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Fondi per l’imprenditoria: possibile una rivoluzione

L’Amministrazione investirà non solo sulle nuove imprese, ma anche su quelle che decidono di innovarsi attraverso l’e-commerce e il web


Rimodulare le iniziative a sostegno della nuova imprenditoria destinando le risorse non solo alle imprese neonate, ma anche a quelle già attive, che vogliono rinnovarsi puntando sulle nuove tecnologie e il web. E’ questa la proposta che il Sindaco Paolo Lucchi e l’Assessore allo Sviluppo Economico Lorenzo Zammarchi lanciano con una lettera inviata oggi alle Associazioni di categoria del commercio e dell’artigianato Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato e Cna.
L’idea dell’Amministrazione scaturisce dall’analisi dei fenomeni in atto e, in particolare, dalla constatazione (suffragata anche da una recente indagine del Sole 24 Ore) del progressivo sviluppo dell’e-commerce, a cui però non tutte le imprese del commercio e dell’artigianato – e specialmente quelle medio-piccole – sanno far fronte, dotandosi degli strumenti adeguati. Un problema che le stesse associazioni di categoria stanno già affrontando, puntando soprattutto sulla formazione. Sulla base di queste considerazioni l’Amministrazione ritiene opportuno di poter intervenire anche in questo ambito, e per questo propone alle associazioni di avviare un confronto per ridefinire le modalità di sostegno alle imprese nell’ottica di un ‘Patto per l’innovazione’. In prima battuta, la discussione potrebbe svilupparsi all’interno della Consulta per l’Economia ed il Lavoro, di imminente costituzione, per poi proseguire nell’ambito del percorso per la definizione del bilancio 2018. Ed è questo l’iter che il Sindaco Lucchi e l’Assessore Zammarchi propongono.

In questi anni il Comune di Cesena ha dedicato un consistente impegno per supportare la nuova imprenditoria. Dal 2014 (anno di attivazione del programma) al 2016, è stata investita la somma di 1.350.000 euro, attraverso l’erogazione di contributi a fondo perduto e per la no tax area. Grazie a questo meccanismo è stato possibile, nel corso dei 3 anni, sostenere la nascita e la crescita di 412 nuove imprese. Anche nel bilancio 2017 è stata confermato – come negli anni precedenti - lo stanziamento di 450mila euro per questi interventi. Di seguito il testo integrale della comunicazione che il Sindaco Lucchi e l’Assessore Zammarchi hanno inviato alle Associazioni di categoria.

"Le ferite causate al tessuto imprenditoriale del nostro territorio da parte della più lunga e pesante crisi economica dal secondo dopoguerra, sono ancora ben visibili, con lo strascico di imprese chiuse e posti di lavoro volatilizzati che le statistiche, con fredda precisione, ci ricordano. Se è vero che qualche timido segnale dai dati macroeconomici pare giungere (e ciò è ancor più vero in Emilia-Romagna, dove la crescita si sta affermando in modo più netto rispetto al resto d’Italia), sarebbe comunque irresponsabile stare fermi ad aspettare che le cose tornino esattamente dove stavano prima del 2008. Non possiamo infatti ignorare che gli anni che abbiamo lasciato alle spalle, oltre a dinamiche economiche estremamente difficili, siano stati portatori di alcuni segnali ben chiari, soprattutto relativamente alle abitudini dei consumatori. Gli elementi da valutare sono senza dubbio tanti (attitudine ed abitudine al consumo da parte delle famiglie, diverse dinamiche di risparmio, contrazione della spesa pubblica e degli investimenti, ecc), ma la novità più rilevante è senz’altro collocabile nell’ambito della rivoluzione tecnologica che ci sta accompagnando e, ancor più spesso, travolgendo.
Si tratta di un’onda che ha silenziosamente cambiato le abitudini di ciascuno di noi, modificando i nostri stili di vita, adattati alla presenza sempre più massiccia di nuove tecnologie e nuovi sistemi e causando, in particolare nel mondo del commercio, una vera e propria rivoluzione copernicana. Solo pochi giorni fa, una interessante ricerca pubblicata su Il Sole 24 Ore ha mostrato come il valore degli acquisti on line da parte dei consumatori italiani sia passato dai poco più di 8 miliardi di euro del 2010, agli oltre 19,6 miliardi di euro del 2016, con tassi di crescita di anno in anno sempre in doppia cifra, che oramai si collocano stabilmente sul 15-20% annuo. Un dato quindi altissimo, che ha sottratto ricavi rilevanti al commercio tradizionale – caratterizzato storicamente da una forte fidelizzazione - , per “traghettarli” sugli acquisti fatti on line, che evidenziano anche una fortissima “infedeltà” da parte dei consumatori.In doppia cifra sono i tassi di crescita delle vendite di praticamente tutte le tipologie merceologiche (food & grocery compreso) e ciò dimostra quanto gli acquisti on line siano oramai diventati una opzione ampiamente praticata dagli italiani.

