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Il Sindaco Lucchi: "Coraggio, creatività, coesione, coerenza:

queste le parole chiave del Comune di Cesena per combattere la crisi"

Nell'omelia pronunciata ieri durante il pontificale solenne di San Giovanni, il Vescovo Antonio Lanfranchi ha, tra le altre cose, affermato che non si può scindere la crisi economica che ha investito duramente anche la nostra città, dalla crisi culturale e spirituale che sta attraversando la nostra società. E' un'osservazione che mi ha colpito profondamente e che condivido in pieno ed è con questa chiave di interpretazione che ho letto sia la lettera aperta indirizzatami dal segretario della Uil Giuliano Zignani, sia i risultati dell'indagine condotta a livello nazionale dalla Confartigianato.

Si tratta di due documenti molto diversi e che danno indicazioni di segno opposto, ma non per questo si contraddicono fra loro. Mostrando facce diverse della stessa medaglia, entrambi ci aiutano a comprendere meglio la nostra realtà e a capire che la crisi va affrontata avendo ben presenti sia le situazioni più critiche, senza ritenerle insuperabili, sia i dati positivi, come quelli dell'indagine Confartigianato, senza cadere però nella tentazione di adagiarsi sugli allori.

E nel caso dell'indagine Confartigianato ce ne sarebbe motivo: la provincia di Forlì - Cesena si piazza al nono posto su scala nazionale per la qualità di vita che sa offrire alle imprese, e ottiene risultati anche migliori su alcuni particolari aspetti: secondo posto  per la qualità delle utilities e dei servizi pubblici locali, quinto posto per il minor peso della burocrazia, sesto posto per densità imprenditoriale. Se incrociamo questi dati con il piazzamento al vertice nella speciale classifica del 'Pil del benessere', ottenuto qualche mese fa sul "Sole 24 ore", otteniamo l'immagine di un territorio vivace, che sa reagire davanti alle difficoltà. Ma siamo consapevoli che tutto questo non arriva dal cielo, è frutto di un impegno che non può e non deve fermarsi, specialmente in un quadro così incerto e problematico come quello attuale. Non possiamo e non dobbiamo abbassare la guardia perché i risultati raggiunti possono sfuggire in un attimo, se non si è pronti ad affrontare i mutamenti in atto con la dovuta attenzione.

A metterci in guardia ci sono segnali preoccupanti, come quelli indicati da Zignani nella sua amara analisi. Il segretario della Uil parla, senza mezzi termini, di una disgregazione sociale che interessa tutto il Paese, ma che purtroppo oggi si evidenzia anche nella nostra realtà, finora apparentemente rimasta immune da tale fenomeno: "Sembra quasi che il collante che teneva uniti i cittadini stia svanendo e che anche la nostra comunità si stia lentamente polverizzando".

La sua è una disanima a largo raggio, che mette insieme aspetti molto diversi fra loro, riguardanti non solo il mondo del lavoro (come il preoccupante fenomeno del caporalato), ma anche l'intera società e l'organizzazione di servizi fondamentali, come quello sanitario.
Al di là di alcuni accostamenti che mi paiono forzati (è, per esempio, azzardato mettere sullo stesso piano un fenomeno come il caporalato con le esternalizzazioni di servizi), i temi proposti sono tutti rilevanti e ciascuno di essi merita un vasto confronto (a cui, per altro, l'Amministrazione Comunale non si è mai sottratta).
In questo caso, però, vorrei soffermarmi sul contesto in cui tutto questo si inserisce.

E' vero, stiamo attraversando una fase difficile che rischia di avere riflessi pesanti non solo da un punto di vista economico, ma anche di cambiare il nostro modo di vivere e il sistema di valori a cui abbiamo sempre fatto riferimento. Ma non dobbiamo farci schiacciare dal peso delle difficoltà, che pure sono tante. Sarebbe un atteggiamento tanto controproducente quanto quello di chi nega con decisione la crisi, considerandola ormai passata. Occorre, invece, che tutti - Amministrazione pubblica, forze sociali, politiche, sindacali, economiche - mettano in campo il loro impegno per individuare i percorsi più opportuni che ci aiutino ad uscire insieme dal tunnel.
L'occasione sarà l'avvio del confronto per la definizione del bilancio 2011 che, eccezionalmente rispetto ai tempi ai quali siamo abituati, a Cesena si aprirà sin dall'inizio del prossimo mese di luglio. E ciò perché la manovra economica del Governo, che pure sta variando le proprie coordinate di giorno in giorno, se mixata con la crisi economica in atto, impone un approccio ben diverso da quello del passato.

Per impostare il bilancio 2011 del nostro Comune utilizzeremo quattro parole - chiave: coraggio (poiché non dobbiamo avere paura di modernizzare la "macchina comunale" ed i rapporti tra le istituzioni ed i cittadini), creatività (serve individuare soluzioni veramente efficaci, anche se le stesse richiederanno, nell'organizzazione dei servizi, lo sforzo di uscire dal recinto rassicurante del già conosciuto), coesione (sapendo che la stessa, unitamente ad un forte senso civico e di solidarietà, è il vero elemento distintivo della nostra identità più profonda e che ci finora ci ha tenuto al riparo da pericolose derive) e coerenza (chi si siederà al tavolo di un confronto complesso come quello che ci attende, dovrà utilizzare lo stesso approccio a Cesena, a Bologna ed a Roma, poiché sarà difficile comprendere accenti diversi a seconda dei tavoli attorno ai quali si sta seduti pro tempore).
E' questa la sfida che dobbiamo affrontare tutti insieme, per difendere un benessere che non è fatto solo di prodotti e consumi, ma da una convivenza ricca di rapporti e scambi fra le persone.

Il Sindaco di Cesena
Paolo Lucchi

 
 
 
 
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