testata per la stampa della pagina

Gramsci: i quaderni del carcere e le riviste ritrovate

Mostra prorogata fino al 14 aprile 2019 - Sala San Giorgio, Biblioteca Malatestiana

E' stata inaugurata giovedì 17 gennaio, nella Sala San Giorgio della Biblioteca Malatestiana di Cesena la mostra documentaria “Gramsci. I quaderni del carcere e le riviste ritrovate” realizzata dalla Fondazione Gramsci con il patrocinio della Regione Emilia Romagna e del Comune di Cesena, in collaborazione con la Fondazione Antonio Gramsci onlus e la Fondazione Radici della Sinistra di Cesena.
La mostra è organizzata dall’Associazione MetaMorfosi.
Erano presenti all'inaugurazione Christian Castorri, Assessore alla Cultura del Comune di Cesena, Massimo Mezzetti, Assessore Cultura, Politiche giovanili e Politiche per la legalità della Regione Emilia-Romagna. Con loro Gianni Francioni, Francesco Giasi e Luca Paulesu, curatori della mostra e Pietro Folena Presidente di MetaMorfosi.

LA MOSTRA
La mostra dei Quaderni del carcere di Antonio Gramsci è andata arricchendosi nel tempo e nei passaggi da una città all’altra. In questa edizione, ai trentatré quaderni scritti fra il 1929 e il 1935 si aggiungono i due ricevuti a Turi nel 1933 lasciati in bianco – mai esposti in precedenza – e alcune riviste recentemente ritrovate a Ghilarza. Un’ulteriore integrazione è costituita dai libri provenienti dalla biblioteca che Gramsci aveva messo insieme da giovane e da alcuni dei foglietti superstiti di un ampio schedario bibliografico che aveva compilato negli anni del liceo e dell’università.I collegamenti che si possono stabilire fra manoscritti del carcere, riviste, libri e schede retrodatano agli anni trascorsi in Sardegna la conquista di una già significativa maturità culturale. 

I QUADERNI
Gramsci ottenne il permesso di scrivere nel gennaio del 1929, mentre era recluso nel carcere di Turi dove sconta la condanna a oltre vent’anni inflittagli il 4 giugno 1928 dal Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Inaugurò il primo quaderno già l’8 febbraio 1929 e, sino al novembre 1933, quando lascerà Turi per una clinica di Formia, compilerà 21 dei 33 quaderni di annotazioni, traduzioni, appunti miscellanei. Ad essi consegna le riflessioni sulle cause che avevano condotto alla vittoria del fascismo e su una lunga serie di «quistioni» filosofiche, storiografiche e politiche che toccano aspetti fondamentali della modernità: l’apogeo e la crisi dello Stato-nazione, l’industrialismo, il rapporto dirigenti e diretti, la funzione degli intellettuali, le tensioni derivanti dall’unificazione internazionale dei mercati a fronte di una politica chiusa nei confini nazionali, la guerra mondiale e la nascita della società di massa, la funzione dei partiti e l’emancipazione delle classi subalterne.Alla sua morte i quaderni sono inviati a Mosca dalla cognata Tatiana Schucht e tornano in Italia nel marzo del 1945. 

LE RIVISTE RITROVATE
All’inizio del 2018 è avvenuto un fortunato ritrovamento nella soffitta della casa di Ghilarza abitata fino alla morte da Teresina Gramsci Paulesu, sorella prediletta di Antonio: un’intera collezione di riviste, circa 280 numeri di sette diverse testate (“Il Marzocco”, “Le Cronache letterarie”, “La Lupa”, “Piemonte”, “La Voce”, “Patria. Giornale dell’idea liberale”, “L’Unità. Problemi della vita italiana”) risalenti al periodo compreso fra il 1907 e il 1914. Sono periodici ai quali Gramsci era abbonato negli anni in cui frequentava il Ginnasio di Santu Lussurgiu, il Liceo Dettori di Cagliari e la Facoltà di Lettere dell’Università di Torino, e facevano parte della biblioteca personale che egli venne formando nella casa paterna e che continuò ad arricchire nel corso degli anni successivi con l’invio a Ghilarza di volumi e periodici. Assieme ad alcuni fascicoli delle riviste ritrovate, sono esposti dei libri provenienti dalla biblioteca di Ghilarza e alcune schede bibliografiche autografe redatte da Gramsci mentre frequentava il liceo e l’università.All’interno dell’esposizione assume un particolare rilievo  la figura di Renato Serra, scrittore e critico autore di “Esame di coscienza di un letterato”, direttore della Biblioteca Malatestiana fino al 1915. Gramsci nutriva grande ammirazione per l’intellettuale cesenate e, alla sua morte, gli dedicò un celebre articolo significativamente intitolato “La luce che si è spenta”. I documenti esposti  testimoniano ulteriormente questo legame, con la presenza di due volumi di Serra – “Le lettere” e gli “Scritti critici” - appartenuti alla biblioteca giovanile di Gramsci. 

I DOCUMENTI IN DIGITALE
All’emozione di vedere i quaderni e i libri appartenuti a Gramsci si unirà la possibilità di sfogliare e ingrandire le pagine dei manoscritti attraverso schermi touch screen; anche le riviste, i libri e le schede bibliografiche saranno riproposti in formato digitale.Si potrà ammirare la particolare grafia di Gramsci che, sebbene minutissima, risulta di facile lettura grazie alla sua regolarità e all’assenza di segni di ripensamento; si potranno confrontare le note di prima stesura – barrate dall’autore, ma sempre leggibili – con quelle ricopiate e rielaborate nei quaderni in cui volle trattare estesamente alcuni argomenti: il pensiero di Niccolò Machiavelli, la filosofia di Benedetto Croce, il Risorgimento italiano, l’americanismo e il fordismo, il folclore, la critica letteraria, il giornalismo, la storia e la funzione degli intellettuali italiani.
Le immagini dei libri saranno affiancate da giudizi tratti da scritti di Gramsci. 

Il CATALOGO
E' disponibile un catalogo della mostra pubblicato da Metamorfosi edizioni.



 


Sede espositiva:
SALA SAN GIORGIO, BIBLIOTECA MALATESTIANA
Piazza Bufalini, 1 Cesena
dal 17 gennaio al 14 aprile 2019

Orari:

Lunedì 14.00 -16.00
dal martedì al sabato: 09.00 - 16.00
domenica e festivi: 10.00 - 16.00
Ingresso: gratuito 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Chiudi la versione stampabile della pagina e ritorna al sito