Si trasmette il testo della risposta che l’Assessora Sostenibilità Ambientale ed Europa Francesca Lucchi ha fornito nel corso del Consiglio comunale all’interpellanza della Consigliera Claudia Ceccaroni (M5S) in merito alla situazione dell’attività estrattiva lungo il fiume Savio. Di seguito il testo della risposta Il tema affrontato in questa interpellanza è trattato nel Piano delle Attività Estrattive (P.A.E.) del Comune di Cesena, approvato dal Consiglio Comunale con delibera n. 54, del 27 / 07 / 2017 e già adottato con delibera sempre di Consiglio Comunale n. 20 del 17/03/2016.
Come descritto nel Piano, lungo il fiume Savio sono previste 5 aree per attività estrattiva. L’inserimento di tali aree negli strumenti di pianificazione delle attività estrattive (P.I.A.E. e P.A.E.) è stato possibile a seguito di attività di studio, vagliate ed approvate dal Comitato Istituzionale dell’Autorità dei Bacini Regionali Romagnoli nel dicembre del 2007.
Da tali analisi si evince un contributo delle attività estrattive alla riduzione del rischio idraulico dei corsi d’acqua, valutando positivamente la possibilità di laminazione del fiume Savio nel tratto a monte del tessuto cittadino, individuando alcune anse naturali del corso d’acqua, strategiche per azionare attività estrattiva e successiva realizzazione di casse di espansione.Pertanto tali aree hanno una finalità di sicurezza territoriale nel momento in cui la loro sistemazione finale, a cassa di laminazione delle piene fluviali, fornisce un contributo per la riduzione del rischio idraulico ed il miglioramento della regimazione del fiume stesso.
1. Quali sono le dimensioni che gli scavi avevano ad inizio lavori e quali dimensioni dovrà raggiungere?
2. Sono previsti ulteriori aumenti dei quantitativi estraibili? L’area estrattiva Polo 26 “Palazzina” fa parte dell’insieme delle cave pianificate lungo il fiume Savio.Tale area era già presente negli strumenti di pianificazione precedenti con una estensione areale di 14,35 ettari.Nei Piani (P.I.A.E. e P.A.E.) vigenti l’area è stata confermata con un ampliamento di 9,83 ettari.
Tuttavia come indicato dal P.I.A.E. e recepito dal P.A.E., una parte dell’ampliamento, pari a 5,08, ettari è soggetta al vincolo assoluto di cui all’art. 35, comma 1 delle Norme Tecniche di Attuazione (N.T.A.) del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale (P.T.C.P.), per cui la sua attuazione è subordinata al recepimento del Piano Regionale di Tutela delle Acque (P.T.A.) da parte del P.T.C.P. ed alla compatibilità rispetto all’art. 50 dello stesso.In definitiva, quindi, il P.A.E. vigente alla nuova area di 19,1 ettari, compresa la porzione di ampliamento libera da vincoli, ha assegnato un quantitativo estraibile di 475.273 metri cubi di ghiaia.
3. Oltre a rispondere alla necessità di aumentare la cassa di espansione, il Comune e quindi i cittadini, avranno un beneficio economico?
4. Quali sono i costi a carico del Comune?
5. Il Comune ha individuato gli eventuali benefici per i cittadini cesenati? Se sì, quali?Premetto che non risultano esservi costi a carico del Comune in materia di attività estrattiva e di sistemazione finale delle aree.Principale beneficio collettivo è rappresentato dalla cessione delle aree, a titolo gratuito al demanio pubblico regionale, una volta terminata l’escavazione con la realizzazione di una sistemazione finale, eseguita dalle ditte private, che comprende le opere idrauliche necessarie affinché le aree stesse funzionino come casse di laminazione delle piene fluviali.
Pertanto un beneficio per la collettività può essere senz’altro individuato nella destinazione di queste aree ad uso pubblico finalizzato alla sicurezza territoriale per la riduzione del rischio idraulico nei territori a valle ed il miglioramento della regimazione fluviale.Ulteriore beneficio per gli Enti pubblici competenti in materia (Regione, Provincia e Comune) è rappresentato dai proventi che per legge le ditte esercenti devono versare ogni anno in proporzione ai quantitativi di materiale utile estratto. In particolare entro la fine di ogni anno di attività le ditte devono versare al Comune una somma commisurata al tipo ed alla quantità di materiale estratto nell’anno stesso, in conformità alle tariffe stabilite dalla Regione.Le somme versate al Comune sono poi devolute nella misura del 20% alla Provincia e nella misura del 5% alla Regione.
6. Quali sono le ditte che stanno effettuando i lavori di estrazione?
7. Quanto e quale materiale è stato estratto e cosa dall’inizio dei lavori ad oggi?La ditta che esercita attività estrattiva nel Polo 26 “Palazzina” è la Società SELI S.r.l. di Cesena.Il materiale estratto è rappresentato da ghiaia e a tutto il 2018, dall’inizio dell’attività, avvenuto nel 2012, i quantitativi estratti sono pari a 224.081 metri cubi.
8. Vi sono titoli autorizzativi e /o concessioni e quale decorrenza hanno e quale data di scadenza?
9. Vi sono proroghe?La ditta è attualmente autorizzata, ai sensi della L.R. n. 17/91 e s.m.i., con provvedimento P.G.N. 132609 del 29 novembre 2018 e relativa convenzione Rep. n.42416 stipulata in data 28 novembre 2018.
10. Sono stati fatti i dovuti controlli sul territorio?I controlli sulla attività vengono effettuati periodicamente da personale degli Enti preposti (Agenzia Regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione Civile e Comune) con sopralluoghi sia congiunti che indipendenti.
11. E’ stato verificato che non vi sia un eventuale rischio idrico e /o idrogeologico?Infine per quanto riguarda gli impatti sull’ambiente dell’attività, compresi gli aspetti di rischio idrico/idrogeologico, si informa che gli stessi sono stati valutati in sede di procedura di screening ambientale (L.R. n. 9/99 e s.m.i.) effettuata prima dell’inizio dell’attività e, rispetto a tali impatti la ditta è tenuta rispettare determinate prescrizioni, tuttavia considerato il contesto territoriale in cui si trova l’attività si può ritenere che la stessa non abbia particolari ripercussioni negative significative sul territorio stesso.