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Il Sindaco Lucchi sostiene la proposta di legge dell’onorevole Fiano e lancia un appello alle forze politiche Cesenati

“L’ostentazione di atteggiamenti e simboli fascisti non si può liquidare come folklore. Di fronte al moltiplicarsi di episodi allarmanti è fondamentale intervenire”


Il solito teatrino della politica nazionale si sta sbizzarrendo sulla proposta di legge presentata dall’Onorevole Fiano per integrare il codice penale circa il reato di propaganda del regime fascista e nazifascista.
Come sempre (purtroppo) assistiamo a un copione già noto, con Partiti e movimenti che pare facciano a gara a chi usa i toni più eccessivi, buoni a conquistare un titolo in prima pagina. Così il Movimento 5 Stelle ha definito la proposta di legge ‘liberticida’ e si è schierato insieme al centrodestra, ovviamente molto critico. E naturalmente non ha perso l’occasione il segretario della Lega Nord, Matteo Salvini, naturalmente, che l’ha criticata con un lieve: “Un conto sono le minacce, gli insulti o l’istigazione al terrorismo, altra cosa sono le idee, belle o brutte, che si possono confutare ma non arrestare”.

Insomma, l’Italia fondata sulla Resistenza e sull’antifascismo in estate può anche diventare l’Italia che fa spallucce e dimentica ciò che il fascismo ha prodotto di terribile per il nostro Paese.
Per quel che mi riguarda, non posso accettarlo. E credo sia utile richiamare direttamente i contenuti della proposta Fiano che cita testualmente: «Nel capo II del titolo I del libro secondo del codice penale, dopo l’articolo 293 è aggiunto il seguente: Art. 293-bis. – (Propaganda del regime fascista e nazifascista). – Chiunque propaganda le immagini o i contenuti propri del partito fascista o del partito nazionalsocialista tedesco, ovvero delle relative ideologie, anche solo attraverso la produzione, distribuzione, diffusione o vendita di beni raffiguranti persone, immagini o simboli a essi chiaramente riferiti, ovvero ne richiama pubblicamente la simbologia o la gestualità è punito con la reclusione da sei mesi a due anni. La pena di cui al primo comma è aumentata di un terzo se il fatto è commesso attraverso strumenti telematici o informatici».

L’iniziativa dell’onorevole Fiano mira, dunque, a introdurre nel codice penale una nuova fattispecie relativa al reato di propaganda del regime fascista e nazifascista, affiancandosi alle leggi già in vigore (la ‘legge Scelba’ del 1952, e la legge ‘Mancino’ del 1993), con l’obiettivo di punire alcune condotte che finora non erano state ritenute penalmente rilevanti.

Io non ho dubbi che Fiano abbia ragione: di fronte al moltiplicarsi di episodi e di atteggiamenti allarmanti, che il web contribuisce ad alimentare, era necessario intervenire per ampliare, aggiornare e rendere più stringente il contrasto ai reati di propaganda e apologia del fascismo, prevedendo anche il divieto di realizzare e vendere gadget e immagini. Punto.
Non possiamo continuare a far finta di niente, liquidare l’ostentazione di simboli e gesti inequivocabili come semplice folklore, chiudere gli occhi di fronte ai contenuti da brivido di certe pagine web. Su certi temi non si scherza, e a Cesena lo abbiamo toccato con mano solo pochi mesi fa, quando nel febbraio scorso un gruppetto di adepti di Forza Nuova arrivato da fuori mise in atto una vergognosa manifestazione contro una coppia che stava festeggiando la propria Unione Civile. Un episodio che ferì profondamente l’anima antifascista della nostra Cesena, tanto che, pochi giorni dopo, partiti, associazioni, movimenti, ma anche tanti semplici cittadini gremirono piazza del Popolo per gridare il loro no alle provocazioni fasciste.

Alla luce di quel ricordo, mi rivolgo alle forze politiche cesenati, a partire da quelle del Consiglio comunale. Non posso dimenticare, infatti, che quasi tutte aderirono a quella manifestazione ed espressero con chiarezza e determinazione la loro opposizione alla provocazione fascista, mentre oggi i vertici nazionali di molti partiti sembrano preferire posizioni molto più sfumate. E allora mi chiedo se i Partiti ed i movimenti cesenati avranno la forza di distinguersi rivendicando la loro identità antifascista, riconoscendo che la legge in discussione alla Camera è anche la nostra legge, ricordando che Cesena, Medaglia d’argento al valore militare, sarà per sempre città antifascista. Il prossimo Consiglio comunale, quello del 27 luglio, potrebbe essere l'occasione per farlo insieme alla città.

Paolo Lucchi - Sindaco di Cesena

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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