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Accoglienza profughi: il Sindaco Lucchi replica al Consigliere regionale Pompignoli

"Il modello Cesena non è fallito, ma servono modalità eque che coinvolgono tutti i Comuni e garantiscano una ripartizione equilibrata nei vari territori"

Si trasmette il testo della lettera che il Sindaco di Cesena Paolo Lucchi ha inviato al Consigliere regionale della Lega Nord Pompignoli dopo la sua presa di posizione circa le modalità di accoglienza dei profughi a Cesena.


               Gentile Consigliere regionale Pompignoli, ho avuto ancora una volta il piacere di leggere sulla stampa locale le sue parole su Cesena e sul tema dell'accoglienza dei profughi nella nostra città. Sono dispiaciuto di doverle dare una notizia non piacevole: poiché come sempre ha sempre preferito stare ancorato alla comodità del suo scranno in Regione, non verificando sul campo le informazioni raccolte, ancora una volta la sua nota stampa evidenzia la totale mancanza di conoscenza di un città come Cesena che, d'altronde, sino ad ora non ha frequentato in alcun modo.
               Forse (ma è solo una supposizione che lei mi consentirà), ciò che scrive di noi le viene raccontato da qualche cesenate del suo stesso partito, la Lega Nord? Perchè le "cose riportate", come la saggezza popolare insegna a noi romagnoli da generazioni, corrono spesso il rischio di non essere corrette. Mi permetterà, quindi, di farle notare come la verità, anche sui profughi, sia assai diversa da come lei scrive e da come le hanno raccontato.
               Cesena accoglie profughi dal 2011. Purtroppo non lo hanno deciso i cesenati, né il Sindaco, né il Consiglio comunale: da allora l'emergenza sbarchi è stata sempre gestita direttamente dal Ministero dell'Interno, che ha iniziato a "ripartire" le persone sui diversi territori italiani. E mi pare di ricordare che il Ministro dell'Interno che ha avviato il modello di accoglienza tuttora in corso, fosse Roberto Maroni, attuale Presidente della Regione Lombardia e ancora oggi appartenente alla Lega Nord, partito del quale anche lei è un autorevole dirigente. O ricordo male?
               Certo, da allora molte cose sono cambiate. E' cambiato il Governo ed è cambiato il Ministro dell'Interno. Ma, soprattutto, sono aumentate le tensioni e le difficoltà di un Paese, come l'Italia, che deve fare i conti in solitudine con una emergenza umanitaria di portata epica. Per noi non è possibile lasciare morire in mare bambini, donne e uomini, anche se ogni giorno di più vediamo quanto sia difficile conciliare i sentimenti di chi da sempre o da tempo abita in Italia con le esigenze di chi è straniero ed ha perso tutto.
               Noi crediamo che l'accoglienza debba essere portata avanti, ma con modalità eque, coinvolgendo davvero tutti i comuni e con una ripartizione fra i territori equilibrata nei numeri. Per qualche tempo ciò è accaduto: Cesena è riuscita a condividere con la Prefettura locale un modello di accoglienza che per anni ha visto il coinvolgimento del Comune e l'apertura di strutture di piccole dimensioni (10-15 persone accolte), distribuite su tutto il territorio comunale. I profughi accolti sono stati fra i primi ad essere occupati in lavori socialmente utili e non ci sono mai state tensioni con la cittadinanza. Se per "modello Cesena", lei si riferiva a questo, allora siamo ben lontani dal concetto del fallimento.
               Ciò che, invece, sta accadendo a Macerone è esattamente il contrario di tutto questo e nulla c'entra con le strutture di accoglienza coordinate dal Comune e dall'Unione Valle del Savio (nella quale le gioverà sapere che vi è grande compattezza di valori e di scelte, sebbene i Sindaci dei 6 Comuni abbiamo provenienze politiche trasversali).
               Ma quella struttura, come la parallela di San Carlo, è stata aperta da una associazione per decisione diretta della Prefettura, che ha completamente scavalcato il Comune e l'Unione dei Comuni.
               Per questo da tempo i 6 Sindaci del nostro territorio, assieme, stanno denunciando questa scelta, che giudichiamo non corretta nei confronti dei cesenati, che ci preoccupa molto dal punto di vista della sicurezza e che ci ha portati a comunicare alla Prefettura la decisione di sospendere le accoglienze nei nostri centri finché non si porrà rimedio a questa decisione sbagliata.
               Caro Consigliere regionale, le rinnovo l'invito a visitare la nostra città ed i nostri servizi, prima di scriverne. Per riuscirci, le basterà aderire alla proposta che le ho avanzato molte volte in questi mesi ed aggiungo anche di essere pronto ad adeguare la mia agenda alla sua - che certamente sarà piena di impegni istituzionali di alto livello - per mettermi a disposizione e farle vedere dal vivo quella Cesena e quei cesenati che sino ad ora ha conosciuto solo per interposta persona.
               E con molta modestia, la invito anche ad evitare di lanciare dall'alto strali utili a produrre qualche articolo di stampa, cercando di far leva sulle paure e sulle preoccupazioni di coloro che ancora non conoscono, o hanno deciso di non conoscere, le ragioni dell'accoglienza. Non è cosa utile per nessuno. Forse, nemmeno per lei.

Il Sindaco
Paolo Lucchi

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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