Il Sindaco di Cesena Paolo Lucchi scrive al suo collega di Parma Federico Pizzarotti all'indomani della notizia dell'avviso di garanzia che lo ha colpito. Punto di partenza il desiderio di condividere una serie di riflessioni scaturite nel constatare i molti punti in comune fra Cesena e Parma, determinati anche da scelte politiche e amministrative simili su temi importanti come la sicurezza, le politiche del traffico, la salvaguardia del centro storico dall'assedio delle auto.
Ma al centro della riflessione c'è, soprattutto, il ruolo dei Sindaci e i compiti che la legislazione e, ancora prima, i cittadini chiedono loro di svolgere. Proprio su questi aspetti è imperniata la lettera inviata nei giorni scorsi al Presidente Mattarella da numerosi Sindaci di differente colore politico, con la quale si richiama l'attenzione sulla figura del Sindaco e sull'importanza di preservarne il rispetto 'nell'interesse del buon funzionamento della nostra democrazia'.
E dunque, anche alla luce degli episodi più recenti, il Sindaco di Cesena ribadisce la necessità di tenere separati la valutazione giudiziaria ed il giudizio politico, perché confonderli significa correre il rischio screditare il Sindaco in quanto istituzione, allontanando ancor di più i cittadini dalla cosa pubblica.
Di seguito il testo integrale della lettera.
Caro Sindaco,come tanti altri, ho appreso dalla stampa la notizia di un tuo coinvolgimento in un'indagine della Procura di Parma. Chiaramente non ho né la conoscenza dei fatti né tantomeno l'intenzione di entrare nel merito della vicenda. Inoltre, da sempre mi attengo al sacrosanto principio del massimo rispetto del lavoro della Magistratura.
Mentre posso solo immaginare le tensioni che ti stanno piombando addosso in questo momento, vorrei però condividere con te alcune riflessioni, nate anche dalla estrema somiglianza di alcune scelte politiche ed amministrative concretizzate in questi anni - a Parma, a Cesena, così come in tante altre città dell'Emilia-Romagna - evidentemente anche a seguito dell'individuazione di valori di riferimento non troppo distanti.
Sia Cesena che Parma, ad esempio, stando intraprendendo iniziative del tutto simili sul tema della sicurezza, alla luce di protocolli firmati con le locali Prefetture dai contenuti quasi sovrapponibili (e che in sostanza richiedono ai Comuni un impegno particolare su moderni sistemi di videosorveglianza, utilizzo di nuove tecnologie ed incontri con i cittadini, su cui i nostri due Comuni hanno già avviato nuovi progetti ed investimenti). Inoltre, ci accomuna anche la volontà di restituire ai cittadini gli spazi urbani dei nostri centri storici tanto che, in modo similare, abbiamo attuato una nuova visione di mobilità, anche implementando un progressivo allontanamento del traffico di passaggio ed utilizzando tecnologie per il controllo elettronico dei varchi delle Zone a Traffico Limitato.Sono solo due esempi - sui quali, peraltro, ad entrambi è capitato di essere criticati, spesso con posizioni evidentemente forzate - che aiutano a capire una volontà comune di affrontare concretamente alcuni dei temi (la sicurezza e la qualità della vita ottenuta anche grazie alla riduzione della pressione delle auto), oggi al centro dell'attenzione dei nostri concittadini, che non a caso ci chiedono risposte dirette e rapide.
E, proprio perché i cittadini attendono capacità d'ascolto, di dialogo, ma anche soluzioni, trovo di grande conforto la lettera inviata recentemente al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella - sottoscritta da numerosi Sindaci di differente estrazione politica - con la quale si intende richiamare l'attenzione sull'esigenza "di considerare che la reputazione dei Sindaci, la loro capacità di governare i nostri Comuni, il rispetto per questo ruolo, sono un bene prezioso che va salvaguardato nell'interesse del buon funzionamento della nostra democrazia", sottolineando come, nella consapevolezza che "nel nostro patrimonio culturale ed istituzionale c'è il rispetto convinto e profondo della Magistratura che deve fare il suo corso rapidamente per accertare la verità dei fatti", "troppe volte vicende giudiziarie che riguardano Comuni italiani diventano oggetto di scontro politico indipendentemente e ben al di là dell'oggetto dell'indagine".
Ritengo sia quanto mai necessario non confondere la valutazione giudiziaria ed il giudizio politico: la prima è chiaramente frutto di una attività di indagine che la Costituzione affida alla Magistratura. La seconda attiene invece alla capacità degli amministratori di entrare in sintonia con la propria comunità, condividendo idee, visioni e progetti, cementando la coesione sociale delle città.Confondere questi aspetti - intrinsecamente diversi eppure troppo spesso impropriamente sovrapposti - è un esercizio anche rischioso, perché tende a screditare il Sindaco in quanto istituzione, allontanando ancor di più i cittadini dalla politica, e quindi dalla gestione della cosa pubblica.
Il Sindaco
Paolo Lucchi