È una serata di gioie e risate quella che venerdì 21 luglio conclude l’edizione numero 7 di “Piazze di cinema”, il festival organizzato a Cesena dall’Amministrazione comunale in collaborazione con la Fondazione Cineteca di Bologna. Dopo 12 giorni di proiezioni e incontri con registi e attori, in piazza del Popolo alle ore 21.30 saranno consegnati il premio della giuria e il premio popolare per la miglior opera prima “Monty Banks” (nome d’arte del cesenate Mario Bianchi che negli anni Venti ottenne successo negli Usa come autore e interprete di film comici) e l’inedito premio popolare per la migliore commedia italiana dell’anno.
Cinque le pellicole in concorso per il “Monty Banks”, che nei giorni scorsi sono state proiettate al Chiostro di San Francesco alla presenza degli autori: sono La pelle dell’orso di Marco Segato, I figli della notte di Andrea De Sica, Mine di Fabio Guaglione e Fabio Resinaro, Cuori puri di Roberto De Paolis e La ragazza del mondo di Marco Danieli. A giudicarle, i registi Francesco Amato e Alessandro Aronadio, l’attrice Cecilia Dazzi, il critico Roy Menarini e il produttore Ivan Olgiati. Un riconoscimento speciale verrà assegnato anche dagli spettatori di “Piazze di cinema”, che hanno espresso il loro voto in occasione delle proiezioni.
Cinque anche i film che si sono contesi il premio del pubblico come migliore commedia italiana dell’anno. Proiettati in Arena San Biagio con presentazione da parte dei registi, sono Non è un paese per giovani di Giovanni Veronesi, Che vuoi che sia di Edoardo Leo, Orecchie di Alessandro Aronadio, Lasciati andare di Francesco Amato e Moglie e marito di Simone Godano.
Dopo le premiazioni, il grande schermo di piazza del Popolo si accenderà per l’ultima volta quest’estate con Amici miei di Mario Monicelli. Girato nel 1975, è un classico della commedia all’italiana, in cui il riso si unisce a un sempre presente senso di malinconia. La storia, nota ai più, è quella di cinque uomini di mezza età di Firenze (interpretati da Ugo Tognazzi, Philippe Noiret, Gastone Moschin, Duilio Del Prete e Adolfo Celi) che, insoddisfatti della loro vita, trovano rifugio in grotteschi scherzi a danno di malcapitati e in “zingarate” in cui ritrovano una libertà che la routine di tutti i giorni, le crisi familiari e i problemi economici non riescono più a dare loro.
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