Descrizione
La società di ricerca e di studio della Romagna mineraria é stata costituita nel 1987, con atto del notaio Bellecca di Cesena ed é stata iscritta all'Ufficio del Registro nel mese di marzo dello stesso anno. Premesso che non persegue fini di lucro, ha i seguenti scopi statutari:
- Svolgere una attività interdisciplinare di ricerca, studio e valorizzazione del patrimonio minerario, materiale e culturale, della Romagna.
- Promuovere il recupero delle più significative testimonianze di archeologia mineraria.
Nell'ambito di queste finalità, essa si é resa promotrice di molte iniziative. Ne citiamo solamente alcune, anche se, altre, sia pure di minore rilevanza pubblica, hanno avuto lo stesso spessore culturale: Pubblicazione del libro 'Zolfi e zolfatare. 'Homo Faber, esperienze e ricerche sul patrimonio industriale', convegno organizzato a Borello nel mese di dicembre del 1987, in collaborazione con l'lstituto regionale per i beni culturali. Nel 1988 il ritrovamento e l'acquisizione, con il contributo della Cassa di Risparmio di Cesena, una parte dell'archivio della Soc. Miniere Zolfuree di Romagna, proprietaria delle miniere di Formignano e Perticara nel Montefeltro nel sec. XIX. Il prezioso materiale è conservato e catalogato presso la Biblioteca Malatestiana di Cesena. 'La Miniera, tra documento, rappresentazione e conservazione', convegno organizzato a Borello nel mese di aprile del 1989, in collaborazione con l'Istituto Regionale per i Beni Culturali de altri enti pubblici di dimensione locale, nazionale e internazionale, come il Consiglio d'Europa. 'La Miniera, tra documento, rappresentazione e conservazione', pubblicazione degli atti dell'omonimo convegno, finanziata dalla soprintendenza per i beni librari e documentari della Regione Emilia-Romagna e dalla Cassa di Risparmio di Cesena (Edizioni Analisi 1991 - Bologna). Nel 1992 la pubblicazione del romanzo 'Odore di sangue e di rosa' di E. Satanassi, imperniato sulla storia dei minatori nella zolfara della Boratella nel secolo XIX. Conferenze pubbliche varie, rivolte soprattutto al mondo della scuola, sulla ricerca dello zolfo e degli zolfatari di Romagna. Costituzione di un gruppo di lavoro per uno studio di fattibilità sul recupero della vecchia solfora di Formignano e per la costituzione, in quell'area, di un parco-museo a fini didattici, culturali e turistici.Sono interessati alla realizzazione del progetto La Regione Emilia-Romagna, il Comune di Cesena, la Comunità Montana dell'Appennino Cesenate, I'lstituto Regionale per i Beni Culturali e altri soggetti pubblici. La Società annovera tra i propri soci molti ex minatori, alcuni enti pubblici, quali i Comuni di Cesena e Mercato Saraceno, la Comunità Montana dell'Appennino Cesenate. Tra le manifestazioni collettive, più significative, promosse dalla Società meritano una particolare menzione: La Sagra del minatore, che si svolge ogni anno,nelle prima domenica di ottobre. La sagra del minatore, è occasione di incontri e di 'piccoli e antichi commerci'. Il 4 dicembre giorno nel quale si commemora S. Barbara, patrona dei minatori, viene organizzato a Formignano l'incontro degli ex minatori, loro famigliari e quanti sono interessati al mondo della miniera.
Va inteso sotto la denominazione 'Formignano' il complesso delle miniere
'Busca-Montemauro' e 'Luzzena-Formignano' che in origine erano
coltivazioni ben distinte ma di fatto con l'ampliamento delle gallerie sotteranee diventano comunicanti fra di loro.
Si ha notizia delle prime escavazioni nel 1556. Nel 1816 il conte G. Cisterni, originario di Ancona, ma nato e residente a Rimini, personaggio di larghe vedute, riusciva a rastrellare ingenti capitali e ad acquistare le miniere di Perticara e Marazzana nel Montefeltro e Formignano nel Cesenate, costruiva inoltre, a Rimini, uno stabilimento chimico ed una raffineria di zolfo, che era rifornito quasi esclusivamente dalle miniere prima indicate.
