Dentro la povertà cesenate
l'identikit dei nuovi bisogni
In vista della predisposizione del bilancio di previsione, l'Amministrazione Comunale ha fatto la scelta di non toccare le risorse destinate al welfare, nella consapevolezza delle difficoltà crescenti delle famiglie che vivono a Cesena.
Ma cosa sta accadendo esattamente fra le famiglie che si rivolgono ai Servizi Sociali? E con quali modalità i Servizi intervengono?
"Naturalmente, l'aumento della povertà - spiegano il Sindaco Paolo Lucchi e l'Assessore alle Politiche del Benessere dei Cittadini Simona Benedetti - è legato alla crisi economica in atto, che mediamente ha ridotto le capacità economiche di tutte le fasce sociali. Ma ci sono alcune categorie che presentano elementi di maggiore fragilità e quindi più facilmente possono scivolare in una condizione di bisogno. E' il caso, in particolare, dei nuclei che in caso di problemi - non solo economici, ma anche legati alle necessità di cura di bambini o anziani - non possono contare sull'appoggio di una rete parentale di sostegno, e di chi per il proprio sostentamento può contare solo su lavori precari o legati alla stagionalità. Ed è facile comprendere come le famiglie immigrate (non solo dall'estero, ma anche da altre regioni italiane) si trovino più facilmente in queste condizioni".
Rientra in almeno una di queste categorie, ma spesso in entrambe, la gran parte delle 1137 persone (339 anziani e 798 famiglie) che nel 2009 hanno fatto richiesta per fruire di qualche forma di assistenza dai Servizi Sociali del Comune. Di queste, sono state accolte 1056 domande; delle 171 respinte, 76 erano di italiani e 95 erano di stranieri.
Ma sulla base di quali requisiti vengono accolte le domande?
In primo luogo ci sono, naturalmente, le condizioni economiche e patrimoniali della famiglia, che non devono superare il tetto dei 5500 euro di Isee. Ma c'è anche l'adesione del nucleo familiare al progetto di recupero dell'autonomia. "Il nostro obiettivo è sempre quello di costruire un percorso che nel tempo consenta a tutti quelli che si rivolgono ai servizi di affrancarsi dall'assistenza.
Quindi chiediamo a tutti di fare la loro parte, impegnandosi ad esempio a cercare e a mantenere un lavoro, a imparare a gestire le proprie finanze per poter far fronte alle spese essenziali, come l'affitto e le bollette, ecc. Chi non rispetta il progetto di sostegno definito con l'assistente sociale perde la possibilità di usufruirne".
Nel 2009 i contributi erogati alle famiglie ammontano complessivamente a 688.436,87 euro per una media di 987 euro per famiglia. Complessivamente hanno beneficiato di queste prestazioni economiche 697 nuclei familiari, di cui 315 italiani e 382 stranieri.
La fetta più consistente di risorse (circa 338mila euro) è servita per erogare contributi ordinari o straordinari sulla base dei progetti elaborati di concerto con gli assistenti sociali, mentre è di oltre 73mila euro l'entità dei contributi per pagare le bollette del gas. Oltre 64mila euro sono serviti per erogare prestiti sull'onore.
Accanto ai contributi a disposizione delle famiglie, ci sono poi quelli destinati specificamente al sostegno dei minori, che nel 2009 sono ammontati a 1 milione e 311mila euro a livello comprensoriale. Questa somma è servita per rispondere alle necessità dei 1489 minori in carico ai servizi, di cui 966 italiani e 533 stranieri
Ufficio stampa
Federica Bianchi
Data Ultima Modifica:
07 Ottobre 2016
Data di Pubblicazione:
25 Novembre 2010
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