Domenica 26 novembre alle 17.00 nell’Aula Magna della Biblioteca Malatestiana, Mario Amici presenta la sua raccolta di poesie in dialetto “Riflésion”, edito da Il Ponte Vecchio.Ad introdurre l’incontro sarà Leonardo Belli, Presidente dell’Associazione di promozione e valorizzazione del dialetto romagnolo “Te ad chi sit e’ fiol?”.Durante l’incontro interverrà anche il letterato cesenate Gianfranco Lauretano.
Per non perdere le nostre radici: così Mario Amici legittima le sue poesie. Le radici di cui parla sono quella della civiltà contadina romagnola, radici in pericolo, dice il poeta, che di fronte allo stravolgimento umano, economico e militare del mondo, si chiede: "Du avémi da 'rivé, / par capì c'avém / tuché e' fond?". La memoria, diciamo pure i ricordi semplici e lineari, sono l'arma principale della lotta del poeta. Ricordi di vario genere, ma perlopiù caratterizzati da una profonda tenerezza, poiché il duro lavoro della terra, vacche, aratri, vanghe e badili, di giorni interi passati a scavare fossi è considerato come "carezze piene d'amore". La natura che non smette di accompagnare nemmeno il paesaggio lavorato dall'uomo perché essa, da sempre, è il nostro specchio e, probabilmente, lo specchio di Dio.
Mario Amici
Mario Amici è nato a Bagnìle, e vive da oltre quarant'anni a San Giorgio. Da sempre appassionato di poesia dialettale, negli anni ha scritto numerose raccolte di poesie come Arcurd (2014) e La nostra tèra (2015).