Ammonta a 16 milioni e 241.053,13 euro – con un incremento del 2,5% rispetto al 2016 - la somma necessaria a Cesena per coprire integralmente il servizio di gestione dei rifiuti urbani nel 2017. E sulla base di tale cifra sono state calcolate le nuove tariffe che cittadini e imprese cesenati dovranno pagare con la Tari.
La relativa delibera ha ricevuto questa mattina il via libera della Giunta comunale e sarà sottoposta già questa sera all’esame della commissione consigliare competente, per poi essere votata dal Consiglio comunale.
A comporre l’ammontare della somma concorrono varie voci: oltre al servizio vero e proprio (che costituisce la fetta più consistente, pari a 13 milioni e 637mila euro) ci sono la quota Atersir, l’Iva, il costo di gestione della Tari, la stima degli insoluti (ipotizzati 558.000 euro), gli sconti per le utenze, ecc.
L’incremento del 2,5% è determinato dall’inserimento dei costi necessari per l’avvio dei nuovi servizi previsti per ampliare la raccolta differenziata e degli investimenti previsti per potenziare le isole ecologiche.
Per il riparto dei costi è stato deciso di confermare le stesse quote già applicate negli anni passati, attribuendo il 60% a carico delle utenze domestiche e il 40% a carico delle utenze non domestiche.
Invariata anche la suddivisione in categorie prevista per le utenze domestiche (con sei categorie individuate in base al numero degli occupanti dell’abitazione), e quella, più articolata, per le utenze non domestiche (che comprende 30 categorie “principali” più altre sottocategorie).
Si tratta delle stesse suddivisioni adottate fin dai tempi in cui era in vigore la Tares e, prima ancora, la Tia. Sulla base del suo complesso meccanismo di ‘costruzione’, la tariffa della Tari è articolata, per tutte le utenze, in una quota fissa e in una quota variabile.
Rispetto al 2016, la quota fissa per le utenze domestiche risulta più bassa per tutte le categorie.
Così, per i nuclei con un unico componente quest’anno ammonta a 0,38 euro per mq, contro lo 0,53 dello scorso anno; per le famiglie con 2 componenti passa da 0,63 euro del 2016 a 0,45 euro del 2017; per le famiglie con tre componenti passa da 0,70 euro del 2016 a 0,50 euro di del 2017; per le famiglie con 4 componenti passa da 0,76 euro a 0,54 euro; per le famiglie con 5 componenti passa da 0,82 euro a 0,58 euro; infine, per le famiglie con 6 o più componenti passa da 0,87 a 0,62 euro.
E’ stata invece aumentata la quota variabile: quest’anno per i nuclei con 1 solo componente ammonta a 104 euro (era di 87,6 euro nel 2016); per i nuclei con due persone è di 187,22 euro (era di 157,75); per i nuclei di 3 persone è di 213,22 (era di 179,66); per i nuclei di 4 persone è di 228,82 (era di 192,81); per i nuclei di 5 persone è di 301,63 euro (era di 252,16 euro); per i nuclei con 6 o più componenti è di 353,63 euro (era di 297,98).
“E’ la spinta verso la tariffa puntuale – spiegano il Sindaco Paolo Lucchi, il Vicesindaco Carlo Battistini e l’Assessora all’Ambiente Francesca Lucchi – a determinare l’aumento dei costi variabili, ed è facile intuire come mai la quota variabile della tariffe delle utenze domestiche, determinate considerando il numero dei componenti, incida in misura più elevata. Ed è opportuno sottolineare che l’impostazione della tariffazione puntuale ci mette nelle condizioni più adatte per affrontare la gara per l'affidamento del servizio, che sarà pubblicata entro poche settimane”.
“L’aumento della quota variabile – proseguono gli Amministratori - è mitigato dalla riduzione della quota fissa, e nella maggior parte dei casi l’aumento sarà di poco più di una decina di euro: ad esempio, una famiglia di tre persone che vive in un appartamento di 100 mq pagherà 263 euro, contro i 250 del 2016, mentre una famiglia di quattro persone, sempre con una casa di 100 mq, pagherà 282 euro, contro i 269 del 2016.
Ma in alcuni casi è addirittura possibile che la bolletta sia più bassa che in passato”.
Per quanto riguarda le utenze non domestiche, l’incremento previsto oscilla fra il 5,4% e il 6,4%, a seconda delle categorie (unica eccezione gli ospedali, per cui l’incremento si attesta sull’8,4%).
“Per le utenze non domestiche – spiegano Sindaco, Vicesindaco e Assessora - l'aumento è determinato anche da un altro fattore: a causa delle cessazioni di attività, è diminuito il numero dei soggetti fra cui ripartire quel 40% assegnato alle imprese per coprire i costi del servizio. Non solo: ci sono anche varie imprese che hanno ridotto la superficie utilizzata, e anche questo fenomeno incide sull’importo generale delle tariffe”.