"Sono passati circa 2 anni e mezzo dal giorno in cui mio figlio si è impiccato, decidendo di porre fine ai suoi tormenti e lasciando me nel risucchio di una voragine. Perché non è che il tempo passa e il ricordo sfuma, anzi... Dopo la morte di un figlio che decide di farla finita occorre far pace col proprio cervello".
Ecco come Teresa Manes parla della sua tragedia: la sera del 20 novembre del 2012 Andrea, 15 anni, arriva in casa e si uccide impiccandosi con una sciarpa. Teresa e la sua famiglia scopriranno che Andrea era stato preso di mira a scuola, che veniva descritto come "il ragazzo dei pantaloni rosa", che sul suo banco veniva rappresentato come omosessuale.
La sua morte drammatica e inquietante, purtroppo, non è rimasta isolata.
La cronaca ha registrato numerosi altri giovanissimi suicidi da cui è emersa l'emarginazione da parte del gruppo, il potere di Internet sui giovani, il bullismo via web, le responsabilità degli adulti e della scuola, il mancato controllo dei genitori sui social network, l'omofobia.
Partendo dalla sua drammatica esperienza la madre di Andrea ha scritto un libro "Andrea, oltre il pantalone rosa" di cui si parlerà a Cesena venerdì 9 novembre alle ore 17, presso la sala cinema del S.Biagio.
La conferenza è organizzata dall'Associazione Amici della Biblioteca Malatestiana in collaborazione con la libreria Giunti, col patrocinio del Comune di Cesena e del Rotary Club.
All'iniziativa partecipano l'assessore alla cultura del Comune di Cesena Christian Castorri e la dottoressa Silvia Gentilini, dirigente del commissariato di Faenza, che interverrà sulle implicazioni legali del cyber bullismo. All'incontro, coordinato dalla giornalista Elide Giordani, sono stati invitati i ragazzi delle scuole cesenati e i loro insegnanti.
La Manes, che ha fondato l'"Associazione Italiana Prevenzione Bullismo" sottolinea anche la necessità di una legge contro il bullismo: "La prevenzione, che deve partire dalla scuola e che deve aiutare le famiglie, da sola non basta, l'intervento del legislatore serve".