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Per costruire la 'Romagna che verrà' è arrivato il momento di passare dalla teoria alla pratica

Con uno sforzo di creatività e di equilibrio politico da parte di tutti

Le parole del Sindaco Paolo Lucchi

Trovo significativo che la manifestazione "Sono romagnolo", in programma nei padiglioni di Cesena Fiera da venerdì 26 a domenica 28 febbraio, si apra con un incontro dedicato a "La Romagna che verrà", con la partecipazione dei Sindaci dei Comuni romagnoli.

In una cornice sicuramente originale, orientata alla celebrazione dell'identità romagnola, a partire dai suoi aspetti più rappresentativi (la tradizione enogastronomica, il folklore, la cultura locale), gli amministratori del nostro territorio saranno chiamati a confrontarsi sul tema cruciale del futuro della Romagna.

Un tema che già da tempo occupa un posto prioritario nell'agenda politica dei Comuni romagnoli, anche sulla scia del riordino istituzionale dell'Emilia-Romagna, culminato con l'approvazione della Legge 13/2015, che ha sancito un nuovo patto tra Regione ed istituzioni locali.

Sono da sempre convinto dell'enorme potenzialità del nostro territorio e credo che, lavorando insieme potremo raggiungere traguardi ragguardevoli, tali da farci competere con le regioni più avanzate non solo d'Italia, ma d'Europa.

Ora si tratta di tradurre in pratica le idee, per andare concretamente verso la Città metropolitana diffusa della Romagna, individuando temi, sui quali - con spirito d'innovazione e coraggio - aumentare le opportunità per i cittadini ed il nostro sistema d'imprese, alle prese con una fase di ripresa ancora non decisa come tutti vorremmo. 

Ne cito alcuni in estrema sintesi.

- Sul trasporto pubblico da anni è in atto una politica di gestione integrata del servizio per tutta la Romagna. E' però indispensabile darci indirizzi comuni anche rispetto alla viabilità ed ai collegamenti della Romagna(E45/E55, sistema integrato di piste ciclabili, collegamento ferroviario rapido con Bologna).

- Rispetto alla sanità, siamo già avanti anche grazie alla costituzione di un'unica AUSL romagnola. In continuità con l'attuale assetto organizzativo dei servizi socio-sanitari, varrà la pena di valutare la costituzione di un Unico Osservatorio romagnolo, che monitori l'andamento del fenomeno migratorio e delle relative politiche di accoglienza ed integrazione; le condizioni di povertà e grave marginalità sociale, l'anagrafe delle strutture residenziali a vario titolo presenti sul territorio che forniscono servizi di accoglienza sociale e socio-sanitaria.

- Semplificazione amministrativa: è indispensabile - in particolare su questo tema rispetto al quale vi è molta attesa da parte dei cittadini e del sistema imprenditoriale - avviare un processo di coinvolgimento immediato. In particolare si potrebbe da subito costituire un Tavolo aperto romagnolo sulla semplificazione normativa e l'omogeneizzazione delle regole nel quale, soprattutto rispetto all'accesso ai servizi, condividere l'unificazione dei procedimenti amministrativi e dei servizi on line, in una sorta di Rete di Sportelli cui garantire una piattaforma tecnologica e organizzativa unica.

- A proposito di turismo (e cultura): grazie al lavoro di squadra, la Romagna si è consolidata a tutti gli effetti quale attore fondamentale della filiera turistica nazionale e la stessa variazione della normativa regionale in corso, ci rafforza. Ma i bisogni in campo culturale e turistico sono in rapida trasformazione e l'obiettivo da porsi assieme è di fare leva sulla cultura per garantire un ulteriore volano di sviluppo, attraverso il turismo e la riscoperta di identità culturali e storiche locali.

- Accesso alle risorse dell'Unione europea: è ormai giunto il momento di pensare alla costituzione di un ufficio unico (e non più di tanti uffici comunali, come ora), garantendo così la gestione comune di progetti che coinvolgano più enti del territorio romagnolo. E ciò per aumentare la nostra capacità "contrattuale" con l'Europa.

- Vanno poi garantite politiche romagnole di equità per i cittadini e di uniformità nell'accesso ai servizi, per esempio attraverso la creazione di un "quoziente Romagna" che preveda la  definizione di criteri unici di Isee e di un unico protocollo con la Guardia di Finanza per i controlli.

Iniziare a confrontarsi su questi temi, significa passare, quindi, dalla teoria - sulla quale è evidente un consenso ampio che individua la Città metropolitana diffusa della Romagna come un obiettivo raggiungibile - alla pratica delle scelte. Che, inevitabilmente, imporranno a tutti uno sforzo di creatività e di equilibrio politico.

Accadrà più rapidamente se sapremo accettare senza paure questa sfida sulla quale, anche nei giorni scorsi, si è espressa positivamente Legacoop Romagna, dopo che nei mesi scorsi lo avevano fatto le principali Associazioni d'impresa ed i sindacati.

Ma anche la politica deve fare la propria parte. Ed il lavoro garantito in questi mesi dal Pd cesenate e da "Libera Cesena" che, attraverso Gilberto Zoffoli, ha ormai coinvolto tutte le liste omologhe della Romagna, va positivamente in questa direzione.

E' quindi giunto il momento di avviare un processo di crescita "made in Romagna" e non più solo made in Cesena, Ravenna, Rimini o Forlì. L'incontro presso la Fiera di Cesena sancirà forse già l'avvio di questo percorso. 

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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