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Celebrazioni per i 60 anni dei Trattati di Roma: “L’Europa unita è già in casa nostra"

Il Sindaco Lucchi auspica che dalla capitale arrivi un nuovo slancio per rafforzare il percorso comune

 
Il 25 marzo 1957 i rappresentanti di Italia, Belgio, Germania, Francia. Lussemburgo e Paesi Bassi si ritrovarono a Roma per firmare i Trattati che istituirono la Comunità Economica Europea. Con quella firma venne messo il primo mattone della casa comune europea che oggi riunisce oltre 500 milioni di persone, garantendo loro pace, libertà, sviluppo, libera circolazione, rispetto dei diritti umani.

Domani, a sessant’anni di distanza, a Roma si ritroveranno i  leader dell’Unione Europea per celebrare questo fatidico anniversario e le loro immagini rimbalzeranno su tutti i teleschermi del continente.
Ma questo anniversario arriva in un momento molto delicato: la Brexit, che tra poco porterà il Regno Unito fuori dall’Ue, le spinte nazionalistiche che stanno emergendo in molti Paesi, la crisi economica, la minaccia del terrorismo, i flussi migratori dal sud del mondo…

Proprio per questo è più che mai necessario che le celebrazioni non si limitino a una mera commemorazione, sul filo del ricordo e della retorica. Occorre, piuttosto – come hanno auspicato tanti in questi giorni, a cominciare dal Primo Ministro Paolo Gentiloni – che si trasformino in un nuovo atto fondativo, per dare un nuovo impulso all’Unione Europea e metterla nelle condizioni di affrontare questo quadro complesso nel modo migliore. E per farlo bisogna recuperare i valori basilari di solidarietà, di dialogo, di cooperazione.
A Cesena ne siamo convinti: non a caso si è espresso in questo senso il Consiglio comunale, approvando una mozione che indica in modo preciso di condividere queste stesse sensibilità.
 
Spesso, in questi anni, ho verificato come, fra i cittadini comuni, fosse diffusa la sensazione che le istituzioni europee fossero burocratiche, distanti, non li riguardassero. Invece l’Europa è molto più presente nelle nostre vite di quanto crediamo: lo dimostrano la facilità con cui tutti noi possiamo viaggiare da un Paese all’altro senza restrizioni; le migliaia di ragazzi della ‘generazione Erasmus’ che hanno potuto compiere un percorso di studio all’estero; gli importanti contributi arrivati anche a Cesena a sostegno di interventi importanti (come Casa Bufalini, che sarà recuperata con i fondi arrivati, tramite la Regione Emilia – Romagna, da Bruxelles), i progetti innovativi che ci hanno coinvolto insieme a partner di diversi paesi (come il progetto InSmart per lo sviluppo di nuove politiche energetiche, che si concluderà proprio domani in Biblioteca Malatestiana).

Davvero è possibile pensare che la nostra vita sarebbe migliore senza tutto questo? Io non lo credo. Anzi, il mio rammarico è che non si sia fatto di più, che ci siano stati troppi freni e rallentamenti, impedendo la crescita di un’identità europea più forte. Per questo mi auguro che domani, a Roma, l’Unione Europea riprenda il suo percorso con nuovo slancio: ne va del futuro di tutti.


Il Sindaco di Cesena
Paolo Lucchi

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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