Inaugura domenica 04 febbraio la mostra "Walter Galli poeta e pittore". In esposizione dipinti realizzati dall'artista. La mostra sarà visitabile negli orari di apertura della Malatestiana.
Se per Walter Galli la poesia ha rappresentato la fatica di vivere allora possiamo dire che la sua pittura è stata la liberazione da quel “...gruvéi ad spèn, ad spiun/cun l’urtiga a mèzagamba...” (‘groviglio di spini, di sterpi/con l’ortica a mezza gamba...” a cui la vita spesso lo aveva costretto.
Non so se la sua poesia sia nata prima o dopo la pittura o contemporaneamente, comunque la materia, il disegno, il colore, la manualità del segno son ben complementari al suo mondo civile, culturale, ironico e intimamente impegnato. Se la sua poesia mette al centro l’uomo con tute le peculiarità esistenziali, la pittura e l’incisione ne sono il contrappeso senza ambiguità alcuna perché la coerenza in Galli è il valore indiscusso del proprio pensiero.
Ammirando i paesaggi, le nature morte e le incisioni della sua vasta opera di pittore-incisore si può notare come Galli abbia ben saputo sottolineare la realtà delle origini, senza retorica e lontano da ogni tipo di qualsiasi nostalgia e questo è il messaggio principale che il pittore-incisore ha saputo esprimerete attraverso i suoi racconti visivi. L’elemento principale nella pittura di Galli è sempre il senso narrativo della natura e la significativa decantazione del paesaggio del mondo reale nel quale è vissuto.
Infatti quello che conta è l’esecuzione, l’invenzione e l’ispirazione dell’artista a una sapiente traduzione della realtà come risalta appunto dal suo profondo espressionismo realistico.
Nelle sue realizzazioni Galli non si disperde mai in inutili abbellimenti. Ogni oggetto e soggetto delle opere coglie sempre e soltanto l’essenziale dei suoi paesaggi quotidiani con il tocco speciale di una raffinata eleganza, grazie a una particolare luminosità dei segni incisi. Rupi, calanchi, fiori, colline, figure di personaggi scomparsi, angoli indelebili rispecchianti il proprio cantone d’appartenenza da salvare (la Valdoca), senza nevrotiche nostalgie, rivelano l’estrema sensibilità di un artista che attraverso i colori, il pennello e l’incisione riesce a raccontare le emozioni della vita senza incantesimi ma con grande realismo aettivo e impegno civile. Linee purissime, colori delicatissimi, velature e trasparenze di intensità e tonalità descrittive e rappresentative sono la forza di un linguaggio incisivo, sereno ed equilibrato, rivolto alla ricerca della forma pura della realtà.
Un linguaggio che sa parlare direttamente all’occhio e allo spirito di ognuno.
Waler Galli (Cesena 1921-2002) pittore e incisore, esordisce nel 1951 partecipando alla Biennale Romagnola, nel 1956 partecipa alla mostra della Resistenza a Bologna, la prima personale nel 1959 alla Galleria O.I.R. di Cesena e poi, fino al 1993, decine di mostre personali e collettive in varie parti
d’Italia. Inoltre ha vinto numerosi premi nazionali fra i quali: Premio Burano-Venezia 1956, Premio Gauguin Firenze 1964, Settimana Cesenate (sei volte dal 1966 al 1977) e tre volte il Premio Campigna di Santa Sofia (1967/1968/1969). Inoltre ha fatto parte del gruppo di artisti cesenati con Alberto Sughi, Luciano Caldari, Giovanni Cappelli, Mario Bocchini e Renato Turci.
(Davide Argnani)