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Un nuovo volto per la frazione di Formignano

immagine della cerimonia
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Oggi l'inaugurazione ufficiale

La frazione di Formignano ha assunto una nuova fisionomia grazie all'ampio intervento di riqualificazione urbana cui è stato sottoposto, con lavori diffusi di bonifica ambientale e di sistemazione stradale e, soprattutto, la creazione di un sistema di piazze e spazi pubblici capaci di conferire una identità architettonica riconoscibile al borgo, rendendolo più gradevole e accogliente.
Oggi l'inaugurazione ufficiale, alla presenza del Sindaco Paolo Lucchi, dell'Assessore ai Lavori Pubblici, del consigliere di amministrazione di Hera Roberto Sacchetti, dei progettisti.

L'intervento, pianificato dal Comune, è stato realizzato da Hera, che ha affidato la progettazione all'architetto Stefano Piraccini dello Studio Acanto. L'importo complessivo delle opere ammonta a 1 milione e 59mila euro, "somma coperta - come ha ricordato l'ingegner Sacchetti - con il fondo creato sulla base di un accordo di programma risalente agli anni '90 tra Amga, cui è subentrata Hera s.p.a., ed il Comune di Cesena, che prevedeva l'accantonamento di 3 lire per ogni chilogrammo di rifiuti stoccato nella discarica della Busca per finanziare interventi di carattere ambientale nella zona circostante la discarica".

E ai residenti delle zone- a cominciare da quelli di Formignano - ha dedicato uno speciale ringraziamento il Sindaco Lucchi, sottolineando che l'intera città ha un debito con loro, dal momento in cui si decise di realizzare la discarica. "Un impianto - ha sottolineato il sindaco - costruito con attenzione all'impatto ambientale, che ci ha messo al riparo dai problemi che vivono altre parti d'Italia". Il Sindaco e l'Assessore Miserocchi, inoltre, hanno posto l'accento sullo stretto rapporto fra Formignano e la vicina miniera e hanno anticipato che presto l'Amministrazione Comunale avvierà la sistemazione di alcune strutture all'interno del villaggio minerario.

Un progetto sulfureo
Il progetto di riqualificazione della frazione di Formignano è stato sviluppato tenendo conto dell'identità storica del borgo di Formignano, dominato dalla presenza delle miniere di zolfo. Anzi, si può dire che protagonista del progetto è lo zolfo, attraverso riferimenti diretti all'industria mineraria, ma anche tramite riferimenti ai principi filosofici attribuiti al minerale.
Fra le opere realizzate troviamo una mura di sostegno che, con il suo andamento ripercorre quello della muratura preesistente, quasi cancellata dall'erosione prodotta da una vecchia frana. Nella parte inferiore la struttura in cemento armato scompare dietro a uno strato di pietrame a secco contenuto in gabbioni di rete metallica; il lato superiore, invece, è rivestito in lastre di acciaio corten che, raggiunta la sommità, formano una balaustra.
 
La scelta di questo materiale (che sotto l'azione degli ossidi di zolfo presenti nell'aria sviluppa una patina superficiale di ruggine che ne stabilizza la corrosione) è stata dettata proprio dalle sue particolari qualità cromatiche, che richiamano l'archeologia industriale evocata dagli antichi carrelli da trasporto sistemati al limite delle mura in direzione della miniera.

Si è creato, poi, un sistema di tre piazze che si articolano su livelli differenti. Il disegno scelto per la pavimentazione si sviluppa in una composizione organica che ben si adatta ai contorni frammentati del vecchio borgo.
 
La pietra utilizzata è l'Alberese, un'arenaria proveniente da una cava del vicino Comune di Sarsina, nella quale sono presenti venature ferrose della pigmentazione simile a quella del ferro ossidato.

Nella piazza situata a livello della strada e in quella a quota superiore si trovano due inserti paralleli di acciaio corten, che vanno a disegnare una forma circolare all'interno della quale la pavimentazione cambia con l'utilizzo di piccoli blocchi spacco posati  a cerchi concentrici, che vanno a chiudersi attorno ad un grosso albero di gelso.
 
Anche queste non sono scelte casuali: il disegno, infatti, vuole richiamare quello dei "calcaroni", cioè i grandi forni dove veniva estratto lo zolfo, mentre il legno del gelso veniva utilizzato come combustibile per alimentare i forni alchemici (Athanor) utilizzati per l'estrazione del minerale. Alla base dell'albero è stato collocato un elemento circolare di protezione, sempre in acciaio corten, con citazioni in latino tratte dai testi ermetici più significativi.
 
Nella piazza più bassa sorge un torrione in laterizio che sale fino a raggiungere nella sommità la piazza superiore. La sua forma a tronco di cono richiama quella dei forni "Gill", succeduti ai calcaroni per l'estrazione dello zolfo. Il torrione, posto in posizione panoramica ed accessibile tramite una passerella pedonale, consente una bella vista sulla vallata del Savio, al di sotto della quale, nella parte più prossima al borgo, si estendono, tuttora, le gallerie della miniera.

Riferimenti al passato minerario del borgo sono presenti anche nelle numerose sedute collocate nell'area, che riportano una serigrafia di versi tratti dl poema "Il zolfo". 

 

Ufficio stampa
Federica Bianchi
(tel. 0547 356330)

 
 
 
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