L’artista Cosentino decompone così lo spazio. Egli non vede, ma ha delle percezioni; non racconta, ma vive, non riproduce, ma ricrea per connessioni e sovrapposizioni.
Al concatenarsi dei fatti subentra il loro trasfigurarsi; il mondo c’è già non avrebbe senso replicarlo: la pittura diventa il mezzo per indagare i moti più profondi; non opera più registrazioni ma racconta di pulsioni soggettive e di percorsi emozionali e spirituali.
Non c’è differenza fra l’uomo comune e l’uomo di successo: entrambi, frutto di una società contemporanea disumanizzante e globalizzata, vengono ritratti nel momento in cui perdono il legame con il dovere, la morale, il ruolo sociale, per diventare una cosa sola, la più grande la più misera, per diventare “uomo”.
orari:
martedì, giovedì e venerdì 16,00 - 19,00;
mercoledì, sabato e domenica 10,30 - 12,30 e 16,00 - 19,00