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Viaggio tra i tesori della Malatestiana


Prosegue l’iniziativa dell’Associazione Amici della Malatestiana denominata “Viaggio tra i tesori della Malatestiana”. 

Domenica 12 febbraio, ore 16.30
Aula Magna, Biblioteca Malatestiana
Gli scritti autografi dei grandi autori del ‘900 custoditi in Malatestiana
con il professor Franco Contorbia dell’Università di Genova

C’è, fra i tanti, un patrimonio preziosissimo e curioso, benché fino ad oggi non sia mai stato presentato al pubblico, nelle accurate custodie della nostra Biblioteca Malatestiana. Si tratta di quattro faldoni di manoscritti riconducibili ai grandi poeti, scrittori e pensatori del ‘900, ossia racconti, poesie e interventi vergati a mano dagli stessi autori che hanno animato la scena letteraria, intellettuale e politica degli anni del cosiddetto “secolo breve”. 
Tra di essi anche Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale, Umberto Saba, Giuseppe Prezzolini, Corrado Alvaro, il nostro Renato Serra, Aldo Palazzeschi, Dino Campana, Corrado Govoni, Riccardo Bacchelli, Vincenzo Cardarelli, Clemente Rebora, Sibilla Aleramo, Giorgio De Chirico, Marino Moretti e molti altri. 
Chi non si sentirebbe emozionato davanti ad una versione di “Natale” di Ungaretti scritta a mano dallo stesso autore?
Ma come sono finiti tutti insieme in un’unica e sorprendente collezione in custodia alla Malatestiana? 
Anche questa è una vicenda che racconta di un periodo particolare della nostra storia. I manoscritti sono stati vergati dai rispettivi autori per essere poi consegnati ai tipografi, che li avrebbero poi composti nei tipi di piombo per la stampa, di due importanti riviste culturali e politiche di inizio ‘900 a cui collaborarono più o meno sporadicamente: La Voce e Lacerba.La prima, fondata da Giuseppe Prezzolini e Giovanni Papini, operò tra il 1908 e il 1916 e  nonostante la breve vita, è considerata una delle più importanti riviste culturali del Novecento.La seconda, fondata da Giovanni Papini e Ardengo Soffici, fu attiva tra il 1913 e il 1915 (due giorni prima dell'entrata in guerra dell'Italia) e fu una rivista d’arte e di pensiero.I manoscritti, alla cessazione dell’attività delle due riviste, finirono proprietà di Stanislao Paszkowski,  marito di Viola, la figlia di Papini, che li racchiuse in faldoni a futura memoria. Nel 1987 gli eredi di Paszkowski  li vendettero alla Regione Emilia-Romagna che, a sua volta, nel 1990 li consegnò alla Biblioteca Malatestiana - poiché tra gli autografi c’era anche “Esame di coscienza di un letterato” di Renato Serra - perché li conservasse. 
La biblioteca li ha catalogati, riuniti in apposite scatole di conservazione, ciascuno racchiuso in una custodia di plastica trasparente a ph neutro come richiede un’attenta conservazione di pagine ormai antiche.
Oggi su questo piccolo patrimonio l’Associazione Amici della Biblioteca Malatestiana ha provveduto ad accendere un faro e ad organizzare una manifestazione pubblica nel corso della quale verrà presentato ed illustrato al pubblico da un esimio italianista: il professor Franco Contorbia, ordinario della facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Genova.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
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