Chi si serve oggi del Medioevo? Tutti. La politica attuale lo usa come una miniera da cui estrarre esempi e modelli ritenuti utili per capire il presente. Identifiato con i “secoli bui”, il Medioevo è presentato come modello perfetto per spiegarci i “nuovi barbari”, lo “scontro di civiltà” e il terrore che il nostro mondo stia per finire. Al contrario, se considerato come il tempo dei cavalieri e delle origini eroiche, il Medioevo assume una funzione mitica per moltissimi gruppi politici e comunità organizzate, che lo usano per affermare la propria originale identità. Questa attualizzazione del Medioevo, spesso una vera e propria invenzione delle tradizioni, va sotto il nome di “medievalismo”.
Venerdì 16 novembre 2018
Aula Magna, ore 17.00
Guido Zucconi
La scoperta di un Medioevo identitario e il problema dello stile nazionale in architettura. Nella seconda metà dell’Ottocento, l’attenzione per il Medioevo acquista significati più profondi: se in un recente passato l’età di mezzo ha rappresentato riserva di motivi stilistici, cui attingere, ora costituisce un modello di perfetta simbiosi tra arte e società, ben incarnato nelle cattedrali e nei palazzi comunali.
Specialmente nei paesi di più recente formazione (come la Germania e l’Italia), l’architettura medievale acquista anche un significato identitario, diventando un riferimento imprescindibile per chi intenda forgiare una nuova/antica identità.
Guido Zucconi insegna Storia dell’architettura presso l’Università IUAV. È stato presidente dell’Associazione italiana di Storia urbana dal 2009 al 2013 e dell’Ateneo Veneto dal 2014 al 2017. Tra il 1999 e il 2013 è stato
visiting professor a Edimburgo, Parigi (Sorbona), Fudan e l’Avana. Nell’ambito della storia dell’architettura e della città, ha concentrato il suo interesse sul caso italiano tra Otto e Novecento, approfondendo il
rapporto tra conservazione e urbanistica, tra professione e formazione didattica.
Venerdì 19 ottobre 2018
Aula Magna, ore 17.00
Alessandro Vanoli
Sognare l’Oriente. Il medioevo esotico in Italia
Il sogno romantico di un medioevo originario ebbe in Italia anche il volto dell’orientalismo. Da una parte il recupero e l’invenzione di una storia antica fatta di incontri e scontri con mori e saraceni; dall’altra il senso orientalistico del recupero di un oriente favoloso, immaginato nelle pitture e persino nei palazzi. Un viaggio dalla Sicilia musulmana ricostruita da storici e architetti, sino ai sogni orientali del castello di Sammezzano e della Rocchetta Mattei.
Alessandro Vanoli, storico del Medioevo, si è dedicato alla storia del Mediterraneo e delle relazioni tra cristiani e musulmani tra l’antichità e l’età moderna. Tra le sue pubblicazioni più recenti si segnalano
Andare per l’Italia araba (2014), Quando guidavano le stelle. Viaggio sentimentale nel Mediterraneo (2015), La Sicilia musulmana (2016), L’ignoto davanti a noi. Sognare terre lontane (2017) e, insieme a Franco
Cardini, La via della seta. Una storia millenaria tra Oriente e Occidente (2017).
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Venerdì 26 ottobre 2018
Aula Magna, ore 17.00
Francesca Roversi Monaco
Sturm und drang: Medioevo romantico fra storia e letteratura
Il Medioevo è stato serbatoio inesauribile di immagini, narrazioni, leggende fin dal Quattrocento, ma è con il Romanticismo che il mito medievale si diffonde in tutta Europa, segnando in maniera indelebile la
letteratura, l’arte, la politica, la società. Il Romanticismo, infatti, ha fornito alla società occidentale un Medioevo metastorico e atemporale, un palcoscenico dai contorni sfumati dove rappresentare attraverso i
personaggi della leggenda e della fiaba, dell’avventura e del sentimento, le passioni, le pulsioni, i desideri e le struggenti malinconie del presente.
Francesca Roversi Monaco insegna a Bologna Storia medievale, Storia della storiografia medievale e Fonti per lo studio del paesaggio e del territorio e si occupa di storiografia e di medievalismo. Fra i suoi lavori si segnalano Il Comune di Bologna e re Enzo. Costruzione di un mito debole (2012), Conflitti oligarchici nella Bologna di Annibale I Bentivoglio (2012) e gli articoli O falsar la storia: Massimo d’Azeglio e la Lega Lombarda, Il medioevo contraffatto di Emma Perodi: l’ombra del sire di Narbona, Medioevo quante storie, Fulgens regina. Modelli femminili nella scrittura storica longobarda, Scripta manent. La scrittura storica e la fondazione della memoria.
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Venerdì 9 novembre 2018
Aula Magna, ore 17.00
Tommaso di Carpegna Falconieri
L’invenzione del medioevo: il caso dell’Italia
Se il medievalismo è un fenomeno pan-occidentale, la sua declinazione italiana riveste un grande interesse. Infatti il nostro paese, che è quello in cui in età rinascimentale è stata elaborata l’idea stessa di ‘medioevo’,
possiede una una ricca cultura medievalistica, in parte frutto di importazione, in parte originale. Alcune delle rappresentazioni prodotte in Italia hanno influenzato al massimo grado la ricezione mondiale delle idee sul medioevo.
Tommaso di Carpegna Falconieri è professore associato di Storia medievale all’Università di Urbino, presidente della Scuola di Lettere, Arti, Filosofia di quell’ateneo e vicepresidente della Società romana di
storia patria. Si occupa soprattutto del medievalismo politico e della storia di Roma, della Chiesa romana e dell’Italia centrale nel medioevo. Fra i suoi libri, tradotti in diverse lingue, si possono ricordare Il clero di
Roma nel medioevo (2002), Cola di Rienzo (2002), L’uomo che si credeva re di Francia (2005) e Medioevo militante (2011). Nel 2018 ha curato con Riccardo Facchini Medievalismi italiani ( secoli XIX-XXI).
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