia di alloggi costruiti a Algeri tra il 1954 e il 1958, Diar-es-Saada, Diar-el Mahcoul e Climat de France.
Nella realizzazione delle operazioni di Pantin, Montrouge, Meudon-la-Forét, Boulogne-Billancourt, nella cintura parigina, tra il 1957 e il 1961, ricopre il ruolo di imprenditore, architetto e committente. Nel 1961 è il maggior imputato di un affare giudiziario sull’operazione dei 2.260 alloggi del Point du Jour a Boulogne-Billancourt.
Privato di libertà fino al 1964 si dedica alla scrittura: Les pierres sauvages (1964) e le Memoires d’un architecte (1968) sono i suoi testi di quegli anni. Nell’Algeria post coloniale, Fernand Pouillon si occupa della realizzazione di vasti programmi turistici e di strutture universitarie.
Muore il 24 luglio 1986, dopo essere stato insignito della Légion d’Honneur dal Presidente Francois Mitterand.
Orari di apertura
Galleria del Ridotto
via Mazzini 1, Cesena
9 febbraio 2019 - 31 marzo 2019
mer-sab-dom 10.30-12.30 e 16.30-19.30
mart-gio-ven 16.30-19.30
lunedì chiuso
Ingresso libero
Inaugurazione
Sabato 9 febbraio ore 17.30
Sede espositiva:
SALA SAN GIORGIO, BIBLIOTECA MALATESTIANA
Piazza Bufalini, 1 Cesena
dal 17 gennaio al 31 marzo 2019
Orari:
Lunedì 14.00 -16.00
dal martedì al sabato: 09.00 - 16.00
domenica e festivi: 10.00 - 16.00
Ingresso: gratuito
Crediti:
Allestimento di Cesena
A cura di: Gino Malacarne e Francesco Mirri
con Ufficio mostre del Dipartimento di Architettura
Stefania Rossl - Responsabile scientifico
Alice Aloisi - Responsabile tecnico
Enrico Mambelli - Tutor
Direzione e organizzazione
Giulio Barazzetta, DABC Politecnico di Milano
Renato Capozzi, DiARC Università degli studi di Napoli “Federico II”
Catherine Sayen, présidente de l’Association “Les Pierres sauvages de Belcastel” Toulouse
Cura generale e coordinamento
Giulio Barazzetta, Renato Capozzi, Francesca Patrono con Claudia Sansò e Mirko Russo
ALMA MATER STUDIORUM - Università di Bologna
Dipartimento di Architettura, Corso di Laurea in Architettura
via dell’Università 50 - 47522 Cesena (FC)
con il contributo
Comune di Cesena