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Gli auguri del Sindaco Paolo Lucchi alla signora Renata Bianchi, classe 1906

É la cittadina cesenate più anziana

Domani sarà una giornata speciale per una cesenate specialissima. Si tratta della signora Renata Bianchi che proprio il 16 ottobre raggiunge lo straordinario traguardo dei 110 anni, confermandosi la decana della nostra città. Alla signora Bianchi – che ho avuto l’occasione di conoscere alcuni anni fa – ho già inviato un messaggio personale di auguri, ma desidero farglieli anche pubblicamente, con grande affetto, a nome dell’intera città.
E, idealmente, li estendo a  tutti i centenari e ultracentenari di Cesena.
Si tratta di un drappello piuttosto nutrito, composto da una trentina di persone: di loro, una decina  ha raggiunto la fatidica soglia del secolo di vita quest’anno, mentre gli altri l’hanno già superata, in alcuni casi già da qualche anno. Ho scritto gli altri, ma forse sarebbe più corretto dire ‘le altre’. Infatti, i tre quarti dei centenari e ultracentenari cesenati è di sesso femminile (il dato esatto è di 23 donne contro 8 uomini). Ne ho conosciuti personalmente molti, portando loro gli auguri in occasione del centesimo compleanno, e li ho visti emozionati e felici per aver ricevuto ‘gli auguri del Sindaco’, ma io stesso sono sempre rimasto colpito dalle loro storie, spesso contrassegnate da fatiche e privazioni che a noi sembrano inimmaginabili. I centenari di oggi sono nati durante la prima guerra mondiale, hanno vissuto la loro giovinezza durante la seconda guerra mondiale, sono stati quelli che fra le macerie del dopoguerra si sono rimboccati le maniche e hanno cominciato la ricostruzione.
Questa considerazione riguarda anche i molti ‘grandi anziani’ che vivono nella nostra città: gli ultraottantacinquenni sono più di 3800 (di cui il 67% donne) e rappresentano circa il 4% della popolazione cesenate. L’allungamento della vita ha comportato la necessità di affrontare problemi di assistenza adeguata e sostegno alle famiglie che li accudiscono e già da tempo il nostro sistema di welfare dedica un particolare impegno di risorse umane ed economiche per rispondere ai bisogni delineati da questo quadro.
Ma la loro fragilità attuale, il loro bisogno di essere aiutati, non deve farci dimenticare ciò che sono stati, ma anzi deve spingerci a conservarne con cura le testimonianze e i ricordi.
É con questo auspicio che rinnovo gli auguri alla signora Renata, ‘ragazza’ della classe 1906, e a tutti i suoi quasi coetanei.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 



Data Ultima Modifica:
17 Ottobre 2016

Data di Pubblicazione:
17 Ottobre 2016

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