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2 giugno 2018: dal Sindaco di Cesena Paolo Lucchi un richiamo ad aver cura della istituzioni democratiche


Le celebrazioni della Festa della Repubblica assumono un significato del tutto particolare nel 2018, alla luce delle complesse vicende politiche degli ultimi mesi, e rendono più che mai attuale la riflessione sul valore delle nostre istituzioni democratiche e sulla riconoscenza che dobbiamo a chi contribuì a fondarle: questo, in estrema sintesi, il senso dell’intervento che il Sindaco Paolo Lucchi terrà domani, sabato 2 giugno, alle ore 17, in piazza del Popolo, in apertura del concerto per la Repubblica della Banda di Cesena.  

Di seguito trasmettiamo l’intervento completo. Ricordiamo inoltre che, in mattinata, una rappresentanza del Comune di Cesena, con il Sindaco e il Gonfalone, parteciperà alla cerimonia provinciale unitaria, che si terrà a Forlì, in piazza Ordelaffi a partire dalle ore 10 e che prevede la lettura del messaggio del Capo dello Stato Sergio Mattarella.  

La Festa della Repubblica quest’anno coincide con una fase forse tra le più critiche degli ultimi anni della nostra Repubblica.
Le elezioni politiche del 4 marzo scorso hanno gettato l’Italia in una crisi istituzionale lunga ed estremamente difficile da gestire, ed il fatto che si sia arrivati alla formazione di un governo quasi 90 giorni dopo il voto, ne è la testimonianza.
Assieme abbiamo vissuto le cronache di una crisi che ci ha fatto capire l’importanza del ruolo che la Costituzione assegna al Presidente della Repubblica quale garante della Costituzione stessa e dell’unità nazionale.
Sergio Mattarella, nel gestire con alto senso dello Stato tutti i passaggi che hanno portato alla formazione del nuovo Governo, ha esercitato appieno questo ruolo, avendo a cuore, nel garantire il buon funzionamento complessivo del sistema istituzionale, il solo interesse nazionale.
Sappiamo bene, e non dobbiamo dimenticarcelo, quanto è stato difficile giungere a questo assetto istituzionale. Il referendum del 2 giugno 1946, dove gli italiani – oltre ad eleggere l’Assemblea Costituente – si schierarono in maggioranza per la Repubblica, furono la più grande possibilità di compiere un atto di democrazia dopo vent’anni di regime fascista e dopo una terribile guerra mondiale, che in Italia fu anche una guerra civile. Ed è evidente a tutti come il 2 giugno del 1946 si cominciarono a gettare le basi per il futuro del nostro Paese, così come lo abbiamo conosciuto in questi 70 anni.
Il risultato a favore della Repubblica fu inferiore alle aspettative e fotografò un Paese quasi diviso in due: infatti, 54,3 italiani su cento avevano detto di sì alla svolta, ma gli altri 45,7 si erano espressi perché Umberto II, incoronato re meno di un mese prima, restasse sul trono.
E’ vero invece che nelle nostre città – ed in Romagna con grande evidenza - la Repubblica fu scelta in modo schiacciante: a Cesena, ad esempio, dal 91,29 % dei cittadini (34.577), mentre i “monarchici” furono 3.300 esatti. Ma noi eravamo la terra dei repubblicani, delle prime cooperative, di un confronto politico vero e mai totalmente spentosi neppure durante gli anni della dittatura fascista.
Fu, il 1946, un anno di grande apprendistato politico ed elettorale. A Cesena il 7 aprile di quell’anno si tennero le elezioni amministrative, attraverso le quali finalmente anche nel nostro Comune si diede piena legittimità, con il voto popolare, al governo della città.
Divenne Sindaco Sigfrido Sozzi, uomo della Resistenza, che operò in una Giunta unitaria, composta da tutti i Partiti protagonisti della Resistenza (Pci, Psi, Dc, Pri): fu una Giunta di alto profilo, espressione della voglia dei cesenati di ripartire senza indugi, dopo gli anni duri del passaggio del fronte e, non a caso, al suo interno trovarono spazio uomini importanti come il futuro Sindaco Antonio Manuzzi, o il futuro parlamentare e ministro Oddo Biasini.
Così come lo stesso spirito della resistenza fu sintetizzato mirabilmente, alla guida della nostra città, dal Sindaco che giunse dopo Manuzzi: quel Leopoldo “Gigi” Lucchi, che diresse la nostra città dal 1970 al 1985.
In quel 1946, inoltre, per la prima volta anche le donne poterono votare ed essere elette. Un diritto, questo, la cui acquisizione oggi ci pare naturale come l’aria che respiriamo, ma che allora fu vissuto come uno dei simboli più veri della conquistata libertà di tutte e di tutti.
Celebrare la Festa della Repubblica significa dunque ricordare e ricordarci quali sono le fondamenta della nostra comunità e del nostro vivere insieme, che trovano espressione nella nostra Costituzione.
E, soprattutto, ci obbliga a ricordarci l’importanza – e, in questa fase che stiamo vivendo, oserei dire la necessità – di avere cura delle istituzioni democratiche, di preservarne i valori e vivificarli nella nostra esperienza quotidiana di cittadini. Esattamente quel che, lo scorso 1 ottobre, nella nostra splendida Piazza del Popolo, ci ha ricordato anche Papa Francesco.
 

Il Sindaco di Cesena Paolo Lucchi
 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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