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I Comuni dell'Unione Valle Savio preoccupati per il sistema di accoglienza dei richiedenti asilo

Lettera al Ministro dell'Interno Alfano

I Comuni dell'Unione Valle Savio sono pronti a continuare nell'impegno - avviato già da diversi anni -  per ospitare i richiedenti asilo, ma ritengono indispensabile che le istituzioni locali coinvolte operino in maniera più integrata e coordinata. Altrimenti, il rischio è di non poter garantire la tenuta di un sistema di accoglienza, che finora  ha funzionato, ma oggi sta mostrando segni di cedimento.

Ad affermarlo i Sindaci dell'Unione Valle Savio (Paolo Lucchi di Cesena, Marco Baccini di Bagno di Romagna, Monica Rossi di Mercato Saraceno, Fabio Molari di Montiano, Luigino Mengaccini di Sarsina, Enrico Salvi di Verghereto) in un a lettera inviata oggi al  Ministro dell'Interno Angelino Alfano e per conoscenza al Sottosegretario Giampiero Bocci.

Nell'esprimere la loro preoccupazione, i Sindaci fanno riferimento in particolare a quanto avvenuto di recente a Cesena, dove due strutture di accoglienza sono state aperte direttamente dalla Prefettura in accordo con un soggetto privato, senza che il Comune fosse minimamente informato.

Di seguito il testo integrale della comunicazione inviata al Ministro Alfano



                         Egr. Sig. Ministro,

               già da diversi anni, nell'ambito delle operazioni dirette dal suo Ministero, siamo impegnati ad accogliere sul territorio comunale le persone richiedenti protezione internazionale.

               Lo facciamo attraverso il coordinamento della Prefettura UTC di Forlì-Cesena, con la quale, inizialmente, siamo riusciti a condividere un modello di accoglienza che sul piano gestionale ha coinvolto gli enti locali ed il privato non profit, nel rispetto dei diritti delle persone accolte e in equilibrio con le comunità locali.

               Attualmente nel territorio dell'Unione Valle Savio (composta dai Comuni di Cesena, Bagno di Romagna, Mercato Saraceno, Montiano, Sarsina, Verghereto) sono accolte 207 persone in 17 strutture distribuite in tutti i territori, attraverso una convenzione per l'accoglienza sottoscritta direttamente dalla scrivente Unione con la locale Prefettura.

               Siamo consapevoli che si tratti di un numero destinato ad aumentare e, a tal fine, continuiamo a predisporre nuove strutture di accoglienza, con previsioni a breve di ulteriori aperture.

               La titolarità della convenzione in capo all'Unione, che recentemente ha individuato i soggetti gestori delle strutture attraverso istruttoria pubblica, ha prodotto esiti per noi importanti, legati innanzitutto all'attivazione di numerose attività di inclusione attiva delle persone richiedenti protezione. Ci riferiamo, in particolare, alla organizzazione dei corsi di lingua italiana e, conseguentemente, all'avvio dei profughi accolti allo svolgimento di mansioni, completamente volontarie, di utilità sociale: pulizia di parchi e giardini, spazzamento, supporto straordinario ai servizi sociali comunali, come traslochi e attività similari per famiglie in difficoltà.

               Anche un sistema così saldamente accompagnato, tuttavia, sta iniziando a mostrare segnali di cedimento. La previsione di un prolungamento sine die dell'emergenza, evidenzia criticità nell'accoglienza attuale, che vanno ben gestite e risolte. Prima fra tutte, la possibilità per le istituzioni locali coinvolte di operare in maniera più integrata, nel rispetto delle reciproche competenze, con regole trasparenti e condivise sul piano istituzionale, che servano per individuare i soggetti gestori e per distribuire equamente i migranti in tutti i Comuni della Provincia.

               Per questo non possiamo non segnalarLe una scelta, compiuta recentemente, che ci pare essere in totale controtendenza con il percorso di collaborazione sino ad ora concretizzatosi con costanza. Il Comune di Cesena ha infatti assistito all'apertura di due strutture di accoglienza nel proprio territorio, condotta direttamente dalla locale Prefettura con un soggetto privato, al di fuori della citata convenzione in essere e senza esserne minimamente informato: proprio per questo la responsabilità delle stesse e della condizione delle decine di migranti ivi accolti non può che in essere in capo esclusivo alla Prefettura.

               In questo momento, infatti, la nostra Unione dei Comuni accoglie direttamente migranti in tutti i territori, inseriti in contesti di buona socializzazione, che attraverso le risorse messe a disposizione dal Ministero studiano l'italiano e svolgono mansioni di volontariato socialmente utili. Accanto ad essi, tuttavia, sono presenti altri profughi della cui situazione solo l'ente gestore e la Prefettura hanno conoscenza, isolati ed esclusi da ogni rete di integrazione.

               Certamente le ragioni di tale apertura sono dettate dalla necessità, per il nostro territorio provinciale, di colmare l'attuale deficit di accoglienza, stimato indicativamente in una carenza di 140 persone accolte, rispetto al dovuto (dati forniti dal coordinamento regionale ANCI). Eppure, crediamo non sia né giusto né comprensibile attivare tali scelte in una Unione che sta facendo la sua parte. Di gran lunga, avremmo infatti preferito contribuire a cercare soluzioni per una distribuzione veramente equa in tutti i Comuni della nostra Provincia, attraverso un auspicabile coordinamento prefettizio che non si sta attivando.

               In sintesi, temiamo che il sistema di accoglienza che fin qui ha ben tenuto, possa non reggere a lungo: va garantito nei territori un coordinamento più equilibrato degli enti preposti all'accoglienza, in grado di creare le condizioni perché ogni Comune riesca a fare la sua parte e perché ogni fase dell'accoglienza (non solo quella delle prime ore), possa essere ben compresa dall'opinione pubblica. E naturalmente noi pensiamo ad un coordinamento che non escluda anche un rallentamento degli arrivi nella Regione Emilia-Romagna, a fronte di un impegno momentaneamente maggiore di altre Regioni (facilmente individuabili, almeno in base ai dati diffusi anche recentemente dalla stampa nazionale) che contino ad oggi un numero minore di profughi accolti, come già sollecitato da altri Sindaci emiliano-romagnoli nei giorni scorsi.

               Auspicando la sua attenzione, Le chiediamo di voler intervenire per accompagnare in maniera più proficua le relazioni istituzionali locali dedicate all'accoglienza dei migranti.

Saluti.


Il Sindaco di Cesena Paolo Lucchi
Il Sindaco di Bagno di Romagna Marco Baccini
Il Sindaco di Mercato Saraceno Monica Rossi
Il Sindaco di Montiano Fabio Molari
Il Sindaco di Sarsina Luigi Mengaccini
Il Sindaco di Verghereto Enrico Salvi

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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