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Apre i battenti la mostra “Topi da biblioteca"

Inaugurazione domenica 2 settembre, ore 18 - Galleria Pescheria (via Pescheria)


Domenica 2 settembre 2018,alle ore 18, nella Galleria Pescheria di Cesena, si terrà l’inaugurazione della mostra “Topi da biblioteca”, momento espositivo dell'omonimo progetto di ricerca del “Colectivo Silver Fish”, che vede la partecipazione di nove artisti di ambito internazionale. Joana Baygual (Andorra), Rosa Brugat (Girona, Catalogna), Rosó Cusó (Barcelona, Catalogna), Marisa González (Madrid, Spagna), Myriam Lambert (Montréal, Canada), Matilde Obradors (Barcelona, Catalogna), Anton Roca (Cesena, Italia), Merce Rodríguez (Córdoba, Spagna), Aureli Ruiz (Reus, Catalogna). 

In occasione dell’inaugurazione, che vedrà la presenza degli artisti coinvolti, saranno realizzate quattro performance:
Resistence (Resistenza), di Myriam Lambert (durata: 12 minuti)
De-stressing emotions (Emozioni distensive), di Rosa Brugat (durata: 8 minuti)
TOBEFOOD (ESSERECIBO), di Matilde Obradors (durata: 7 minuti)
perCorsi, di Anton Roca (durata: 10 minuti). 

A seguire, l’artista canadese Myriam Lambert donerà l’opera video “Fourmis - Allegoria della resistenza” alla Biblioteca Malatestiana di Cesena ed all’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Forlì. Il video è stato realizzato dall’artista canadese durante una residenza presso lo spazio Rad’Art Project nel maggio 2017, nell’ambito del programma di scambio di artisti in residenza tra Rad’Art e La Chambre Blanche di Québec. 

La mostra, che  rimarrà allestita fino al 30 settembre, è uno dei dieci progetti che nel 2018 hanno beneficiato dei contributi economici messi a disposizione dal Comune a sostegno delle attività culturali promosse dalle associazioni del territorio.

Ingresso libero.
Orari di apertura:martedì, giovedì e venerdì: 16.30-19.30;mercoledì, sabato e domenica: 10.30-12.30 e 16.30-19.30. Lunedì chiuso 

Il progetto
Il progetto ha avuto origine nella Westminster Art Library di Londra, a partire da un'opera che l'artista Rosa Brugat ha realizzato in questa biblioteca (Firmi, la rata sàvia). In una conversazione mantenuta con la direttrice artistica della biblioteca londinese è emerso il problema relativo al pericolo della futura scomparsa di libri e importanti documenti.
Da questa consapevolezza, Brugat rivolge un invito ad altri artisti per collaborare ad un progetto artistico, il cui obiettivo principale è quello di valorizzare e divulgare i tesori che rimangono celati in biblioteche ed archivi.
La proposta è stata quella di recarsi presso biblioteche di rilievo delle proprie città di origine e/o dove gli artisti abitano, in cerca di documenti non ancora digitalizzati, sia per mancanza di risorse o perché tali documenti sono considerati minori, non di primaria importanza. La reinterpretazione dal punto di vista artistico potrà contribuire ad aumentare la sensibilità per l’attuazione di un piano di digitalizzazione più organico all’interno delle biblioteche.

Ogni artista ha seguito un percorso che, a partire dalla reinterpretazione creativa e personale di alcuni documenti scelti dal fondo bibliografico, è approdato ad un’opera d’arte in cui sono ben evidenti le riflessioni di valore storico ed emotivo. L'obiettivo è quello di rendere noti dei documenti relativi alla cultura dimenticata o sottovalutata e presentare opere artistiche in grado di creare e suggerire una nuova forma di riflessione nel pubblico.
La proposta attualizza elementi del passato rendendoli soggetto di una ricerca artistica contemporanea. La visione ed interpretazione da parte di ciascuno degli artisti è la piattaforma innovativa che, partendo dall'oggetto “ritrovato”, vale a dire, il libro, il manoscritto, il documento letterario o grafico, rivalutato e rielaborato, restituisce al pubblico una riflessione attorno alla Storia e alla Cultura del proprio territorio. 

Contenuto della mostra
La mostra è dedicata al risultato di una prima ricerca effettuata dai nove artisti coinvolti nel corso del 2017:
• Joana Baygual (Andorra) “Non tutti siamo liberi per viaggiare ma siamo liberi di sognare”.
A partire da un passaporto di metà del XIX secolo, custodito presso l’Archivio Storico Municipale di Sitges (Catalogna) l’artista elabora un progetto basato sul fatto che soltanto coloro che posseggono un permesso o autorizzazione, solitamente in formato cartaceo, sono autorizzati a viaggiare, emigrare ed, eventualmente, a risiedere in altri paesi. Quali le condizioni che consentono ai pochi la libertà di transito? Cosa ci divide e differenzia, per essere accettati dagli altri? Quale il valore simbolico di questi documenti?

Rosa Brugat (Girona, Catalogna) “Santo Ombelico”.
A partire dalle mappe custodite nella Biblioteca Nazionale della Catalogna che riguardano la spartizione delle terre fra i propri figli, attuata da Noé dopo il Diluvio Universale, l’artista propone una riflessione sulla striscia del dissenso. Questa stretta striscia di territorio palestinese, arido e che ha vissuto centinaia di battaglie, è denominata da molti la terra felice.

