In vista del traguardo il varo definitivo della Variante di salvaguardia che complessivamente prevede di riportare ad uso agricolo circa 200 ettari di terreno inseriti nel Prg 2000 con destinazione residenziale o produttiva. Infatti, dopo che nell'aprile 2015 è stato approvato il primo stralcio della Variante (che ha segnato il ritorno ad uso agricolo di 126 ettari), nel prossimo consiglio comunale sarà discussa l'approvazione della parte di Variante di Salvaguardia per la quale si è resa necessaria la ripubblicazione. (per uniformare alcuni procedimenti e semplificarne altri).
Per la parte ripubblicata si è seguita la medesima procedura richiesta per l'intera Variante, con la pubblicazione e la raccolta delle eventuali osservazioni. In questo caso ne sono arrivate 147, di cui 23 accolte, 29 recepite solo parzialmente e 65 respinte. Con il prossimo voto del Consiglio comunale, dunque, si concluderà un percorso urbanistico che, complessivamente, porterà ad eliminare le previsioni edificatorie per oltre 733mila metri quadrati ulteriori, di cui circa 45mila di tipo residenziale e 687mila metri di produttivo: è come se a Cesena si rinunciasse a costruire tre grattacieli come quello di Cesenatico e 141 campi di calcio.
All'avvicinarsi di questo importante appuntamento il Sindaco Paolo Lucchi e l'Assessore alla Pianificazione Urbanistica Orazio Moretti hanno scritto a tutti i Consiglieri comunali, auspicando da un lato la conferma del voto favorevole dei gruppi che nell'aprile 2015 hanno approvato la Variante di Salvaguardia (Pd e Movimento 5 Stelle) e confidando, dall'altro, che chi allora ha votato contro (Libera Cesena e Cesena Siamo Noi) modifichi il suo parere, convincendosi che le politiche di tutela del territorio oggi devono passare inevitabilmente da un nuovo approccio urbanistico, improntato alla sostenibilità ambientale, e dunque al minor consumo di suolo e alla rigenerazione.
Dal canto suo, l'Amministrazione comunale di Cesena - come sottolineano Sindaco e Assessore Moretti- è pienamente convinta di questa necessità e intende andare in questa direzione con il futuro Piano Strutturale Comunale. Una scelta che Cesena condivide con varie altre città emiliano - romagnole, da Rimini a Reggio Emilia - e che anticipa gli indirizzi generali della Regione.
Di seguito il testo della lettera.
Il 9 aprile 2015 il Consiglio comunale (con il voto favorevole del PD e del Movimento 5 Stelle, il voto contrario di Libera Cesena e di Cesena Siamo Noi), approvò la Variante di Salvaguardia, grazie alla quale furono definitivamente riportati ad uso agricolo 126 ettari di terreno, per i quali sino a quel momento era previsto un uso produttivo o residenziale. Un atto che questa Amministrazione ha inteso come un "ponte" verso il nuovo Piano Strutturale Comunale (PSC), che rappresenterà lo strumento di pianificazione urbanistica attraverso il quale pensare e disegnare la Cesena del futuro.
In realtà il voto sulla Variante ha rappresentato il punto di arrivo di un percorso intrapreso con l'obiettivo di rendere credibile quel "Piano Strutturale Comunale a consumo zero di territorio", che abbiamo inserito nel Programma elettorale del Sindaco e che abbiamo intenzione di realizzare.
Nella prossima seduta, il Consiglio comunale discuterà l'approvazione della parte ripubblicata della Variante di Salvaguardia, sulla quale sono state depositate 147 osservazioni. Di queste, 23 sono state accolte (15%), 29 sono state parzialmente accolte (il 20%), mentre 95 sono state respinte (il 65%).
La conclusione di questo percorso urbanistico porterà complessivamente all'eliminazione di previsioni edificatorie su circa 200 ettari di terreno, per una superficie utile lorda (SUL) di 733.400 metri quadri. Nel dettaglio, sono stati eliminati 45.700 metri quadri di SUL residenziale e 687.700 metri quadri di SUL produttiva. Provando a tradurre questi numeri un po' tecnici in concetti più facilmente traducibili in immagini usuali per chiunque, con la Variante di Salvaguardia a Cesena si è evitata la costruzione di alloggi pari a quanti ne potrebbero contenere 3 grattacieli simili a quello di Cesenatico, mentre si è impedita la costruzione di capannoni per una superficie pari a 141 (cento quarantuno!) campi da calcio.Riteniamo che, con questa operazione, si vadano a sanare molte delle storture previste nel P.R.G. 2000: quel Piano, infatti, era frutto di una ormai superata concezione espansionista dell'urbanistica cittadina, che oggi non ha più nulla a che fare con l'idea di Cesena del futuro - equilibrata, rispettosa del territorio, in grado di riqualificare l'esistente - che, a nostro parere, i cittadini auspicano.
Con la Variante di Salvaguardia l'Amministrazione comunale ha voluto quindi attuare una precisa e consapevole scelta politica, producendo atti concreti indirizzati ad nuovo modello di sviluppo e ad una nuova e diversa visione di città, in piena sintonia con una tendenza tipica della parte più avanzata d'Europa.
Ci aspettiamo, quindi, che i Gruppi consiglieri che già espressero un voto favorevole alla delibera dello scorso aprile, sappiano mostrare coerenza, approvando anche un atto di grande rilevanza per la città. Allo stesso modo, confidiamo che anche quei Gruppi che, in un primo tempo, si sono opposti alla Variante di Salvaguardia, si rendano conto di come le politiche di tutela del territorio passino inevitabilmente da una concezione dell'urbanistica basata sulla sostenibilità, sulla riqualificazione e rigenerazione urbana, sul contenimento di un'antropizzazione "non identitaria", della quale anche le nostre comunità sono state protagoniste.
Non è un caso, infatti, che Cesena non sia l'unico Comune a muoversi in questa direzione: anche Rimini e Reggio Emilia (solo per citare esempi della nostra Regione) hanno da tempo intrapreso percorsi finalizzati ad eliminare precedenti previsione urbanistiche di ampia edificazione, mentre Cervia è in procinto di avviare atti amministrativi del tutto simili. Si tratta di scelte per certi versi anticipatrici di un indirizzo generale, poiché anche la nostra Regione sta lavorando ad una consistente modifica della Legge 20 sull'urbanistica, il cui elemento identificativo sarà proprio la drastica riduzione del consumo di territorio. In sintesi, a breve l'Emilia-Romagna sarà diversa, migliore e più rispettosa dell'ambiente e noi sogniamo che Cesena possa far da battistrada positiva a questa tendenza.
Nelle nostre comunità - e soprattutto fra i più giovani - si sta sviluppando sempre più una visione che prevede uno sviluppo urbanistico di qualità e non più di quantità, in grado di limitare i nuovi insediamenti a ciò che può produrre nuova occupazione. Per essere all'altezza di questa volontà, abbiamo il dovere di pensare e di programmare una Cesena più bella, equilibrata, sostenibile e rispettosa dei cittadini.