Mercoledì 1 dicembre alle ore 15.00 il Sindaco di Cesena, Paolo Lucchi visita le assistenti familiari (badanti) allo spazio "La Rondine", in corso Comandini 7. Lo spazio di aggregazione per Assistenti Familiari è stato aperto nel corso del progetto Equal Elsa nel mese di ottobre 2006. Allora il settore dell'assistenza familiare era in piena esplosione, adesso molte cose sono cambiate così come molte persone sono quelle transitate in questo spazio. La Rondine è per le donne che lo frequentano un antidoto contro lo stress e il burn-out sempre in agguato nel duro lavoro che svolgono. Dal quest'anno lo spazio fa parte della rete di attività di Affetti Speciali e, insieme al Punto di Appoggio al lavoro di cura (rivolto a Famiglie che si avvalgono delle Assistenti Familiari) costituiscono un importante osservatorio su questo fenomeno. La qualità della vita della persona Fragile passa, in questo caso, attraverso il benessere delle persone che si curano di lei.
La visita del Sindaco è un'importante riconoscimento dell'importanza del lavoro delle donne straniere (ma sempre di più anche italiane). le Assistenti Familiari sono una parte fondamentale del "nuovo welfare" e un supporto necessario per le nostre famiglie ,come raccontano ampiamente tutti gli studi e le proiezioni del futuro sul settore della cura agli anziani.
A seguire alcuni dati di massima sul fenomeno delle Assistenti Familiari straniere e sul Punto di Appoggio al lavoro di cura
Una difficile stima
Non è semplice calcolare quante sono le assistenti familiari (o "badanti"). Intanto perché una parte consistente è impiegata senza un contratto di lavoro. Poi perché la parte regolarmente occupata è inclusa nella categoria più ampia dei lavoratori domestici, cioè le colf, e i dati non sono precisi nella distinzione delle due figure. La presenza di una larga quota di lavoro sommerso pone pertanto la necessità di aggiungere al numero dei contratti di lavoro in essere una stima del lavoro nero.
Secondo alcune stime (badanti, la nuova generazione, dossier di ricerca dell'irs, 2008) sono 774.000 mila assistenti familiari, di cui 700.000 straniere. Altre stime valutano in 1 milione 485 mila le colf e le badanti in Italia, di cui il 71,6% di origine immigrata. Queste ultime lavorano in media 35 ore alla settimana e guadagnano circa 930 euro netti al mese (Censis, comunicato stampa dell'agosto 2009 dell'ultima indagine)
L'ultimo dato ufficiale della regione Emilia Romagna indicava a fine anno 2003 in circa 40.000 gli "addetti stranieri al settore della collaborazione domestica" (tratto da approvazione del programma 2006-2008 per l'integrazione sociale dei cittadini stranieri - art. 3, comma 2, L.R. 5/2004).
A livello della provincia di Forlì Cesena una ricerca dell'OLA (Essere anziani in provincia di Forlì-Cesena, quaderno dell'osservatorio laboratorio anziani, a cura dell'irs, 2008) stima che l'8,5% degli anziani tra i 75 e gli 84 anni ricorre all'assistente privata/badante, e il 16,3% tra gli anziani ultra 85enni.
Se consideriamo i dati (2008) della popolazione della provincia di Forlì Cesena, sono 8302 gli anziani tra i 75-84 anni e 30903 quelli della provincia. Gli ultra 85 enni sono 2768 a Cesena e 11585 in provincia. Si stima così il numero delle badanti in 1100 a Cesena e 3210 in provincia (dato in parte sottostimato per la paura di dichiarare un aiuto da parte di una persona irregolare)
Il Punto di Appoggio al Lavoro di Cura:
il "Punto di Appoggio" è il servizio pubblico di informazione e orientamento sul lavoro di cura per famiglie, assistenti familiari e anziani presente a Cesena. E' rivolto in particolare alle famiglie che cercano indicazioni su dove rivolgersi per cercare un'assistente familiare e avere informazioni concrete sul lavoro di cura a domicilio. Si occupa anche di qualificare il lavoro delle assistenti familiari e il loro orientamento professionale.
Il Punto di Appoggio è un servizio inserito all'interno del progetto "Affetti Speciali" dell'ASP del distretto Cesena - Valle Savio che completa, integrandoli, i servizi a favore della domiciliarità. È uno spazio istituzionale, ma informale, che lavora in un'ottica di rete con gli altri operatori, promuovendo la partecipazione dei cittadini.
I numeri
IL Punto d'appoggio nasce ad aprile 2007. Nell'ultimo anno di attività sono stati 250 gli accessi al servizio, in maggioranza familiari referenti di cura che si rivolgono al PDA per ottenere le prime informazioni, per sé e per i propri familiari, su tutto quello che riguarda l'assistenza rivolta ad un anziano non autosufficiente. L'altra grande affluenza è quella delle donne straniere che hanno perso lavoro, lo cercano o chiedono informazioni su quello attuale.
Nel dettaglio, i familiari rappresentano il 40%, le assistenti familiari conviventi il 25%, mentre un altro 28% è rappresentato da persone, disoccupate o meno, che cercano informazioni sul mercato informale del lavoro di cura. Vista la natura del servizio, l'86% degli accessi è rappresentato da donne. Il 45% sono persone italiane, mentre estremamente eterogenea è la presenza straniera: rispettivamente rumena (11%), polacca (9%), bulgara (9%), ucraina (7%) le nazioni maggiormente rappresentate, ma con almeno altre 10 nazionalità che accedono al servizio con numeri più ridotti.
Rispetto alle richieste dei familiari, nel 33% dei casi la richiesta è quella di un'informazione sulla ricerca di un'assistente, mentre nel 52% c'è sempre una richiesta di orientamento sul "mondo" del lavoro di cura e sulle modalità di inserimento, ricerca, regolarizzazione.
La richiesta prevalente delle assistenti è quella della ricerca di un'occupazione. Questa necessità è sempre il pretesto per pubblicizzare corsi di italiano e incontri di qualificazione sul lavoro di cura, nell'ottica di migliorare la capacità professionale delle assistenti familiari.
Le assistenti familiari sono, come visto, per la maggioranza di origine straniera. Si registra una presenza di persone italiane che si interessa all'assistenza privata a domicilio (il 6% di chi cerca un'occupazione), ma naturalmente non per rapporti di lavoro in convivenza, ma solamente a ore. È a volte problematica anche la recente tendenza delle signore straniere a stabilizzare la loro permanenza e a cercare a loro volta un'occupazione senza il vincolo della convivenza.
Ufficio stampa
Federica Bianchi