In data 3 settembre 1829, erano impiegati nelle tre miniere del Conte Cisterni circa 500 dipendenti, ed occorrevano mensilmente '300 birocciari' per il trasporto degli zolfi a Cesena ed a Rimini. Ma i debiti contratti per sostenere le spese di modernizzazione degli impianti lo portavano ben presto alla bancarotta ed alla chiusura delle miniere nel febbraio del 1837. Due industriali francesi del settore tessile, Agostino Picard di Avignone e Carlo Pothier dei Vosgi, frequentatori del mercato di Cesena per approvvigionarsi di acido solforico, necessario alle loro industrie manifatturiere, acquistavano, tramite la Soc. Augustin Picard & C., nel luglio del 1838, per 700.000 franchi, le miniere possedute dal Conte Cisterni.
Nel 1840, a Formignano venivano portati avanti i lavori per un pozzo verticale a forma quadrata e di una profondit di mt.120. La società francese, sebbene avesse raggiunto una produzione di zolfo di 2.700.000 libbre anno (circa 1.100 tonnellate), non chiudeva i bilanci in attivo e già nel 1841 non era più in grado di pagare nè gli operai nè i creditori, per cui, il 3 agosto 1842, il Tribunale di Rimini ne dichiarava il fallimento. Il 21 febbraio 1843 fu costituita a Bologna la societ in accomandita 'Nuova Società delle Miniere Solfuree di Romagna', che acquistò le miniere della fallita società francese. I principali azionisti furono i fratelli Pizzardi, Rasori, Carega, Antonio Zanolini, Marco Minghetti, futuro primo ministro dello stato italiano nel marzo 1863, e per cinque azioni anche il compositore Gioacchino Rossini. Il 14 febbraio del 1855 la suddetta società si trasformava in società anonima con un capitale sociale di lire 1.170.000, portato nel 1863 a lire 2.860.000 e con la nuova denominazione 'Società delle Miniere Solfuree di Romagna' e ricevendo, tramite regolare atto dell' 8 maggio 1857, la concessione dalla Camera Apostolica, non senza contrasti ed opposizioni.
Dopo l'unità d'Italia, 1861, veniva di nuovo messa in discussione il principio della demanialità delle miniere; addirittura nel 1862 il ministro dell'Agricoltura ed Industria, Gioacchino Pepoli, elaborava un tentativo, peraltro fallito, d'unificare la legislazione delle miniere sulla base delle leggi precedenti in atto nel Regno delle due Sicilie ed in Toscana, che prevedevano essere la proprietà delle miniere in mano ai possidenti dei terreni sovrastanti, escludendo qualsiasi demanialità. Miniera di Busca Montemauro in una foto di inizio secolo Un fitto carteggio, all'inizio del 1863, fra il gerente della Società, avv. Zanolini, ed il Ministero dell'Agricoltura ed Industria, insediato ancora a Torino, portava ad una serie di controlli ed ispezioni da parte del Corpo Reale delle Miniere. Notizie dettagliate dell'ing. Giordano, che relazionava il 16 marzo 1863 al ministro delle finanze Quintino Sella, sulle miniere di Busca, Formignano e Montefeltro, dava un quadro preciso e dettagliato della situazione. Azione della Società delle Miniere Solfuree di Romagna con sede a Bologna, proprietaria delle miniere di Formignano e Perticara.
The mining village is located to the south of the Formignano town. The village is on a 20 hectares field and comprehends buildings with a functional characterization (for mining activity and residential for mines employees) and melting plants: this made the entire village a complete production entity. The main group of buildings are lined along two parallel paths: one on a upper level on which residential buildings are mostly grouped, the other on a lower level where offices and workshops are lined, with a water pool in the middle. The two paths join together at both ends and are linked in the middle (near the water pool) by a brick-made staircase A path leads to the melting area and to the slag heaps that overlook the valley. Other buildings are located far from the village: the Montecatini main office near the main gate, a farmer house in valley bottom and the S. Barbara chapel (patron of firemen and miners), near the actual car park (that used to be the tennis court built by Montecatini ). The architectural value of the buildings is not high, but the village with functional and residential buildings is a quite unique layout for a mining site in Italy. Moreover, the landscape visible today still bears the evidence of the mining activity ( slag accumulation, modification of contours and eco-habitat): it's a landscape shaped both by nature and human beings and is essential part of the site.
Contatti
Tel: +39-0547-334227
ppmagalotti@aliceposta.it
Link:
http://www.miniereromagna.it/
Indirizzi utili
Società di Ricerca e Studio della Romagna Mineraria
Borello di Cesena (FC)
c.a.: Magalotti Pier Paolo
Via Formignano
47522 Cesena (FC) - ITALY