Parallelamente, la ricerca mostra una certa resistenza del mondo del piccolo e medio commercio e dell’artigianato di servizio ad abbracciare il web quale strumento di promozione e vendita: infatti il 39% delle imprese non ha alcuna presenza sui canali online e ben l’80% non si è affacciata ai canali mobile. Alla luce di questi dati, l’analisi de Il Sole 24 Ore accende il faro sul bisogno di accompagnare gli imprenditori lungo questa transizione, il cui approdo non è la mutazione totale della natura dell’esercizio commerciale (che “rinnegherebbe” il canale di vendita tradizionale, per dedicarsi totalmente all’e-commerce), quanto piuttosto la ricerca del migliore equilibrio fra negozio e presenza on-line, per far sì che internet rappresenti davvero una vetrina aggiuntiva aperta sui consumatori. A dimostrare come questa sia la strada giusta, sono anche alcune imprese del nostro territorio. Tra queste, individuando forse un “caso di scuola” da esaminare collettivamente, sono certamente collocabili le imprese di abbigliamento di via Fantaguzzi che, proprio nel mix virtuoso fra commercio tradizionale e commercio on line, hanno trovato la forza per rafforzare la propria presenza fisica (e la quantità di vetrine, oltre che di dipendenti), nell’ambito di quello che ormai è divenuto uno dei poli di riferimento per la moda di alta gamma in Romagna. Sotto questo profilo, le nostre Associazioni hanno avviato un percorso importante, imperniato sulla formazione (intesa sia come conoscenza delle potenzialità e accessibilità dei nuovi strumenti digitali sia, ancor prima, come “evangelizzazione” e disseminazione di cultura digitale nei confronti degli imprenditori). Ciò dimostra come abbiate ben compreso quanto le tecnologie, per le imprese, avranno sempre maggior impatto e siano indispensabili per accelerare il percorso verso un “commercio 2.0”, rafforzato da un approccio digital. E ciò per consentire ad ogni impresa di avere almeno due vetrine; una visitabile de visu ed una on line.Crediamo che su questo serva una strategia condivisa, costruita intorno ad un progetto ampio che, insieme, ci porti ad accompagnare gli imprenditori della nostra città verso il traguardo di una Cesena sempre più caratterizzata dal “commercio 2.0”.

Per questo crediamo che le politiche di supporto all’impresa, che negli ultimi anni si sono concentrate (in modo condiviso e con risultati che a tutti sono parsi assolutamente buoni) nel sostegno alla neoimprenditoria, possano essere ritarate, dedicando anche attenzione (e cioè contributi economici) alle imprese già esistenti, ma con un’idea di fondo forte, mirata ad accompagnare gli imprenditori in questo salto nel futuro. Crediamo quindi che, sin dal prossimo bilancio del Comune, la discussione sul sostegno all’impresa debba basarsi su di un “Patto per l’innovazione”, attraverso il quale, ognuno per la propria parte, Comune ed Associazioni supportino le imprese in questo percorso certo stimolante, ma tutt’altro che facile. Questa idea forte a noi pare una possibile chiave di volta, tutta “made in Cesena”, per affrontare i problemi del piccolo commercio e dell’artigianato di servizio con lo sguardo rivolto al futuro, attuando una strategia unitaria e concordata nel pieno interesse degli imprenditori cesenati.

Per questo vi proponiamo di avviare rapidamente il confronto sul bilancio 2018 del Comune di Cesena e, ancor prima, di decidere assieme di affrontare questa idea all’interno della “Consulta per l’Economia ed il Lavoro di prossima formale costituzione. Solo così saremo probabilmente capaci di sostenere l’urgenza di un doppio salto di qualità culturale e tecnologico, che sta caratterizzando ogni analisi sul futuro del commercio e che a Cesena dobbiamo sentire il dovere di affrontare e non solo di subire, come purtroppo sino ad oggi è accaduto per molte imprese".

L’Assessore Lorenzo Zammarchi
Il Sindaco Paolo Lucchi

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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