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Comunicazione congiunta dei Sindaci di Cesena, Forlì, Ravenna e Rimini

in merito alle dichiarazioni del Sindaco di Bologna circa la decisione di non vendere le azioni Hera

 
 Cesena, 15 aprile '15 Si trasmette la comunicazione congiunta dei Sindaci di Cesena Paolo Lucchi, di Forlì Davide Drei, di Ravenna Fabrizio Matteucci e di Rimini in merito alle dichiarazioni del Sindaco di Bologna Virginio Merola circa la decisione di non vendere le azioni Hera.

Ci ha stupito l'annuncio del Sindaco di Bologna Virginio Merola, che ha pubblicamente dichiarato la decisione di non vendere più le azioni di Hera. Non intendiamo entrare nel merito di questa libera decisione di ogni singola Amministrazione, anche se non possiamo fare a meno di ricordare come proprio l'Amministrazione bolognese avesse sostenuto, con determinazione, la tesi opposta negli ultimi mesi del 2014.Al di là di questo, che comunque non è un dettaglio, la nostra attenzione  si concentra soprattutto sulle dichiarazioni con le quali il Sindaco Merola ha spiegato le ragioni di questo improvviso ripensamento.

In particolare, stando ai resoconti di stampa, 'l'inversione ad U' sarebbe dovuta al'idea di sostituire le risorse provenienti dalla vendita delle azioni di Hera con la prospettiva di ottenere una quota importante nella ripartizione dei fondi europei in capo alla Regione. Ciò in aggiunta ai fondi destinati alla Città Metropolitana e la quotazione in borsa dell'aeroporto.Ma è la prima ipotesi che ci sconcerta e ci preoccupa. A quel che ci risulta, infatti, nulla è stato ancora deciso sull'erogazione del danaro assegnato da Bruxelles e quella di Merola pare una vera e propria 'fuga in avanti', davvero fuori luogo.Bologna non può pensare di condizionare le scelte della Regione per sistemare i suoi conti.

Né tantomeno che il dibattito politico interno bolognese possa ripercuotersi, ed è già accaduto in passato, sulle politiche dell'intera regione. Per quanto ci riguarda, noi ci impegneremo strenuamente per difendere i diritti delle nostre città e dei nostri cittadini, in un'ottica di equità ed equilibrio territoriale. Non possiamo accettare che il 'policentrismo' regionale venga sostituito da un 'bolognacentrismo', inefficace nei fatti sia come strumento di sviluppo del sistema Emilia Romagna sia per Bologna stessa. I programmi operativi, d'altra parte, che si attiveranno con i fondi strutturali europei attuano una strategia condivisa a livello regionale che si fonda sulla logica di elevare attrattività e competitività din tutta l'Emilia Romangna, investendo su reti e sistemi. La Romagna ha dimostrato nei fatti come l'alternativa realistica e concreta a improduttive logiche di accentramento possa essere rappresentata da politiche di area vasta per la gestione dei servizi primari e sull'infrastrutturazione strategica che valorizzino a 'mettano a disposizione' di tutte le comunità in regione le eccellenze e le potenzialità dei territori.

In questo senso l'esperienza innovativa della Romagna è oggi quella più concreta che innerva la sostanza dell'impianto programmatico del nuovo governo regionale. 

Paolo Lucchi
Sindaco di Cesena

Andrea Gnassi
Sindaco di Rimini

Davide Drei
Sindaco di Forlì

Fabrizio Matteucci
Sindaco di Ravenna

 
 
 

Ufficio stampa
Federica Bianchi

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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