A pochi giorni dall’approvazione della delibera che introduce a Cesena la richiesta di sottoscrivere una dichiarazione di adesione ai valori della Costituzione e di ripudio del fascismo e del nazismo per chi vuole svolgere una manifestazione su suolo pubblico o in una sala di proprietà comunale, il Sindaco di Cesena Paolo Lucchi scrive a Gianfranco Miro Gori, Presidente provinciale dell’Anpi, che nei giorni scorsi aveva elogiato l’iniziativa auspicando che fosse di esempio per gli altri Comuni. Nella sua lettera il Sindaco Lucchi sottolinea l’impegno dell’Anpi – protagonista ieri della manifestazione svoltasi a Predappio in reazione alla rievocazione della Marcia su Roma - per riaffermare l’antifascismo delle comunità romagnole. Al tempo stesso, ribadisce la necessità che le stesse Amministrazioni comunali si muovano per arginare il ritorno sulla scena di gruppi dichiaratamente ispirati a fascismo e nazismo. Proprio per questo, il Sindaco Lucchi ha trasmesso al Presidente dell’Anpi copia della delibera approvata da Cesena, affinchè possa eventualmente essere inviata agli altri Comuni del territorio.
Di seguito il testo della lettera indirizzata a Miro Gori.
Caro Miro,
ti ringrazio di quanto tu ed ANPI state facendo per garantire il giusto spazio alle ragioni antifasciste delle nostre comunità, nel pieno rispetto della storia e della nostra Costituzione.
È anche grazie a manifestazioni come quella che ANPI ha organizzato in reazione doverosa alla indegna riedizione della Marcia su Roma che, purtroppo, domenica ha caratterizzato Predappio, che si onorano al meglio le radici profondamente antifasciste delle nostre genti.
Ma è anche doveroso che una presenza provocatoria come quella che ha caratterizzato le strade predappiesi, renda le nostre Amministrazioni comunali protagoniste della costruzione di un argine concreto, nei confronti di chi, approfittando di norme non adeguate all’oggi, si rifà esplicitamente a quel fascismo ed a quel nazismo, che tanti dolori hanno provocato alle generazioni che ci hanno preceduto.
Per questo, rispondendo ad una tua volontà già espressa tramite la stampa locale, ti invio copia della delibera con la quale la Giunta di Cesena ha definito le modalità per l’occupazione di spazi e aree pubbliche o l’utilizzo di sale di proprietà comunale. D’ora in poi, chi ce li chiederà dovrà presentare, insieme alla domanda, una dichiarazione in cui esprime la sua adesione ai principi della Costituzione italiana e ripudia esplicitamente il fascismo ed il nazismo; si impegna a non professare e non fare propaganda di ideologie neofasciste e neonaziste, a non perseguire finalità antidemocratiche, esaltando, propagandando, minacciando o usando la violenza come metodo di lotta politica o propugnando la soppressione di libertà garantite dalla Costituzione o denigrando la Costituzione stessa; a non compiere manifestazioni esteriori inneggianti alle ideologie fascista o nazista.
Siamo arrivati a questa decisione, che rappresenta un ulteriore passo nella direzione indicata lo scorso anno dal Consiglio comunale con due ordini del giorno (il primo, approvato nel luglio 2017, relativo all’introduzione del reato di propaganda fascista, il secondo, del settembre 2017, teso a garantire sul territorio comunale – attraverso l’adeguamento degli strumenti regolamentari – il rispetto dei principi di integrazione, antifascismo, tolleranza e democraticità, frutto di una sintesi politica alta del confronto tra Movimento 5 Stelle, Pd, Mdp e Gilberto Zoffoli) e dopo la modifica del Codice di Convivenza civile, con l’introduzione dell’articolo 23-bis, con il quale si è indicato che “ogni attività politica e/o propagandistica svolta nei luoghi pubblici dovrà essere riconducibile ai valori costituzionali” e si sono vietate nei luoghi pubblici attività lesive dei principi della Carta e contrassegnate da “comportamenti fascisti, razzisti, sessisti o discriminatori dell’orientamento sessuale”.
Potrai, quindi, come hai dichiarato, inviarne copia a tutti gli altri 29 Comuni della nostra Provincia, sollecitandoli ad andare nella stessa direzione, anche forte del fatto che prima il T.A.R. e poi lo stesso Consiglio di Stato, hanno di recente validato questo tipo di iniziativa, dichiarando che la richiesta di ripudiare l’ideologia fascista non può essere considerata lesiva per la libertà di pensiero e di associazione, dal momento che “se tale libertà si spingesse fino a fare propri principi riconducibili all’ideologia fascista sarebbe automaticamente e palesemente in contrasto con l’obbligo e l’impegno al rispetto della Costituzione italiana”.
E se poi i dirigenti di alcune Associazioni e forze politiche (senza essere neppure residenti nel nostro Comune e non conoscendo quindi le radici profondamente antifasciste di una città come la nostra, Medaglia d’argento al valor militare per la sua lotta di Resistenza) decideranno di attivare costosi uffici legali, per provare a contrastare la nostra scelta, ce ne faremo una ragione: loro sperpereranno risorse giunte chissà da chi e noi dimostreremo come, nel pieno rispetto delle leggi, in Italia ed a Cesena neppure in fasi storiche difficili come questa, caratterizzate da paure sin troppo diffuse, sia possibile impaurirci e farci dimenticare da dove veniamo.
Il Sindaco
Paolo Lucchi