Fotovoltaico: all'orizzonte si profilano nuove interpretazioni per i procedimenti rimasti 'intrappolati' nel passaggio dalla vecchia alla nuova normativa (che affida alle Regioni o alle province delegate il rilascio delle autorizzazioni).
E, nel dubbio, per non penalizzare i procedimenti avviati ma non conclusi prima del prima del 25 Agosto (quando è entrata in vigore la nuova disciplina), il Comune ha deciso di mantenere aperto un doppio canale: da un lato, l'ufficio comunale competente - che fino all'agosto scorso era titolare dei procedimenti relativi all'autorizzazione per la costruzione di impianti fotovoltaici - predisporrà comunque le istruttorie delle pratiche inviate in Provincia, e contemporaneamente continuerà a garantire la partecipazione alle conferenza dei servizi quando è chiamato alla espressione di parere.
"La situazione è ingarbugliata - spiegano il Sindaco Paolo Lucchi e l'Assessore allo Sviluppo produttivo e residenziale del territorio Orazio Moretti - e ci è sembrato giusto fare in modo che non ne pagassero le conseguenze quegli operatori che avevano presentato le loro richieste nel periodo in cui è cambiata la disciplina. Da qui la decisione di rimettere in moto i procedimenti che a partire dal 25 agosto erano stati passati alla Provincia, pur proseguendo anche quell'iter procedurale".
Ma cos'è successo esattamente ad agosto?
Fino al 25 agosto ai Comuni era consentito di autorizzare impianti fotovoltaici superiori a 20 kw, sulla base del Decreto Ministeriale 19.02.2007, poiché questo stabiliva che l'acquisizione del permesso di costruire sostituiva l'autorizzazione unica.
Con il Decreto Ministeriale 6 Agosto 2010, entrato in vigore appunto il 25 Agosto scorso, il Ministero dello Sviluppo Economico ha inspiegabilmente abrogato la precedente disposizione, portando in capo alle amministrazioni Regionali e Provinciali tutte le competenze autorizzative in materia, con la sola esclusione degli impianti a copertura di edifici e di quelli a terra con potenza massima di 20 KW, che sono soggetti a Dia.
Il Decreto del Governo ha colto tutti di sorpresa, facendo rilevare solo tardivamente agli operatori pubblici e privati l'abrogazione della precedente disposizione.
Dal canto suo, il Comune di Cesena per evitare ritardi si era organizzato con un ufficio dedicato, ed aveva già rilasciato complessivamente 37 permessi di costruire, di cui 29 entro il 25 agosto e addirittura altri 8 successivamente al Decreto (fra il 26 Agosto ed il 16 Settembre).
"Preso atto della sopraggiunta incompetenza comunale (segnalata anche da comunicazioni scritte della Provincia di Forlì-Cesena del 28 e 30 Settembre) - sottolineano il Sindaco e l'Assessore Moretti - il Comune ha ritenuto doveroso non proseguire nel rilascio di permessi, considerati privi di validità, proprio a tutela di operatori impegnati in investimenti non trascurabili. Del resto l'univoca lettura normativa da parte delle amministrazioni pubbliche coinvolte si è allineata alla giurisprudenza consolidata , secondo cui ogni atto trova il proprio regime giuridico, nella norma in vigore quando viene posto in essere, a meno che una norma transitoria non consenta di concludere procedimenti avviati con le disposizioni previgenti. Pertanto, dopo aver informato i richiedenti, e pressati dai continui solleciti, abbiamo provveduto a inviare alla Provincia sia le pratiche inevase sia quelle per le quali era già stato rilasciato il titolo edilizio: si tratta complessivamente di 32 istanze, di cui 28 pervenute entro il 25 agosto 2010 e 4 successivamente. Per una di queste pratiche la Provincia ha già emesso il provvedimento autorizzativo (in 12 giorni dalla nuova richiesta dell'interessato) mentre altre 9 sono all'ordine del giorno di conferenze di servizi provinciali già convocate per il 2 e il 4 Novembre".
Nel frattempo, però, il quadro sembra destinato a modificarsi ulteriormente. il 20 ottobre è pervenuta a Provincia e Comuni la risposta ad un interpellanza parlamentare, nella quale viene preannunciata una formale interpretazione del Ministero per far salvi i procedimenti iniziati, seppur non conclusi, prima del 25 agosto, dal momento che il Decreto Ministeriale del 6 Agosto non ha disposto alcuna norma transitoria in tal senso.
"Ora il caos è davvero totale - commentano il Sindaco Lucchi e l'Assessore Moretti -. Infatti, mentre a settembre gli interessati sollecitavano l'immediato trasferimento delle pratiche in Provincia, dopo la risposta all'interpellanza, qualche operatore ora ritiene che le richieste presentate prima del 25 agosto 2010 debbano essere evase dal Comune, e quindi molti sollecitano la Provincia al ri-trasferimento delle pratiche ai Comuni, per evitare ulteriori ritardi e la conseguente perdita degli incentivi.
A questo punto per essere pronti ad ogni evenienza, nell'interesse degli operatori, ci siamo appellati al buon senso e responsabilmente abbiamo stabilito, di concerto con la Dirigente Arch. Emanuela Antoniacci, che l'ufficio comunale già titolare dei procedimenti predisponga comunque le istruttorie delle pratiche inviate in Provincia, e contemporaneamente continui a garantire la partecipazione alle conferenza dei servizi quando è chiamato alla espressione di parere. Così facendo, infatti, qualora venisse formalizzata una definitiva interpretazione (per ora solo preannunciata dal Ministero), il Comune di Cesena sarà in grado di provvedere al rilascio del titolo edilizio nel più breve tempo possibile".
"Restano però da sciogliere molti interrogativi - proseguono Sindaco e Assessore -. Posto che è almeno chiaro che due amministrazioni non possono essere contemporaneamente competenti a rilasciare la medesima autorizzazione, e che in questo lasso di tempo qualche operatore ha già ottenuto l'autorizzazione dalla Provincia, e qualche altro la pretenderebbe dal Comune, chi stabilirà quale delle due è valida? Quale delle due potrà accedere agli incentivi ? E, per contro, quale delle due genererà inevitabilmente un abuso edilizio? Resta infine certo che, qualora gli interessati ritengano giuridicamente valido il titolo edilizio comunale e non l'autorizzazione unica provinciale, la Legge Regionale 31 del 2002 prevede che trascorsi 75 giorni dalla presentazione dell' istanza o dall'avvenuta integrazione della stessa, si forma il silenzio assenso, fondato sulla asseverazione del progettista allegata alla richiesta di permesso".
Ufficio stampa
Federica Bianchi