La sezione Cantiere Malatestiano si pone il duplice obiettivo di dare visibilità alla produzione scientifica dedicata al patrimonio manoscritto della Malatestiana e di promuovere la conoscenza di progetti di ricerca che hanno sviluppato metodologie innovative nel campo della ricerca codicologica.
Venerdì 20 aprile - Aula Magna
Graffiti malatestiani
di Paola Errani e Marco Palma
(Viella, 2018)
I graffiti malatestiani comprendono firme, date e disegni che costituiscono una preziosa testimonianza dei frequentatori della biblioteca Malatestiana dal momento della sua apertura fino ai giorni nostri.
Tra gli elementi più interessanti emersi dalla ricerca presentata nel volume si ricorda la data delle visite più antiche della biblioteca che conosciamo, cioè il 1467: in quell'anno Francesco Fazioli di Ancona e un tal "Francolinus" da Padova lasciarono il loro nome scritto sul XXIX banco di destra insieme alla data della visita.
Inoltre, sul davanzale della sedicesima finestra di destra si trova incisa la firma "Lucretia b.", che, già attribuita negli anni venti del Novecento alla mano di Lucrezia Borgia, ha trovato ora una conferma paleografica della autografia attraverso il confronto con le lettere originali da lei scritte a Pietro Bembo nel 1502-1503.
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Venerdì 19 gennaio, ore 17.00 - Sala Lignea
Io, un manoscritto. [L'Antologia Palatina si racconta]
(Carrocci editore, 2017)
di Simone Beta
Ci sono libri che hanno avuto una vita molto più avventurosa delle storie che raccontano.
Uno di questi è l’Antologia Palatina, il manoscritto che ci ha conservato la più ricca collezione della poesia greca antica, una raccolta di quasi quattromila epigrammi composti nell’arco di quindici secoli. Scritto a Bisanzio nel X secolo, arrivò in Italia agli inizi del Cinquecento e cominciò subito a viaggiare per tutta l’Europa, passando tra le mani di personaggi come Erasmo da Rotterdam e rischiando di scomparire per sempre, inghiottito dalle guerre che tra il Seicento e l’Ottocento insanguinarono il nostro continente.
È proprio il manoscritto stesso, con uno stile vivace a metà strada tra il saggio e il romanzo, a narrarci
le incredibili peripezie che, dopo averlo portato a Londra, Roma e Parigi, gli hanno fatto trovare la sua casa definitiva nella Biblioteca Palatina di Heidelberg.
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In collaborazione con il comitato scientifico della Biblioteca Malatestiana
L'iniziativa è stata inserita dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo nel calendario degli eventi dell'Anno europeo del patrimonio culturale 2018