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Azzeramento del Fondo per l’editoria

il Sindaco di Cesena Paolo Lucchi risponde al grido di allarme lanciato da Legacoop Romagna

“Auspico che il Parlamento, anche grazie al lavoro dei parlamentari del nostro territorio, scelga di salvaguardare il pluralismo dell’informazione”

 “Le misure a sostegno del settore editoriale possono essere sicuramente migliorate, ma non devono essere cancellate. Per questo auspico che il Parlamento, anche grazie al lavoro dei parlamentari del nostro territorio, faccia valere la propria autonomia e scelga di salvaguardare il pluralismo dell’informazione, pilastro insostituibile di una democrazia liberale”.

Questi, in sintesi, i contenuti della risposta del Sindaco di Cesena Paolo Lucchi alla richiesta avanzata da Legacoop Romagna ai Sindaci e ai Parlamentari romagnoli di attivarsi per scongiurare l’ipotesi avanzata dall’attuale Governo, di azzerare, a partire dal 2019, il Fondo pubblico per l’editoria. Una scelta che, scrive ancora il Sindaco, “porterebbe alla chiusura di centinaia di testate locali con un duplice, nefasto, risultato: un deficit di libera informazione in decine e decine di province italiane, tra cui la nostra, e la conseguente perdita di circa diecimila posti di lavoro, tra chi lavora direttamente nel settore e l’indotto”. 

Di seguito il testo integrale della lettera.  

Spett.leLegacoop Romagna  

e p.c. Ai Parlamentari romagnoli
in indirizzo Ai Sindaci dei Comuni di:Forlì, Ravenna, Rimini   

Caro Presidente Russo,
Caro Direttore Mazzotti,

“La libertà di informazione (parte integrante della libertà di espressione) è un valore fondamentale. Proprio per questo oggi è necessario tenere alta l’attenzione anche su alcune vicende italiane, poiché i loro esiti potrebbero influenzare in modo molto pesante il pluralismo dell’informazione”.

Con queste parole, il 16 gennaio 2015, mi rivolgevo ai parlamentari locali di allora, in riferimento ad una proposta del Movimento 5 Stelle di azzerare il “Fondo per l’editoria”. Allora, per fortuna, il rischio fu scongiurato. Ma oggi si ripresenta, e con ancora maggiore forza, dal momento che – come segnalate nella vostra lettera del 19 ottobre – martedì 16 ottobre la Commissione Bilancio della Camera dei Deputati ha discusso una risoluzione di maggioranza inserita nella nota di accompagnamento al Def in cui si impegna il Governo ad un graduale azzeramento, a partire dal 2019, del Fondo pubblico per l’editoria.
A beneficiare di questo contributo – che, come voi stessi ricordate, è riservato a testate edite da cooperative di giornalisti o da fondazioni o enti morali, comunque senza scopo di lucro e con l’obbligo in statuto di non dividere eventuali utili – sono centinaia di quotidiani provinciali e regionali, quelli delle minoranze linguistiche, delle associazioni dei non vedenti e dei consumatori, oltre ad un centinaio tra settimanali e mensili di stampo cattolico, editi da diocesi e parrocchie. Testate che, tutte insieme, garantiscono una capillare informazione di prossimità, vicina ai territori e ai cittadini. 

Le testate di informazione locale svolgono infatti una funzione straordinaria nel raccontare e documentare la vita della comunità, nel mantenere stretto il contatto fra cittadini, istituzioni, rappresentanze associative e sociali, contribuendo ad alimentare il dibattito sui temi quotidiani e sulle prospettive future delle città e dei territori. Il loro ruolo è prezioso ed insostituibile.

L’azzeramento dei fondi all’editoria porterebbe invece alla chiusura di tutte queste testate, con un duplice, nefasto, risultato: un deficit di libera informazione in decine e decine di province italiane, tra cui la nostra, e la perdita di migliaia di posti di lavoro (se si considerano i numeri del settore e dell’indotto, sono infatti circa diecimila i posti di lavoro che vengono messi a rischio da questa norma: giornalisti, poligrafici, tecnici, edicole, distribuzione, tipografie, collaboratori, agenzie di service, ecc.).
Le misure a sostegno del settore editoriale possono essere sicuramente migliorate, ma non devono essere cancellate. Se riforma deve essere, insomma, che sia, ma a carte ferme e senza mettere in crisi gravissima nessuno.
Per questo auspico che il Parlamento, anche grazie al lavoro dei parlamentari del nostro territorio, faccia valere la propria autonomia e scelga di salvaguardare il pluralismo dell’informazione, pilastro insostituibile di una democrazia liberale.

Il Sindaco
Paolo Lucchi

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



Data Ultima Modifica:
22 Ottobre 2018

Data di Pubblicazione:
21 Ottobre 2018

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