Prima e dopo il ‘ritrovato’ Freaks, il cinema ha guardato al circo come a una forma simbolica, luogo di trionfi e cadute, di ferocia, passione e umiliazione, figure chiave il cerchio (l’arena, la vita) e il trapezio (l’acrobazia, i complessi ménage sentimentali).
Irrinunciabile la sospensione spettacolare dell’equilibrista sul vuoto, fino al circo secondo Chaplin e i fratelli Marx.
Tre pazzi a zonzo (At the Circus), ore 18.00 - Cinema San Biagio
(USA/1939) di Edward Buzzell (87') con Harpo e Groucho Marx
Groucho, Chico, Harpo sono i tre pazzi a
zonzo in un circo che si trasforma irrimediabilmente in un manicomio. Chico e
Harpo passano al setaccio la camera da letto di un energumeno da baraccone alla
ricerca di prove, Groucho interpreta da par suo Lydia 'the Tattooed Lady' e la
logica, come l'orchestra nella giullaresca conclusione del film, finisce gambe
all'aria.
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Il circo (The Circus), ore 21.00 - Cinema San Biagio
(USA/1928) di Charlie Chaplin
(71')
Nell'ultimo
film completamente muto di Chaplin, Charlot è alle prese con il circo e le sue
attrazioni, fonte inesauribile di comicità. “Con questa prova di virtuosismo
fisico, Chaplin confermò di possedere uno stupefacente 'corps-cinéma', in grado
di moltiplicare le possibili coreografie del suo movimento nello spazio.
Eppure, sorprendentemente, Il circo
fu il primo film scritto da Chaplin 'a parole', in cui si serve della
scrittura, in cui formula soluzioni narrative per poi scartarle, in cui
riscrive e corregge uno spunto fino a raggiungere la sua idea di perfezione”
(Cecilia Cenciarelli).