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Il Sindaco Lucchi sugli eventi pubblici a Cesena

“I fatti di Torino ci obbligano a essere più attenti alla sicurezza e a evitare le ‘furbate’. E occorre tener conto anche delle esigenze dei residenti”


Cosa sta accadendo a Cesena rispetto agli eventi pubblici? Dopo il “caso “degli spettacoli alla Rocca e quello del Silent Party, il quesito è legittimo.
Anche la risposta non è difficile: dopo i fatti di Torino, accaduti durante la visione della Finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid, abbiamo imparato ad essere molto più attenti e precisi nella concessione degli spazi pubblici.In realtà non dovrebbe essere una novità per nessuno: lo anticipai con una certa precisione nella lettera pubblica indirizzata ai cesenati il 6 giugno scorso che, partendo dalle dichiarazioni del Ministro Minniti (“Di fronte ai feriti di Torino e a chi è ancora in ospedale, l’impegno che dobbiamo prendere tutti è che le istituzioni devono coralmente creare le condizioni perché certi fatti non succedano più. Se non ci sono i requisiti non si farà l’evento. Se l’evento non garantisce il livello massimo di sicurezza è chiaro che non può farsi. Il nostro obiettivo è permettere tutti i 1700 eventi in programma per l’estate in un contesto di tranquillità. A Torino è evidente che non ha funzionato qualcosa. Noi dobbiamo comprendere una cosa evidente, che abbiamo a che fare con un rapporto sempre più complicato tra qualunque evento pubblico e due principi: la salvaguardia delle persone e la sicurezza”) anticipava un atteggiamento per noi non nuovo, ma che sarebbe stato rafforzato nei mesi successivi.

Non a caso, quindi, sin da quel momento ammisi di “pensarla esattamente come il Ministro Minniti: perché è vero che non possiamo farci travolgere dalla paura, né possiamo trasformare le nostre città in luoghi blindati, così come dobbiamo salvaguardare ciò che da sempre riteniamo un valore e cioè la nostra capacità di stare assieme, di socializzare, di vivere con gioia luoghi, eventi, incontri della nostra splendida Cesena. Ma è altrettanto certo che non possiamo far finta che nulla sia accaduto e sperare che Cesena sia immune da pericoli causati magari solo da un petardo, da un grido, da un rumore improvviso. Dobbiamo cioè agire per affrontare il nodo cruciale, che è quello della paura, ma anche essere consapevoli che con la paura non si può giocare. E, poiché la nostra città – per fortuna, aggiungo – nei prossimi mesi ospiterà decine di momenti d’incontro (culturali, sportivi, sociali) ed almeno tre eventi di massa, capaci cioè di attrarre in centro storico contemporaneamente decine di migliaia di persone (nell’ordine e senza dimenticare il loro diverso peso, naturalmente, si tratta: della Fiera di san Giovanni a ridosso del 24 giugno; della straordinaria visita a Cesena di Papa Francesco il 1 ottobre; del Festival del cibo di strada nel week end immediatamente successivo), comunico già oggi che Giovanni Colloredo, Comandante della nostra Polizia municipale, è all’opera per studiare tutti i provvedimenti – compresi naturalmente nell’ambito delle competenze del Comune e che condivideremo per tempo con l’autorità di pubblica sicurezza – necessari per farci sentire collettivamente più sicuri”.Concludevo poi scusandomi:”per il fatto che forse alcune delle scelte che renderemo operative nelle prossime settimane causeranno qualche piccolo disagio ai cesenati ed agli imprenditori del nostro centro storico. Ma so anche bene che in questi giorni tutti abbiamo avuto gli occhi pieni delle immagini di Torino e ci siamo già detti collettivamente che, se assieme saremo bravi, a Cesena non dovrà capitare. Mai”.

Sta quindi accadendo semplicemente ciò che era stato annunciato e che a me continua a sembrare doveroso: senza cedere alla paura, cerchiamo però di far rispettare di più le regole. Certo, possiamo – e dobbiamo – migliorare nella comunicazione con chi organizza gli eventi: dobbiamo cioè diventare più tempestivi nelle risposte; essere più chiari nello spiegare i motivi dei dinieghi; evitare che vi siano interpretazioni diverse a seconda degli interlocutori. Ma non possiamo derogare mai, soprattutto oggi, dal rispetto delle regole. Punto.
Se un luogo non è sicuro, non ha vie di fuga certe, corre il rischio di ospitare più persone di quelle consentite, quel luogo non può divenire teatro di un evento. E ciò anche a costo di fare arrabbiare chi di quel luogo vede solo l’interesse artistico, culturale ed anche, non dimentichiamolo mai, il business. Che a me personalmente non dà certo fastidio, ma che non può mai e poi mai superare per importanza l’interesse collettivo alla sicurezza di tutti.

E, poiché il “Silent Party” in queste ore è oggetto di una ampia discussione, anche la sua organizzazione va inquadrata in questo contesto. Mi spiego. Certamente non è possibile affermare a prescindere che il Silent party creerà problemi di ordine pubblico, non è questo il punto, naturalmente. Ma da Torino in avanti tutti (Amministrazione comunale, uffici, organizzatori di eventi) dobbiamo avere un’attenzione particolare alle norme ed alle conseguenza della loro applicazione sulla città e sui cittadini ed evitare le “furbate”.
Posso permettermi di affermare che il “Silent party” è una furbata?
A Cesena gli eventi (musicali e di qualunque tipo) devono cessare a mezzanotte. Ci abbiamo messo anni a raggiungere un equilibrio che richiede un piccolo sacrificio ai residenti del centro storico (che in estate di intrattenimenti musicali sino a mezzanotte devono sorbirsene molti, anche quando avrebbero voglia di andare a letto prima di mezzanotte...) e che lascia spazio alla creatività. E, per questo, dopo il primo anno da Sindaco (nel quale commisi più di un errore concedendo deroghe che negli anni a seguire sono state invece rarissime e solo per eventi eccezionali) ci siamo sempre attenuti alla regola della mezzanotte. Nessuno può provare a convincere me – ed i residenti del centro storico che, non a caso, sul Silent party si erano già attivati con mail alla Polizia municipale per richiederne l’intervento - che l’ascolto della musica con cuffie, magari sino alle 3,00 della notte, sia tanto diverso da un evento di qualunque tipo che dura sino alle 3,00 della notte.

Le regole a Cesena sono uguali per tutti. E vanno rispettate, anche se la sete legittima di guadagno amerebbe di più una deregulation che nel nostro futuro non sarà possibile. Per nessuno, neppure per chi strilla molto sui social o sulla stampa.

Il Sindaco - Paolo Lucchi

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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