• Rosó Cusó (Barcelona, Catalogna) “Locus amoenus”.
A partire da immagini fotografiche, di provenienza privata, che ritraggono lo stile di vita in campagna, l’artista si pone una serie di domande, etiche ed estetiche, riguardo ai benefici conseguenti l’abbandono dei campi e della vita in campagna.

• Marisa González (Madrid, Spagna) "I diritti della donna da Lenin a Castán, dal comunismo al fascismo".
A partire dall’accostamento di due libri, maturati in contesti politici e storici diversi, l’artista attua una riflessione sui diritti ed il processo di emancipazione delle donne. Si tratta di: “L’emancipazione della donna” e “I diritti delle donne e le risoluzioni giuridiche ai conflitti coniugali”. Il primo, scritto da Lenin nel 1933 tratta dello status delle donne nella prospettiva del comunismo. Il secondo, scritto da Castán e pubblicato nel 1953, affronta i conflitti delle donne sposate sotto il regime fascista spagnolo. Entrambi i libri appartengono alla biblioteca di Julio Calvillo Martinez de Arenaza, presidente de la “Sala Primera del Tribunal Supremo”.

• Myriam Lambert (Montréal, Canada) “Formiche - Allegoria della Resistenza”.
A partire da documenti cinematografici e fotografici, provenienti dalla Biblioteca Malatestiana di Cesena e dall’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Forlì, l’artista crea un’allegoria dell’atto stesso del resistere. Prendendo come spunto l’esempio delle formiche, che resistono all’energia sprigionatasi dall’impatto di una bomba atomica, l’artista chiama empaticamente in causa la sensibilità del singolo a resistere. Sia davanti allo sfruttamento dell’uomo che, ad esempio, di fronte ai cambiamenti climatici.

• Matilde Obradors (Barcelona, Catalogna) “Ser Comida”.
La proposta per il progetto collettivo, Ratas de Biblioteca, fa parte di un itinerario di processi lavorativi in video e performativi, che l’artista ha fatto negli ultimi anni intorno al tema del cibo.Rivedendo documenti su cibo e gastronomia nelle Biblioteche della Catalogna, ha trovato il Grewe Library Fund, una donazione fatta nel 1997 da Rudolf Grewe alla Biblioteca dell'Università di Barcellona. È una collezione specializzata in cibo e gastronomia, dal XVI al XVIII secolo. Un totale di 102 libri, di cui 50 digitalizzati. Lavorerò con questo fondo bibliografico non digitalizzato, per continuare ad esplorare l'argomento. Il progetto, Ser comida, consiste in due performance. Entrambe riguardano il nostro rapporto con il cibo. La cultura del cibo; la nutrizione. Consumo, abitudini, rituali, desiderio e corpo.

• Anton Roca (Cesena, Italia) “luogoComune #8 . Geografiæmotiva . perCorsi”.
L’artista propone una riflessione sull’idea di identità culturale e storica attraverso mediante la rappresentazione del territorio di appartenenza o di elezione, attraverso la costituzione di tre comunità temporanee di intenti in un percorso di ricerca condiviso per individuare la geografiæmotiva di Cesena (comunità di ricerca cittadini cesenati); la geografia derivante dall’incontro tra territorio originario e quello di accoglienza (comunità di ricerca cittadini profughi) e quella concepita durante il percorso di crescita (comunità di ricerca cittadini bambini e bambine).Tale riflessione nasce dallo studio di mappe e atlanti geografici custoditi nella Biblioteca Malatestiana di Cesena; dai negativi fotografici di carte d’identità custoditi presso la Biblioteca Fellini-Archivio Fotografico del 9cento di Gambettola e da pubblicazioni, a carattere geologico, presenti nella biblioteca Veggiani di Mercato Saraceno.

• Merce Rodríguez (Córdoba, Spagna) “Le lettere di Lope de Vega”.
La realizzazione di un’opera d’arte ed il percorso previo di ricerca sono basati sullo scambio epistolare tra il drammaturgo Lope de Vega e Luis Fernández de Córdoba (Duca di Sessa, Signore di Baena e Conte di Cabra), avvenuto tra il 1604 e il 1614. Le lettere di tale scambio sono oggi depositate presso la Biblioteca Nazionale della Spagna.

• Aureli Ruiz (Reus, Catalogna) “Festa druidica”.
Basandosi su l’articolo “Notas sobre la fiesta druídica”, pubblicato dall’archeologo  Massó sulla Revista del Centre de Lectura della città di Reus, l’artista intende realizzare una performance nello stesso sito naturale, quale una rievocazione storica del gruppo artistico “Grupo Modernista de Reus”.   

Mostra:
 TOPI DA BIBLIOTECA
Evento: Vernissage
Data:  Domenica 2 settembre 2018
Orario:  18:00
Periodo: dal 2 al 30 settembre 2018
Luogo: Galleria Pescheria, Via Pescheria, 23, Cesena (FC)  
A cura di: Rad’Art Project|Associazione artéco e Colectivo Silver Fish
in collaborazione con:Comune di Cesena - Assessorato alla Cultura
Con il supporto di Regione Emilia-Romagna
E la partecipazione di LOGIQ (Québec) 
Per info:
Associazione artéco:
www.associazionearteco.euinfo@associazionearteco.eu
339 243 01 30  

Cesena, 1 settembre ’18
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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