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Massimo Galuppi espone Manhattan/3

A partire da venerdì da venerdì 5 giugno per tutto il mese

 
Dopo il trasferimento (da via Mura Porta Fiume) in viale Giacomo Matteotti 67, a Cesena, si è riattivato lo spazio espositivo all'interno di FotoStudioArt, che nella vecchia sede ha ospitato ben nove mostre.La prima mostra del 2015 nella nuova sede, curata dall'associazione culturale "spazinmente",con il patrocinio del Comune di Cesena, si apre con la pittura di Massimo Galuppi - intitolata "Manhattan / 3", consistente in piccola antologica e qualche nuova opera - e viene presentata dall'architetto riminese e storico dell'arte Johnny Farabegoli.
A partire da venerdì 5 giugno, per tutto il mese. Galuppi, alla sua ottava personale, è un artista cesenate la cui pittura si ispira soprattutto all'architettura urbana (basti pensare al ciclo dedicato al quartiere Zuccherificio di Cesena o, come nel caso di questa mostra, a Manhattan) ed è connotata da ascendenze grafico-digitali,pur nella consistenza materica di una stesura acrilica dai colori brillanti, anche quando soltanto giocata sul bianco e nero.

Dalla presentazione di Johnny Farabegoli

Da anni, la ricerca pittorica di Massimo Galuppi è votata alla difficile lettura del complesso quanto articolato tema dell'"architettura urbana", e non tanto con l'intento di fissare, sul piano della tela, un poetico incanto di profili architettonici più o meno suggestivi - diversamente declinati, sia cromaticamente che ritmicamente-, bensì di disvelare articolazioni e potenzialità espressive della forma urbana.È questa la terza personale dedicata a Manhattan (Manhattan/3, appunto), ed in essa appare con ancor più chiarezza di stile che non siamo di fronte ad alcuna rappresentazione nostalgica tesa ad affascinare lo sguardo dell'osservatore entro gli stretti limiti di una visione ideale, o meglio: di una città ideale! In altre parole, la sostanza di questo interessante ciclo pittorico non è tanto di natura cromatica, ma estetica: e proprio nella piena accezione etimologica del termine, là dove è ora lo spazio il vero protagonista della percezione che ci viene offerta, il genius loci della città americana definito attraverso un lirica dinamicadei pieni e dei vuoti, che spesso approdano ad una sorta di kenosis/svuotamento del segno pittorico decantato semplicemente attraverso il bianco il nero e l'argento.
Ciò che ci offre così questo ciclo pittorico di Massimo Galuppi, è la pura poetica di uno spazio urbano riletto e ri-composto attraverso quella che è una personale e paziente ricerca, da anni necessariamente, e coerentemente, condotta lontano da chiassosi episodi eclatanti.

 
 
 

Ufficio stampa
Federica Bianchi

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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